Mentre il presidente della Russia, Vladimir Putin, rispondendo al Regno Unito che ha deciso di inviare armi ad uranio impoverito in Ucraina (armi tossiche che possono provocare il cancro anche a chi le utilizza e, in generale, chi viene a contatto con queste armi tossiche), comincia a tirare fuori dagli arsenali armi nucleari da dislocare in Bielorussia (solo uno stupido non capisce che il messaggio è rivolto anche all’Europa che continua a inviare armi in Ucraina), viene fuori una notizia che era nell’aria già da tempo: e cioè che armi arrivare in Ucraina sarebbero finite nelle mani dei vari cartelli della droga. Per ora – come si nelle su un canale Telegram, sarebbero sta ritrovate tra i protagonisti dei cartelli della droga che operano in Messico.
“E’ davvero curioso – si legge nell’articolo su Telegram – ma sembra che i cartelli della droga messicani abbiano fatto trapelare, sempre su Telegram, alcune informazioni secondo cui starebbero utilizzando anche armi comprate in Ucraina. Sembra inoltre che i gruppi criminali messicani stiano anche minacciando i giornalisti che provano a seguire le vicende relative a queste armi acquistate in Ucraina”. Tutto è cominciato con un blogger, che ha iniziato a chiedersi come mai le armi occidentali destinate a Kiev siano finite nelle mani dei cartelli della droga messicani. C’è da stupirsi? No. Quando, nell’Agosto dello scorso anno, è stato aperto il corridoio umanitario nel Mar Nero per consentire all’Ucraina di esportare grano, mais e olio di girasole verso l’Africa e verso i Paesi del Medio Oriente, venne fuori il dubbio che questi prodotti, invece di finire in Africa, finivano in Europa. Quando l’abbiamo scritto siamo stati presi per complottisti. Un mese dopo è stata la stessa Ucraina ad ammettere che almeno un terzo dei prodotti esportati dall’Ucraina finiva in Europa. Insomma, oltre un anno fa c’erano già ‘giochi sporchi’.Il dubbio che le armi destinate all’Ucraina finiscano nelle mani delle mafie lo ha espresso anche il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri: “Non sto qui a sindacare sulle scelte dei Paesi occidentali di inviare o no le armi, queste sono scelte politiche. Io sono però preoccupato perché non essendo queste armi tracciabili noi non sappiamo ogni giorno quante di queste vengono usate e quante invece nascoste” (qui un articolo con una video-intervista al procuratore Gratteri).
Dopo oltre un anno di guerra e di bombe sarebbe bene considerare l’inquinamento dei terreni in Ucraina. Si tratta di sostanze inquinanti che, dai terreni, si trasferiscono nei prodotti agricoli, per poi finire sulle tavole di milioni di persone. Spiace scrivere queste cose ma sono problemi che non possono essere nascosti. Si potrebbe pensare ad altre forme di aiuti per l’Ucraina, evitando che prodotti agricoli inquinati finiscano in Africa, in Medio Oriente e anche in Europa. La siccità, che purtroppo è presente in Africa, in alcuni pesi del Medio Oriente e anche in Europa, non dovrebbe giustificare l’arrivo di prodotti agricoli inquinati. Ma, incredibilmente, i prodotti agricoli dell’Ucraina continuano ad essere esportati! I vertici dell’ONU, che hanno patrocinato l’apertura del corridoio umanitario nel Mar Nero, queste cose le sanno? Come si fa a chiudere gli occhi davanti a un problema così serio? Il dubbio è che, oltre ai tantissimi morti, con questa guerra in Ucraina c’è chi si sta arricchendo. I produttori di armi, ad esempio, sono felici, visto che stanno vendendo armi a tutto spiano. Idem per una certa agricoltura. Ma abbiamo la sensazione che in Europa – Italia in testa – siano arrivati e continuano ad arrivare prodotti agricoli ucraini. C’è qualcuno – magari il Governo italiano – che sta effettuando i controlli?
Foto tratta da VICE