- All’organizzazione sindacale diciamo: i precari non possono bloccare i concorsi pubblici
- L’emergenza Covid è durata 30 mesi?
All’organizzazione sindacale diciamo: i precari non possono bloccare i concorsi pubblici
Insomma, di diritto o di rovescio gli amministrativi dell’emergenza Covid debbono essere stabilizzati e pagati con i soldi del Fondo Sanitario Regionale. Abbiamo pubblicato un approfondimento nel quale chiediamo che, prima di effettuare nuove assunzioni di personale amministrativo nella sanità siciliana, si faccia chiarezza su quanto incide oggi il costo del personale non medico che opera nelle Aziende Sanitarie Provinciali e nelle Aziende ospedaliere sui 9 miliardi e 400 milioni di euro circa di spesa sanitaria siciliana annua. Ci sembra il minimo, prima di assumere nuovo personale amministrativo. Se non altro perché la sanità pubblica esiste per curare le persone, non per dare posti di lavoro a iosa a personale non medico. Detto questo, ci piacerebbe capire un po’ meglio come stanno le cose in ordine a un comunicato del sindacato Csa-Cisal, che chiede al Governo regionale e, in generale, alla politica siciliana di stabilizzare 53 programmatori presso l’Azienda Provinciale Sanitaria (ASP) di Palermo. L’ASP di Palermo, secondo questa organizzazione sindacale, non dovrebbe bandire il concorso e assumere i 53 precari dell’emergenza Covid. Noi non siamo d’accordo, perché concorsi e precari debbono camminare su piani diversi.
L’emergenza Covid è durata 30 mesi?
“Il concorso dell’ASP di Palermo per assumere 53 programmatori – si legge nel comunicato della Csa-Cisal – non solo potrebbe rivelarsi uno spreco di denaro pubblico, ma rischia di generare contenziosi legali con gli altrettanti programmatori assunti a tempo determinato durante l’emergenza Covid e che hanno diritto alla stabilizzazione: chiediamo al Governo regionale di fermare subito la procedura. Si tratta di 53 programmatori assunti durante l’emergenza pandemica mediante regolare procedura concorsuale e che, ai sensi del decreto Milleproroghe, hanno maturato il diritto alla stabilizzazione dal momento che alla scadenza dei contratti, fissata al prossimo 30 Aprile, risulteranno in possesso dei 30 mesi di servizio, di cui 18 per emergenza Covid; inoltre il loro numero rientra perfettamente nel piano triennale dei fabbisogni di personale 2021/2023 dell’Asp di Palermo. Ci sono tutte le condizioni per la loro assunzione in pianta stabile che valorizzerebbe la professionalità acquisita, facendo peraltro risparmiare sulle spese del nuovo concorso. Chiediamo al presidente Schifani un’immediata convocazione per evitare possibili contenziosi legali che sarebbero dannosi per tutti”. Chiediamo al sindacato Csa-Cisa: se questi 53 programmatori, come leggiamo nel comunicato, sono stati assunti durante l’emergenza pandemica come hanno fatto a raggiungere i 30 mesi di servizio? L’emergenza Covid è durata 30 mesi? Se è durata 30 mesi, certo, dovrebbero essere assunti; ma se l’emergenza Covid non è durata 30 mesi chi ha rinnovato il contratto a questo personale? E con quali soldi sono stati pagati? Lo chiediamo perché l’Assemblea regionale siciliana, nel Dicembre dello scorso anno, ha rinnovato il contratto per due mesi agli amministrativi dell’emergenza Covid e, a nostro avviso, si è trattato di una forzatura, perché l’emergenza Covid non c’era più. Aggiungiamo che, a nostro avviso, la norma regionale che ha prorogato ai dipendenti amministrativi dell’emergenza Covid il contratto per due mesi è a rischio di impugnativa. Questa storia è un inghippo. Prima di parlare di stabilizzazioni sarebbe opportuno fare chiarezza.
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