- Una città allo sbando con i residenti della ‘Capitale’ della Sicilia diminuiti di 17.281 unità dalla fine del 2019 alla fine del 2022
- I danni finanziari prodotti alla Sicilia dal Partito Democratico
- Gli eterni lavori pubblici della Sicilia, il turismo come illusione dello sviluppo, i costi dei biglietti aerei da e la Sicilia sempre elevati e la solita ‘minchia volante’ del Ponte sullo Stretto di Messina
Una città allo sbando con i residenti della ‘Capitale’ della Sicilia diminuiti di 17.281 unità dalla fine del 2019 alla fine del 2022
Che fine sta facendo la popolazione siciliana? Che fine sta facendo la popolazione di Palermo? Degli abitanti del capoluogo della nostra Isola racconta qualcosa in un post su Facebook Mario Pagliaro. Chimico del Cnr, grande esperto in meteorologia, appassionato di agricoltura, Pagliaro è un personaggio poliedrico con uno spiccato interesse per la scienza vista in tutti i suoi aspetti. In questo post si cimenta sull’evoluzione – o involuzione, a seconda dei punti di vista – di Palermo, città a perdere ormai da tanti anni. Una città – tanto per citare un esempio clamoroso avvolto nel silenzio – che per strafottenza ed errori delle proprie amministrazioni comunali, quasi tutte rapaci e interessate solo ai grandi appalti da gestire senza costrutto, ma solo per fare girare i picciuli, ha perso il mercato storico della Vucciria. Di questo luogo un tempo affascinante oggi resta solo il quadro di Renato Guttuso e i luoghi dove i ragazzi sbevazzano la sera e la notte. La Vucciria scomparsa è il simbolo del fallimento di Palermo. Ma andiamo al post di Pagliaro sulla popolazione:
“Palermo – scrive Pagliaro – Popolazione residente secondo Istat che raccoglie i dati inviati dai Comuni:
652.720 (nel 2019)
647.422 (nel 2020)
638.855 (nel 2021)
635.439 (nel 2022)
Cioè, i residenti nella ‘Capitale’ della Sicilia sono diminuiti di 17.281 unità nei 36 mesi fra fine 2019 e fine 2022.
In pratica, #Palermo perde 500 abitanti al mese. E questo nonostante vi risiedano oltre 30mila residenti di origine straniera, fra i 25.446 stranieri provenienti da 130 Paesi e gli oltre 4mila che hanno acquisito la cittadinanza italiana.
La popolazione residente in #Sicilia a fine 2022 è al valore più basso dal 1976: solo 4 milioni e 833mila residenti. E questo nonostante la massiccia immigrazione che vi ha portato decine di migliaia di lavoratori, principalmente braccianti agricoli, provenienti da Paesi africani ed asiatici. Nel 1952, nove anni dopo la fine della guerra in Sicilia, la popolazione era di 4 milioni e 490mila abitanti.
Fanno eccezione #Ragusa e #Catania, dove è in corso uno storico incremento delle attività turistiche ed agricole. Con la popolazione che aumenta in entrambe le città.
Ci torniamo per guardare i dati da vicino”.
I danni finanziari prodotti alla Sicilia dal Partito Democratico
I dati messi nero su bianco da Pagliaro sono in parte noti, anche se non con la precisione che caratterizza il suo post. Il calo della popolazione è un fenomeno che riguarda la Sicilia. Ogni tanto se ne parla, ma non troppo per non creare allarmismo. E, soprattutto, per non mettere in evidenza il fallimento integrale della classe politica siciliana. Dai dati diffusi dal Centro Studi e Ricerche Idos lo scorso anno, la popolazione siciliana potrebbe è destinata di circa di 100 mila unità nel 2025. La popolazione siciliana è in diminuzione dal 2014. Le cose, in Sicilia, non sono andate mai bene ma sono cominciate a peggiorare con l’avvento a Palazzo Chigi del Partito Democratico di Matteo Renzi. Questo partito, quando è andato – contemporaneamente – al Governo della Sicilia e dell’Italia, si è concentrato nel distruggere l’Autonomia finanziaria della Regione siciliana. In due anni – tra il 2014 e il 2016 – la Regione siciliana è stata derubata di poco più di 7 miliardi di euro di crediti che vantava verso lo lo Stato e con una rivisitazione truffaldina delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto ha ‘legalizzato’ lo scippo di almeno il 30% del gettito IRPEF che, a norma dello Statuto, spetta alla Sicilia. Più gli scippi dell’IVA, più lo scippo di 9 miliardi di euro di fondi sanitari regionali dal 2007 ad oggi. Tutte cose che I Nuovi Vespri hanno documentato. La cosa incredibile è che in Sicilia ci sono ancora persone che votano PD e, in generale, i partiti politici nazionali, vere e proprie sanguisughe. Poi arrivano le firme ‘prestigiose’ del Corriere della Sera – giornale che in realtà viene letto sempre di meno, come quasi tutti i giornali cartacei italiani – e ci vengono a dire che la Sicilia è una Regione ‘privilegiata’ (su questo argomento torneremo, anche per sottolineare il livello al quale è giunta l’informazione in Italia). C’è veramente da ridere.
