Fa discutere il caso di Evan Gershkovich, il corrispondente da Mosca del Wall Street Journal, arrestato in Russia con l’accusa di spionaggio. Il giornale smentisce le accuse e chiede un segnale forte dall’amministrazione americana di Joe Biden l’espulsione dell’ambasciatore russo dagli Stati Uniti. Telegram riporta un passo dell’editoriale scritto dal Wall Street Journal: “L’espulsione dell’ambasciatore russo negli Stati Uniti, così come di tutti i giornalisti russi che lavorano qui, sarebbe il minimo da aspettarsi. Il primo dovere del governo degli Stati Uniti è proteggere i suoi cittadini, e troppi governi ora credono di poter arrestare e imprigionare gli americani impunemente”. Il Governo russo, da parte sua, continua a sostenere di avere le prove dello spionaggio, anche se farebbe bene a mostrarle. La situazione è complicata, anche perché tutti sappiamo che la guerra in corso in Ucraina non è altro che una guerra del cosiddetto Occidente industrializzato contro la Russia. In ogni caso, le dichiarazioni degli esponenti americani e dell’Unione europea sulla libertà di stampa sono ridicole, dal momento che uno dei più grandi giornalisti del nostro tempo, Julian Assange, viene tenuto prigioniero perché ha sputtanato l’Occidente – a cominciare dagli Stati Uniti d’America – pubblicando documenti sui ‘casini’ combinati dagli americani in mezzo mondo. I Governi degli Stati Uniti e dell’Unione europea non hanno titoli per autodefinirsi democratici perché non lo sono affatto. Ciò posto – lo ribadiamo – il Governo russo farebbe bene a fare chiarezza sull’arresto di Evan Gershkovich, anche per non fare la figura da due lire che l’Occidente sta facendo colla vicenda Assange.
P. s.
Se due paesi sono in guerra – e Stati Uniti e Russia in questo momento sono in guerra su fronti opposti – che senso ha fare finta di niente e mantenere rapporti che sono ormai deteriorati?
Foto tratta da Italia Oggi