Lo scorso 8 Gennaio, riprendendo un articolo di DURODISICILIA, abbiamo pubblicato un approfondimento dal titolo: “In Europa è arrivato e continua ad arrivare grano duro ucraino di pessima qualità. Buon appetito…“. Oltre die mesi addietro ci soffermavamo sulla qualità scadente del grano che arrivava da paesi esteri, anche dall’Ucraina. Oggi, ascoltando una trasmissione radiofonica – per la precisione Radio 24 – abbiamo appreso che la situazione, in Ucraina, si è ulteriormente complicata. Già lo scorso anno, dopo pochi mesi di guerra, qualche idea sul possibile inquinamento del grano ucraino a causa dei bombardamenti e, in generale, dalle sostanze tossiche immesse nell’ambiente. Oggi la situazione è ancora più complicata, perché siamo a oltre un anno di guerra con un livello di inquinamento molto più elevato rispetto ad un anno fa. Nulla contro l’Ucraina, ma l’inquinamento provocato da bombe e armi varie inevitabilmente si trasferisce nei campi agricoli e negli stessi prodotti agricoli. Abbiamo citato il grano ma il problema riguarda anche il mais e il girasole (per la cronaca, l’Ucraina, prima della guerra, era il primo Paese al mondo nella produzione di olio di girasole). crediamo che, su una cosa, tutti saranno d’accordo: la guerra tra Occidente e Russia che si sta combattendo in Ucraina sta anche avvelenando i terreni della stessa Ucraina.
Non sappiamo se verranno prese delle contromisure: se, ad esempio, verrà bloccato il corridoio umanitario nel Mar Nero che fino ad oggi ha consentito all’Ucraina di esportare i propri prodotti agricoli – grano e olio di girasole in testa – in minima parte in Europa e in massima parte in Africa. Se l’Italia fosse un Paese civile, o meglio, se l’Unione europea fosse una comunità civile i cittadini sarebbero stati informati già da tempo sulla salubrità dei prodotti agricoli che arrivano da un’ucraina tormentata da una guerra con bombardamenti senza fine. Questa informazione non c’è stata e non c’è, a parte qualche blog che ha posto la questione. Detto questo, a noi non sembra giusto non informare i Paesi africani su quanto sta succedendo. Fino a che punto è giusto far arrivare il grano e altri prodotti agricoli da un paese in guerra dove i terreni – a causa delle bombe e, in generale del conflitto – sono stati riempiti di sostanze non esattamente ottimali per la nutrizione delle persone e degli animali, con riferimento agli allevamenti? Ricordiamo sommessamente che se prodotti agricoli inquinati finiscono nella dieta di animali da carne e da latte, gli agenti inquinanti, oltre a far soffrire gli animali, si trasferiscono nella carne, nel latte e nei derivati del latte che finiscono sulle nostre tavole. Questo sarebbe già un ottimo motivo per convincere gli occidentali e i russi a porre fine alla guerra in Ucraina. Ma abbiamo, purtroppo, la sensazione che gli interessi geopolitici prevarranno sulla salute umana, sulla salute degli animali da allevamento e, in generale, sull’ambiente.
Come se tutto questo non bastasse, gli inglesi hanno detto che forniranno agli ucraini armi ad uranio impoverito. Su tale questione è opportuna una precisazione. Il problema dell’uranio impoverito non sta soltanto nella radioattività bassa ma comunque presente. Il vero problema è che queste armi immettono nell’ambiente veleni chimici pericolosissimi, che colpiscono sia chi usa tali armi, sia chi ne è vittima. Queste armi sono state già utilizzate in Iraq e durante i bombardamenti in Jugoslavia. Ricordiamo che dei soldati italiani che hanno preso parte alla guerra in Jugoslavia, alla fine degli anni ’90 del secolo passato, ben 7 mila e 600 si sono ammalati di cancro. Morale: già i terreni dell’Ucraina sono inquinati da continui bombardamenti, ora potrebbero anche arrivare le armi ad uranio impoverito… Che fare? L’unico consiglio che ci sentiamo di dare ai nostri lettori è di portare in tavola solo pasta e pane prodotti con grano a km zero. Meglio evitare la pasta industriale e mangiare solo pasta artigianale delle nostre zone. Idem per il pane. Chi vuole capire capisca.
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