Ma di cosa si occupano i 70 deputati dell’Assemblea regionale siciliana? Ce lo chiediamo perché siamo arrivati alla terza decade di Marzo è non c’è una sola legge approvata, a parte Bilancio e Finanziaria che non fa testo, se è vero che è una legge che avrebbe dovuto essere approvata entro il 31 Dicembre dello scorso anno. Di fatto, questi 70 ‘califfi’ del Palazzo Reale di Palermo ogni mese si mettono in tasca una ‘carrettata’ di soldi ma per fare che cosa? Si sono aumentati l’indennità, questo sì (900 euro lordi al mese pari circa 500 euro netti al mese), ma di produrre leggi non se ne parla. Aula vuota, come la foto di Sala d’Ercole che vedete sopra. Da quel poco che sappiamo, l’unico disegno di legge di un certo peso presente nella seconda Commissione legislativa – la Commissione Bilancio e Finanze – è la proroga della legge ‘Straccia bollo’: siccome la Regione, lo scorso anno, ha incassato quasi 340 milioni di euro, il presidente della Regione, Renato Schifani, e l’assessore all’Economia, Marco Falcone, sognano che, con un anno di proroga, i siciliani replichino… A conti fatti, Governo e Parlamento dell’Isola, piuttosto che sostenere economicamente i siciliani, pensano a come ‘alleggerirgli’ le tasche! E poi? Volendo essere precisi, un altro disegno di legge che potrebbe andare in Aula c’è: il disegno di legge sui debiti fuori bilancio. Ma qui il discorso si complica, essendo i debiti fuori bilancio delle pubbliche amministrazioni uno dei più grandi imbrogli contabili dell’ultimo ventennio. E le Commissioni legislative di merito? Fanno audizioni, ci dicono. In attesa – quando sarà (se sarà) – di varare i disegni di legge che verranno (se mai verranno).
Perché nella Regione siciliana si formano i debiti fuori Bilancio? Per quello che sappiamo noi, si dovrebbe trattare sentenze che hanno visto la Regione soccombere (e quindi bisogna pagare chi ha vinto le cause). Ci sarebbe, poi – così ci raccontano – un’altra fonte, in verità piuttosto temeraria, di debiti fuori Bilancio della Regione: gli impegni di somme – con tanto di firme dei burocrati – a valere su capitoli incapienti, cioè capitoli senza fondi disponibili. Ma qui il gioco si fa duro… Ormai da qualche anno approvare i debiti fuori Bilancio, in Assemblea regionale siciliana, è diventato un po’ problematico. Ed è anche logico: di solito la stragrande maggioranza dei deputati sa poco o nulla (più nulla che poco, in verità) di queste somme da pagare con la forzatura dei debiti fuori Bilancio sui quali incombe sempre il dubbio di un possibile danno erariale. Noi ricordiamo ancora le scene un po’ comiche che abbiamo raccontato nel 2016, quando a sala d’Ercole i deputati scappavano per non votare i debiti fuori Bilancio! Rileggiamo un nostro articolo di sette anni fa: “Alla fine, dopo una corsa ad ostacoli che dura da settimane, con abbandoni dell’Aula e bagarre tra i gruppi politici, l’Assemblea regionale siciliana ha dato il via ai controversi debiti fuori bilancio. Ovvero, quei misteriosissimi 132 milioni di euro che nessuno sa con esattezza come e perché siano stati spesi. Sono operazioni temerarie che, come vi abbiamo detto più volte, non sono mai state contabilizzate e sulle quali pesa non l’ombra, ma un possibile macigno che in lingua italiana si chiama danno erariale. Ed è proprio per questo che i deputati si sono rifiutati, finora, di trasformare in legge questi raggiri contabili: la Corte dei Conti non fa sconti a nessuno”. Nel 2016 c’era il Governo regionale di centrosinistra di Rosario Crocetta. Per approvare la legge sui debiti fuori Bilancio “i parlamentari della maggioranza di centrosinistra hanno optato per una strategia farsesca: hanno chiesto il voto segreto. Obiettivo: impedire alla Corte dei Conti di ‘azziccare’ un eventuale danno erariale. Con il voto segreto, infatti, la magistratura contabile non potrebbe riconoscere chi ha votato sì…”. Quest’anno finirà pure così?