- In questa quarta puntata proviamo a raccontare perché la conoscenza della tecnologia è indispensabile per comprendere l’enigmatico mondo degli UFO
- I buchi neri
- Le AI (Artificial Intelligence)
- Per i viaggi interstellari sarà necessaria l’intelligenza artificiale
- La propulsione chimica dovrà necessariamente essere messa in soffitta
di Vito Piero Di Stefano
In questa quarta puntata proviamo a raccontare perché la conoscenza della tecnologia è indispensabile per comprendere l’enigmatico mondo degli UFO
Non deve tediare il lettore questo insieme di puntate che sembra divaghino dall’argomento fondamentale di questa rubrica: gli UFO. Ma ci si deve rendere conto che se non si conosce in qualche modo lo stato dell’arte della nostra tecnologia si rischia di trarre spesso conclusioni fuori dalla logica e si rischia di considerare un certo tipo di avvistamento di “qualcosa” come il classico asino che vola. Per cui nello studio del fenomeno UFO o UAP (come si usa dire ad oggi, con una nuova metodologia lessicale che i governi usano per confondere le idee e i ragionamenti delle popolazioni), è giusto sapere a che punto è la scienza che conosciamo per poter cercare di capire, in proiezione, come potrebbero funzionare eventuali oggetti volanti non identificati provenienti da altrove. Assodato che la velocità della luce è un limite invalicabile nel nostro universo, resta da accertare, per come la scienza e la tecnologia di oggi si ingegnano, se esistono soluzioni in natura che consentano spostamenti superluminali. Una delle più promettenti soluzioni, anche se tecnologicamente complicata e di difficile realizzazione (ad oggi), è quella di piegare il cosiddetto spazio-tempo o di trasferirsi in un universo contiguo di dimensione superiore dove probabilmente la velocità massima raggiungibile è superiore a quella della luce nel nostro universo. Mentre con la piegatura dello spazio-tempo ci sono già diversi studi teorici ed inizi di studi di fattibilità con la tecnologia attuale, per il trasferimento in una altro universo di dimensione superiore, la strada è più lunga perché dovremmo ben capire se questi universi di dimensione superiore di cui parlano le varie teorie, ci sono oppure sono solo giochi matematici. Dagli ultimi studi sembra proprio che esistano. E se esistono, sono lì, in attesa che noi troviamo le regole matematico-fisiche e la tecnologia per esplorarli.
I buchi neri
Spesso si è parlato dei buchi neri come eventuali portali di trasferimento a guisa di tunnel spazio-temporali tra universi. Ovviamente pensare di utilizzare un buco nero per spostarci fra le stelle è un tantino mortale per cui il concetto è valido ma il pensiero fattibile no. Il concetto è valido nel senso che un campo gravitazionale enorme come quello che genera un buco nero provoca nel tessuto spazio temporale del nostro universo una lacerazione di potenza enorme che consentirebbe di spostarci letteralmente in un altro universo dimensionalmente uguale o diverso. Ma dobbiamo ricordare che un campo elettromagnetico di potenza adeguata potrebbe causare la stessa situazione con il risvolto della gestione. Cioè un buco nero non sarebbe gestibile. E’ lì. Punto. Immodificabile. Il campo elettromagnetico potrà essere modificabile come intensità e frequenza dallo stesso equipaggio di una ipotetica astronave. E ci sono molti studi che vanno in questa direzione. Se quindi si riuscirà a gestire la gravità come già si gestisce l’inerzia (come abbiamo visto nel precedente articolo che potete leggere qui) possiamo dire che l’astronave stessa produrrà il suo personale micro buco nero costruendo un tunnel spazio-temporale al bisogno.
Le AI (Artificial Intelligence)
Un altro metodo sarebbe quello di modificare la frequenza delle stringhe che compongono la materia dell’astronave e con il cambio di frequenza la stessa astronave e tutto il suo equipaggio si troverebbero nel nuovo universo di dimensione superiore con velocità superluminali. Basterebbe rimodificare nuovamente la frequenza delle stringhe ed ecco che l’astronave rientrerebbe nel nostro universo ma a milioni di anni luce di distanza superati in pochi anni o pochi minuti. E non stiamo parlando di fantascienza, ma di studi allo stato dell’arte al top della fisica mondiale. Deve essere chiaro, comunque, che le cose sono complesse e difficili e richiedono una tecnologia che al momento non riesce ad andare di pari passo con la formulazione teorica. Tutto ciò richiede potenze di calcolo immense che neanche i supercomputers di oggi riescono a produrre, tante e tante sono le variabili e le problematiche matematiche da gestire. Stiamo cominciando a vedere qualcosa con le moderne AI (Artificial Intelligence) che potrebbero a breve cominciare a “riprodursi” e migliorare a livello esponenziale nel giro di pochi anni. Perché è ovvio che non potremmo gestire una astronave di questo tipo … a mano, per come a volte si vede nei film di fantascienza in modalità … arrivano i nostri.
