Eh sì, ci volevano i Democratici alla Casa Bianca per far venir meno l’alleanza storica tra Stati Uniti d’America e Israele. Eh sì, i vari Joe Biden, Nancy Pelosi, Barack Obama e la famiglia Clinton sono riusciti a ridurre al lumicino i rapporti con Gerusalemme. Poi da quando al Governo di Israele c’è Benjamin “Bibi” Netanyahu i rapporti tra i due Paesi sono quasi a zero. E’ noto che Netanyahu, da sempre in ottimi rapporti con Vladimir Putin, non ha gradito l’attacco degli USA alla Russia. A differenza degli europei – dove si racconta la favola dell’aggressore e dell’aggredito – il primo Ministro israeliano sa che gli Stati Uniti d’America, per difendere l’area del dollaro, hanno scelto la guerra permanente per impedire – o quanto meno per ritardare- il tramonto della divisa americana. Israele si è chiamato fuori da questa guerra. Ed è rimasto amico di Putin. Anzi, più che un amico, se è vero che gli ha risolto il problema in Sicilia, dove la Lukoil – il colosso russo che opera nel settore petrolifero – negli anni passati ha rilevato la raffineria Isab di Priolo, una delle più importanti raffineria d’Italia e d’Europa. Lo stabilimento Isab di Priolo non avrebbe più dovuto raffinare gas russo. Nell’operazione si è ‘infilato’ Israele (come abbiamo raccontato qui) per dare una mano ai russi. Lo sanno tutti che i russi sono sempre sulla plancia di comando della raffineria di Prillo con la copertura degli israeliani, ma non possono dire nulla. Nessuno negli USA e nell’Unione europea si mette contro Israele.
Israele non è in buoni rapporti solo con Putin. Tratta anche con il leader cinese, Xi Jinping. Dicono che i cinesi, maestri della diplomazia, avrebbero detto agli israeliani: “Ma non siete stanchi della guerra con i palestinesi? Se volete ‘sta cosa la sistemiamo noi dopo che finiamo di sistemare americani ed europei in Ucraina”. Sarà così? In effetti, i cinesi sono riusciti a far riappacificare Arabia Saudita e Iran. Perché non ci dovrebbero provare con israeliani e palestinesi? Vedremo. Per ora Netanyahu ha un po’ di ‘vucciria’ in casa (confusione, per i non siciliani). Ci sono provvedimenti che non piacciono a tutti gli israeliani che sono scesi in piazza. Poco male: a parte gli italiani – che accettano tutto, da Mario Monti al Jobs Act di Renzi fino a Mario Draghi – ci sono ‘bordelli’ in mezzo mondo. Biden si dice molto preoccupato per gli sviluppi in Israele e sottolinea che così “non può continuare”. Su un canale Telegram leggiamo che Netanyahu non sarà invitato alla Casa Bianca a breve. Quanto gliene possa importare di questo mancato invito dei Democratici americani al premier israeliano non sappiamo. Anche se lo possiamo immaginare dal tenore della risposta che lo stesso Netanyahu ha dato a Biden: “Israele è un Paese indipendente che prende le sue decisioni in base ai desideri dei suoi cittadini, non alle pressioni esterne, anche dei suoi migliori amici”. E lo ‘posò’, insomma. Facendo quattro conti, l’attuale presidenza americana, dopo aver perso gli alleati Arabia Saudita e Paesi del Golfo, passati con la Cina, si sta giocando anche Israele. “C’eravamo tanto amati” era il ritornello di una canzone degli anni ’70…
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano