- Ai signori di Fratelli d’Italia, a cominciare dalla premier Giorgia Meloni e dal Ministro Adolfo Urso, bisogna fare entrare in testa che la Sicilia non può diventare il serbatoio di energia del Nord Italia lasciando nella nostra Isola le briciole. Già il Governo Meloni ha scippato alla nostra Isola quasi 9 miliardi di euro di fondi sanitari per i quali c”è un ricorso del Codacons alla Corte dei Conti
- Raffaele Lombardo: “Ottimo lo stop al saccheggio”
- Già la Sicilia è stata già truffata nella metà degli anni ’70 del secolo passato, quanto un accordo che prevedeva che una quota del gas algerino che arriva in Sicilia sarebbe rimasta nell’Isola è stato fatto sparire dagli ascari
Ai signori di Fratelli d’Italia, a cominciare dalla premier Giorgia Meloni e dal Ministro Adolfo Urso, bisogna fare entrare in testa che la Sicilia non può diventare il serbatoio di energia del Nord Italia lasciando nella nostra Isola le briciole. Già il Governo Meloni ha scippato alla nostra Isola quasi 9 miliardi di euro di fondi sanitari per i quali c”è un ricorso del Codacons alla Corte dei Conti
Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, comincia a mettere qualche ‘paletto’ al progetto colonialista di Fratelli d’Italia, partito antimeridionale e antisiciliano che vorrebbe trasformare la nostra Isola in un grande Parco per la produzione di energia solare per portare l’energia nel Nord Italia e, magari, per venderla all’estero. Idem per il mare con l’energia eolica: mega Parco per la produzione di energia eolica al largo delle isole Egadi, mega Parco eolico nel mare di Catania e, magari, due o tre parchi eolici nel mare che corre da Mazara del Vallo alle coste del Ragusano, passando per il mare agrigentino. Come per i Parchi fotovoltaici, alla Sicilia non resterebbe nulla, a parte le chiacchiere della premier Giorgia Meloni e del Ministro delle Imprese (del Nord) e del Made in Italy (sempre del Nord), Adolfo Urso (nella foto a destra). E alla Sicilia cosa resterebbe? Quello che rimane oggi con il gas che arriva dal Nord Africa dalla metà degli anni ’70 del secolo passato: una beata min… Veramente notevole, per i siciliani, l’attuale Governo nazionale: dopo aver incamerato in forza di un accordo sbagliatissimo siglato nel Dicembre dello scorso anno dal presidente Schifani e dal Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, quasi 9 miliardi di euro di fondi che lo Stato ha scippato al Fondo sanitario regionale siciliano a partire dal 2007 (vicenda che non si è conclusa, perché il Codacons, sigla che sta per Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, ha presentato un esposto alla Corte dei Conti sulla base di una relazione tecnica messa nero su bianco dal professore Massimo Costa, docente di Economia presso l’Università di Palermo), adesso ha deciso che la Sicilia deve diventare la colonia energetica d’Italia per parare il culo – energeticamente parlando – sempre al Nord Italia. Dobbiamo riconoscere che, in questa fase, il presidente Schifani sta dimostrando coraggio. Cosa che sta dimostrando anche l’ex presidente della regione siciliana, Raffaele Lombardo, leader degli Autonomisti siciliani.