Gli eterni lavori pubblici della Sicilia, il turismo come illusione dello sviluppo, i costi dei biglietti aerei da e la Sicilia sempre elevati e la solita ‘minchia volante’ del Ponte sullo Stretto di Messina
I risultati di questi scippi finanziari continui alla Sicilia si vedono nell’andamento della popolazione che, a partire dal 2014 fino al 2021, diminuisce. C’è un abbassamento della natalità, ma c’è, soprattutto, una condizione esistenziale di incertezza. Uno scenario che è peggiorato con la pandemia e, adesso, con gli effetti della guerra in Ucraina. Checché ne dicano i Paesi europei che chiudono le frontiere per evitare che i migranti lascino l’Italia, il saldo migratorio nella nostra Isola è negativo, nonostante il 90% dei migranti via mare approdi in Sicilia. La Sicilia di oggi è una terra inospitale, con poco lavoro, con servizi pessimi, con una sanità pubblica allo sbando derubata sistematicamente da Roma, con strade e autostrade che cadono a pezzi, con grandi opere pubbliche in corso di realizzazione da decenni che, in buona parte, servono solo a foraggiare grandi gruppi imprenditoriali del Nord Italia che, secondo uno schema coloniale, lasciano in Sicilia lavori incompleti in attesa che arrivi altro denaro pubblico da ‘drenare’. Basti pensare alla ‘nuova’ strada o autostrada (fate voi) Palermo-Agrigento; o alla Caltanissetta-Agrigento; o alla Siracusa-Gela; o alle eterne manutenzioni della Palermo-Catania; o all’altrettanto eterna Circumetnea; o al Passante ferroviario di Palermo, all’Anello ferroviario di Palermo e agli eterni lavori portuali di Palermo. Opere pubbliche che non i completano mai. Vergogne ‘appaltizie’ a cielo aperto. L’agricoltura siciliana, tranne pochissime eccezioni, è in ginocchio. Il turismo siciliano dà solo l’illusione dello sviluppo, dal momento che, per definizione, è un settore economico fragile dove i lavoratori, in molti casi, vengono sfruttati. In più c’è la presa in giro dei trasporti aerei. I siciliani che rientrano per le vacanze in Sicilia debbono pagare biglietti ‘salatissimi’. E’ stato così a Natale e sarà così anche per le vacanze di Pasqua, nonostante le chiacchiere vacue e fatue degli attuali governanti siciliani specializzati nel vendere fumo. In più è arrivata la Lega di Matteo Salvini con il solito Ponte sullo Stretto di Messina, buttanata ultracentennale, eterna ‘minchia volante’ che serve solo a preparare le campagne elettorali future e a fare guadagnare altri soldi alle imprese del Nord Italia. In questo scenario gli stranieri che arrivano in Sicilia vanno via velocemente verso il Nord Italia e verso l’estero. Le immagini di Ventimiglia ci fanno credere che i francesi riescono a controllare i flussi migratori. Ma chi conosce lo scrittore Francesco Biamonti e un suo romanzo famoso, Vento largo, sa che esiste un mondo che aiuta i migranti che giungono in Italia a raggiungere gli altri Paesi europei.
P. s.
Ah, dimenticavamo: mentre la città di Palermo sprofonda e perde popolazione sono in arrivo 800 milioni di euro di appalti ferroviari per sei nuove linee di Tram e altri 400 milioni di euro per parcheggi ‘avveniristici’. Chi utilizzerà Tram e parcheggi? Domanda retorica. Intanto appaltiamo e poi, comu mnchia finisce si cunta…
Foto tratta da Palermo Web
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