Per i viaggi interstellari sarà necessaria l’intelligenza artificiale
Già a questo livello la cosa si complica non solo a causa della complessità elaborativa che presenterebbe una astronave di questo tipo e per cui sarebbe necessaria una superintelligenza artificiale di alto livello, ma ci sarebbero grandi difficoltà anche per la capacità umana di gestire problematiche di vario tipo e di grande complessità. Per cui non deve meravigliarsi il lettore della esistenza dei famosi Cyborg dei film di fantascienza, ma dobbiamo renderci conto che è probabilmente inevitabile “aiutare” l’essere umano con vari supporti intellettivi artificiali per compensare le difficoltà decisionali e tecniche di un viaggio interstellare. E quindi dovremo accettare, volente o nolente, la commistione di intelligenza pura e artificiale (AI) con una sorta di transumanesimo dedicato al potenziamento intellettivo e/o fisiologico dell’essere umano quale esploratore stellare. Ricordiamo che Google ha detto ufficialmente di recente che la AI è quasi al livello di autocoscienza, cioè, in parole semplici, il computer saprà nel giro di pochi anni che è … un computer. Quindi avrà percezione di Sé.
La propulsione chimica dovrà necessariamente essere messa in soffitta
Immaginiamo tutto questo fra 50 anni. Ecco, quindi, che dagli UFO siamo arrivati alla AI e dalla AI di nuovo agli UFO ed al tentativo di comprensione degli eventuali alieni che potrebbero essere alle porte di casa nostra. A tutta questa quantità di difficoltà si aggiunge anche il reperimento della immensa energia di cui si dovrebbe disporre per far sì che tutto quanto detto precedentemente diventi realtà. Orbene: immaginiamo che si debba costruire un micro buco nero oppure si debba modificare la struttura delle stringhe di una astronave in movimento per andare da qualche parte. La quantità di energia elettromagnetica necessaria sarà semplicemente enorme. E da dove ci si può fornire di questa energia? Ovviamente quella chimica (combustibile per razzi) è ridicolmente scadente. Una classica Navetta Spaziale già solo per entrare in orbita consuma una quantità immensa di carburante che si esaurisce nel giro di pochissimi minuti. Circa 540.000 litri di ossigeno liquido e circa 1.500.000 litri di idrogeno liquido nel serbatoio centrale e circa 1000 tonnellate di combustibile solido dei due booster laterali. E tutto questo per portare una astronave piccola bastevole per 10 persone circa in un’orbita bassa per una quindicina di giorni al massimo. Con immensi rischi di esplosione ad ogni secondo che passa. Pensa un po’ fare le operazioni precedenti quali accedere a modalità superluminali. Stiamo parlando del nulla. La propulsione chimica dovrà necessariamente essere messa in soffitta. Vedremo in seguito quali ad oggi potrebbero essere i probabili sostituti e da dove potremmo recuperare l’energia necessaria. E’ chiaro che non ci potranno essere serbatoi enormi di un qualche tipo di combustibile. Perché sono ovviamente pesanti e il rischio che possano avere delle perdite (con tempi di volo di qualche anno) è notevole con la conseguente perdita della astronave che vagherebbe senza meta nel cosmo. In qualunque caso non si può parlare seriamente di viaggi, sempre con tempi di qualche anno, in quanto ci sarebbe la necessità di serbatoi non solo per il carburante ma anche per le scorte alimentari e di supporto agli eventuali astronauti. Sarebbe necessaria inoltre una gravità artificiale per evitare gravi problemi fisici agli astronauti. Si dovrà creare un ambiente che è come dire, sganciato dall’esterno. Quindi mentre l’astronave corre a velocità superluminali con una AI che si occupa di tutto, all’interno tutto è normale e i suoi occupanti possono anche rilassarsi facendo una partitina a carte o discutendo sereni del più e del meno.
Alla prossima.
Fine quarta puntata/ Continua
Gli abitanti di altri mondi potrebbero vivere in altri universi pluridimensionali – seconda puntata
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