Se i produttori di grano duro della Sicilia non riescono ad organizzarsi per fronteggiare la crisi nera di questo settore, oggetto della solita speculazione al ribasso del prezzo, non altrettanto può dirsi degli allevatori siciliani, che quanto meno provano a dare battaglia. E lo fanno in alleanza con gli allevatori della Campania, con in testa i produttori di mozzarelle di bufala. Così, nei giorni scorsi, a Ragalbuto, provincia di Enna, è stata organizzata una manifestazione dal titolo: “Salviamo l’Allevamento Siciliano”. Incontro promosso da Altragricoltura Sicilia e dalla Rete dei Municipi Rurali. Un’assemblea che, quanto a partecipazione, è andata oltre le aspettative degli organizzatori, se è vero che tanta gente è rimasta in piedi, addirittura anche fuori dalla sala messa a disposizione dal Comune. Tanti gli allevatori presenti e tanti amministratori comunali a cominciare da cinque Sindaci (Katya Ceraldi, Sindaco di Cesarò, Silvestro Chiovetta, Sindaco di Cerami, Angelo Longo, Sindaco di Regalbuto, Franco Parasiliti, Sindaco di Maniace, Paolo Politi, assessore comunale di Adrano) più i rappresentanti di altri Comuni dell’Isola (una trentina). La manifestazione andata in scena nei giorni scorsi a Regalbuto è importante per varie ragioni. In primo luogo perché si comincia a saldare un’alleanza tra gli allevatori di Sicilia e Sud Italia. In secondo luogo perché nel momento in cui le multinazionali puntano a fare mangiare ai consumatori gli insetti e la carne prodotta artificialmente, è più che mai necessario far arrivare ai consumatori un segnale positivo e di vitalità da parte del mondo degli allevatori. Ricordiamoci che siamo finiti, per nostra disgrazia, in un’Unione europea di speculatori, dove, fingendo di voler proteggere gli animali dagli allevamenti intensivi, stanno cercando di organizzare allevamenti intensivi di insetti per provare a farceli mangiare. Come si può notare, a questa gente del rispetto degli animali non gliene può fregar di meno. E vogliono guadagnare anche con la carne allevata in vitro eliminando gli allevamenti.
Leggiamo in un comunicato di Altragricoltura – Condeferazione per la Sovranità Alimentare: “Non è stata una passerella né, tantomeno, il solito grido di denuncia che accende un fuoco destinato a spegnersi presto (magari perché i politici di turno concedono qualche mancia): nella Sala del Comune di Regalbuto si è manifestato (anche in Sicilia) il volto di un movimento maturo e consapevole animato dai primi protagonisti delle comunità rurali: chi lavora la terra e i rappresentanti istituzionali dei Comuni che sono i legittimi rappresentanti di quelle comunità.” Un movimento che “avanza proposte precise di riforma e che pretende risposte per porre fine a quello che, in apertura, Gianni Fabbris e Enrico D’Agostino (in rappresentanza degli allevatori Casertani) hanno posto provocatoriamente: “Noi abbiamo coniato uno slogan: finché c’è brucellosi c’è business. Non credete anche voi che è il tempo di porre fine allo scandalo messo in atto contro gli allevatori, gli animali e il territorio?”. In effetti, la gestione della Brucellosi (BRC) e anche della TBC bovina e bufalina, due malattie batteriche, da parte delle autorità lascia molto a desiderare. Il territorio siciliano – è stato più volte sottolineato nel corso dell’assemblea – convive da almeno trent’anni con il problema della Brucellosi e della TBC. “In tanti e in diverse occasioni – si legge nel comunicato – abbiamo provato a protestare contro gli effetti di una strategia inspiegabilmente fallimentare che colpisce il territorio, gli animali e le aziende. Abbiamo dovuto fare i conti con le promesse vuote e mai mantenute, con uno scarica barile continuo da parte di chi avrebbe avuto la responsabilità di risolvere i problemi ma che, in realtà, ha cercato di scaricare le responsabilità sugli allevatori criminalizzandoli”, penalizzando ulteriormente “l’anello più debole e più esposto”. Durissime le accuse: “Un mare di soldi pubblici spesi da chi ha voluto e gestito i piani in una logica non di risolvere i problemi ma, al massimo, di gestire finanziamenti”. Ce n’è anche per le organizzazioni agricole e, in generale, per un sindacalismo agricolo burocratizzato e spesso privo di idee: “Siamo stati traditi fin qui dalle promesse della politica ma anche dal vuoto delle iniziative sindacali e delle organizzazioni di rappresentanza e oggi ci troviamo in una condizione incredibile: centinaia di migliaia di animali abbattuti senza che si risolvano la BRC e la TBC e il rischio di dover chiudere le nostre aziende è sempre più dietro l’angolo per effetto dell’irresponsabilità con cui sono stati gestiti e progettati i Piani di eradicazione e, di conseguenza, del vuoto di una strategia istituzionale e politica di tutela del sistema di allevamento siciliano che sta contribuendo in modo gravissimo a spopolare le nostre campagne ed a svuotare le comunità rurali”.
Gli allevatori siciliani intervenuti in assemblea hanno portato l’esperienza, le proposte, le analisi e gli obiettivi di un comparto decisivo e trainante per tutto l’agroalimentare del Mezzogiorno. “Il ciclo e la filiera di produzione della Mozzarella di Bufala DOP che (terza DOP dei formaggi italiani, fra i prodotti più conosciuti del Made in Italy) – leggiamo ancora nel comunicato – oggi corre il rischio seriamente di essere stravolta dall’azione delle lobbies speculative che stanno cercando di mettere le mani su uno dei prodotti di territorio di eccellenza del Paese fin qui tutelato dal lavoro degli allevatori e dei trasformatori artigiani”. Tante testimonianze, tanta grinta, tanta voglia di trovare soluzioni. “Unità”, “Autonomia”, “Decisione”, “Alleanza”, “Responsabilità”, “Chiarezza”, “Riforma”: sono state queste le parole comuni e che più hanno riecheggiato nella lunga assemblea. Una riunione “che ha sancito, concretamente, l’avvio anche in Sicilia di una fase nuova animata direttamente dagli allevatori e dai loro alleati (ovvero da quanti oggi decidono di battersi per ottenere le risposte e le azioni di Riforma ormai non più differibili, senza guardare alle differenze politiche o alle appartenenze sindacali). Quattordici gli interventi in Sala in rappresentanza di diverse associazioni, sindacati, movimenti e realtà sociali presenti e che hanno già sottoscritto la partecipazione al Movimento Salviamo l’Allevamento di Territorio Siciliano (altri si stanno aggiungendo in queste ore)”.
E’ toccato a Gianni Fabbris, presidente onorario di Altragricoltura e portavoce del Coordinamento Unitario in Difesa del Patrimonio Bufalino, nelle sue conclusioni, tracciare un quadro degli elementi di novità che sono emersi nel corso dell’assemblea e indicare il percorso su cui l’unità evocata da tutti gli interventi della serata può diventare realtà capace di cambiare una situazione incancrenita da trent’anni di ritardi. “Ci battiamo per la democrazia, la trasparenza, la partecipazione – ha detto Fabbris – che sono alla base e le prime condizioni per affrontare e risolvere lo scandalo della Brucellosi e della TBC. Due malattie che stanno affossando gli allevamenti di tutto il Mezzogiorno d’Italia. Abbiamo costituito il Coordinamento Nazionale per Salvare l’Allevamento di Territorio che guarda a risolvere una grande questione del Sud Italia per rilanciare la funzione di tutto l’allevamento di territorio nel Sud come nelle aree di tutta Italia. Gli allevatori oggi prendono selle proprie spalle la responsabilità di indicare la via per uscire dalla crisi rivolgendosi in piena autonomia alla politica alla quale chiedono chiarezza e risposte senza ritardi e senza nascondersi dietro la delega ai tecnici abdicando alle decisioni che spettano alla stessa politica. loro le scelte che, al contrario, spettano al Governo”.
In attesa di convocare una pubblica iniziativa nelle prossime settimane – la Prima convocazione degli Stati Generali in difesa degli allevamenti siciliani – nel corso della quale il Movimento presenterà compiutamente le proposte concrete – l’assemblea ha assunto le prime decisioni. “In primo luogo – leggiamo sempre nel comunicato – viene costituito il Coordinamento Unitario in difesa dell’Allevamento Siciliano, che fa parte del Coordinamento Nazionale Salviamo l’Allevamento di Territorio; il Coordinamento Siciliano punta a sviluppare un Movimento vasto e popolare aperto alla partecipazione di tutti gli allevatori e di quanti (singoli, associazioni, sindacati, movimenti e istanze imprenditoriali , istituzionali e sociali) vorranno aggiungersi; nei prossimi giorni verranno rese note le modalità di partecipazione e gli strumenti di coordinamento e di partecipazione democratica del Movimento che, fin da subito, si definisce trasversale e unitario sul piano politico e autonomo sul piano della rappresentanza. Viene predisposto ed inviato un documento rivolto alla Regione siciliana (e per conoscenza al Ministero della Salute e al Parlamento e al Governo nazionali) con la richiesta di un incontro per avere due prime risposte urgenti preliminari allo sviluppo di un confronto utile e necessario: a) si chiede alla Regione siciliana riscontro di una serie di dati per verificare i risultati del Piano di eradicazione della Brucella e della TBC (fra l’altro, a solo titolo esemplificativo, si chiede di sapere quanti animali siano stati abbattuti negli anni, in quanti di questi sia stata accertata la reale presenza della malattia, dove e con quali modalità siano stati avviati a macello, in quanti focolai siano stati isolati i batteri di BRC e di TBC, quale sia stata la curva della prevalenza della BRC e della TBC, ecc..); b) si chiede di sapere perché la Regione non applica le indicazioni contenute negli ordinamenti e nelle direttive europee in materia di BRC e TBC, con particolare riferimento all’applicazione dei metodi per l’individuazione dei capi positivi contenuti nell’art. 9 della Direttiva Comunitaria 689/20 e nelle altre disposizioni in materia di autocontrollo e in materia di vaccinazione e sorveglianza”. L’Assemblea ha dato mandato al Sindaco di Regalbuto di proporre e adottare in una discussione in Consiglio comunale (luogo della condivisione fra tutte le forze politiche e gli eletti di maggioranza e opposizione) una delibera che, assumendo le proposte dell’Assemblea, chieda l’apertura di un Tavolo di confronto al Presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, e un incontro al Presidente dell’Assemblea regionale, Gaetano Galvagno. La delibera Consigliare sarà girata a tutti i Sindaci dell’area interessata ed al Presidente dell’ANCI Sicilia, Paolo Amenta, con la sollecitazione agli altri Sindaci di unirsi con le convocazione dei Consigli Comunali che saranno, per il Movimento Salviamo l’Allevamento Siciliano, occasione di promuovere la più vasta partecipazione.
QUI IL COMUNICATO DI Altragricoltura – Condeferazione per la Sovranità Alimentare CON IL VIDEO
Foto tratta da Ragusa Oggi