Storia di Rita Atria, la settima vittima della strage di via D’Amelio

28 marzo 2023
  • Per non dimenticare

“Ma loro erano anche suo padre e suo fratello, mafiosi come i killer che li avevano uccisi”

Rita aveva fatto una scelta importante e difficile. Mai con loro, mai come loro.
Loro erano quelli che avevano ucciso suo padre e suo fratello.
Ma loro erano anche suo padre e suo fratello, mafiosi come i killer che li avevano uccisi.
Rita Atria era cresciuta in un ambiente criminale, dove si reiteravano violenze e sopraffazioni, e dove le donne non potevano fare altro che assecondare e coprire le brutalità dei loro mariti, figli e fratelli.
La mafia era ovunque, Rita lo sapeva benissimo, e infatti diceva: “Prima di combattere la mafia devi farti un auto-esame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è nel giro dei tuoi amici; la mafia siamo noi e il nostro modo sbagliato di comportarci”.
Lei l’aveva sconfitta la mafia dentro di sé, tanto che a soli 17 anni Rita ebbe la forza di reagire e di cercare un’alternativa: denunciò, raccontò tutto quello che sapeva e divenne una testimone di giustizia. Perché voleva una vita diversa, una vita lontana dalle ombre e dagli orrori dei suoi familiari, per i quali ormai era come morta.
Sola, sotto falso nome e lontana dalla Sicilia, Rita trovò in Paolo Borsellino un punto di riferimento, un sostegno, ma soprattutto una speranza che forse un giorno le cose sarebbero cambiate.
“Forse un mondo onesto non esisterà mai, ma chi ci impedisce di sognare? Se ognuno di noi prova a cambiare forse ce la faremo”.
Lei era cambiata e aveva fatto la sua parte. Ma il mondo che la circondava purtroppo non sarebbe mai cambiato. E quando Paolo Borsellino fu ucciso, per lei fu la fine: la speranza che l’aveva tenuta in vita fino a quel momento venne meno, e Rita, disperata, si uccise.
Aveva 17 anni.
La settima vittima della strage di via d’Amelio, anche se raramente viene ricordata.
Oggi è la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Bambini, ragazzi, donne, uomini, anziani. Non possiamo dimenticare tutte queste vittime innocenti ma soprattutto dobbiamo onorare la loro memoria, dicendo anche noi i nostri piccoli grandi no all’illegalità, ai soprusi, alle violenze, alle prepotenze, a tutte le mafie.
Affinché il loro sacrificio non sia stato inutile.

Tratto dalla pagina Facebook La farfalla della gentilezza

Foto tratta da FinestrAperta.it

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