Raffaele Lombardo: “Ottimo lo stop al saccheggio”
Ci è capitato di criticare il presidente Schifani – completamente assente in agricoltura e di fatto sconfitto malamente dalle compagnie aeree che continuano a fare il bello e il cattivo tempo nei cieli siciliani, imponendo a cittadini della nostra Isola e turisti biglietti aerei salatissimi (da non sottovalutare il caro-biglietti aerei per i turisti, perché punta a convincerli a non venire in vacanza in Sicilia, soprattutto per le vacanze brevi) – ma questa volta ha ragione. Così come ci è capitato di criticare l’ex presidente Lombardo (al quale non perdoniamo il sì al rigassificatore di Porto Empedocle nel 2009), ma questa volta anche lui sta dimostrando di avere la ‘schiena dritta’. Leggiamo una dichiarazione di Lombardo all’Adnkrons ripresa dal quotidiano La Sicilia: “Coraggioso e coerente lo stop disposto dal Presidente Schifani al saccheggio della terra e del mare per la produzione di energia» ha detto all’Adnkronos. “Leggiamo del mega Parco eolico al largo delle Egadi, il più grande d’Europa. Ma che meraviglia! E perché non al largo di Portofino o di Capalbio o di Porto Rotondo? E no. Lì no. Per i mega parchi c’è la colonia siciliana un po’ più a Nord della colonia africana. Gli indigeni avranno un po’ di lavoro per il montaggio. Ma grazie. E allora stop e il Governo nazionale ci dia una mano. Trattino i grandi gruppi – aggiunge Lombardo –. Lascino un’ampia quota di energia da donare alle imprese e alle famiglie. Sarebbe un fattore attrattivo irresistibile per investimenti e lavoro e si potrebbe invertire la migrazione dei nostri giovani migliori istruiti al costo di lacrime e sangue dalle famiglie. E la bolletta di casa potrebbe ridursi di molto. E poi la terra. Migliaia di ettari in mano ai mega fondi sottratti alle produzioni biologiche e di qualità. Per il fotovoltaico si dia priorità ai terreni degradati, a cave e miniere esaurite, a discariche abbandonate, ad aree industriali – spiega ancora Raffaele Lombardo –. Si preferiscano i terreni demaniali abbandonati da sempre. La Regione si doti di uno strumento che, a patti e condizioni, peraltro indicati nei piani energetici 2009 e 2021, e in cambio di tangibili vantaggi per i siciliani, assicuri autorizzazioni rapide. Ottimo lo stop al saccheggio. Si ragioni e si riparta secondo regole definite e nell’interesse della Sicilia”. Sottoscriviamo tutto.
Già la Sicilia è stata già truffata nella metà degli anni ’70 del secolo passato, quanto un accordo che prevedeva che una quota del gas algerino che arriva in Sicilia sarebbe rimasta nell’Isola è stato fatto sparire dagli ascari
Vi risparmiamo le dichiarazioni degli esponenti del PD siciliano, partito antimeridionale e anti-siciliano che ha provocato danni enormi alle finanze regionali. Di questo partito salviamo soltanto Paolo Amenta, Sindaco di Canicattini Bagni e presidente dell’ANCI Sicilia, che è riuscito a scongiurare la follia del solito mega Parco fotovoltaico nella Val di Noto. Aggiungiamo, invece, che i signori di Fratelli d’Italia si sono montati la testa: a Roma comandano loro; in Sicilia, con l’assessorato regionale al Turismo sono, come dire?, un po’ troppo disinvolti; a Priolo il Ministro Urso si è salvato – e ha salvato la raffineria Isab – grazie agli israeliani e pensa che il merito sia tutto suo; a Palermo la gestione del Comune da parte di Fratelli d’Italia è un flop totale; a Catania si vogliono prendere il Comune passando di sopra al resto del centrodestra. Non stanno esagerando un po’? Il nostro augurio è che il presidente Schifani non molli, evitando che, anche per l’energia fotovoltaica e eolica, la vicenda si concluda come si è conclusa la citata quanto vergognosa storia del gas del Nord Africa che arriva nella nostra Isola: cioè con un nulla per la Sicilia. Riprendiamo un passo di un articolo che abbiamo scritto un anno fa che potrebbe essere ancora attuale: “Siccome ci occupiamo di politica siciliana da qualche anno, ricordiamo che a metà degli anni ’70 del secolo passato, quando venne inaugurato il metanodotto tra Sicilia e Algeria – leader dell’Algeria era Houari Boumédiène, presidente della Regione siciliana il democristiano Angelo Bonfiglio, assessore regionale all’Industria il socialista Nicola Capria – nell’accordo siglato è previsto che una quota del gas deve rimanere alla Sicilia a costo zero. Lo ricordiamo perfettamente perché chi scrive è figlio di un dirigente regionale che in quegli anni prestava servizio proprio alla presidenza della Regione siciliana. Fu proprio allora che il padre di chi scrive ci raccontava i particolari di questo accordo. Per motivi che non abbiamo mai capito questo accordo non è stato mai applicato. Ma lasciamo perdere il passato: l’accordo ci deve essere ancora, a meno che non l’abbiamo fatto sparire. Si tratta di andare a spulciare le ‘carte’ – che sono nell’archivio della presidenza della Regione siciliana – e chiedere la corretta applicazione di questo accordo. Con la quota di gas algerino che spetta alla Sicilia in base all’accordo siglato nella prima metà degli anni ’70 (forse nel 1974, ma non ne siamo certi), la Sicilia non ha bisogno di trivelle né, tantomeno, di rigassificatori” (qui per esteso il nostro articolo di un anno fa). Presidente Schifani: perché non prova a rintracciare questo accordo fatto sparire dagli ascari di quegli anni, provando a capire se, ancora oggi si può fare qualcosa?
Foto tratta da l’Eco del Sud
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