- La Svizzera cerca di correre ai ripari dopo il tonfo di una delle più importanti banche elvetiche
- Le tre domande
La Svizzera cerca di correre ai ripari dopo il tonfo di una delle più importanti banche elvetiche
Fusione forzata da UBS e Credit Suisse? Per la cronaca, l’UBS Group SA è una banca privata e una banca d’investimento che offre servizi nei settori degli investimenti e della gestione dei patrimoni di investitori istituzionali con sede a Zurigo e Basilea. Questa banca è rimasta coinvolta nella crisi del 2008. A fine Gennaio 2008 i dirigenti di UBS devono riconoscere di aver subito, nell’anno precedente, le più grandi perdite mai registrate nella storia delle banche svizzere: 4,4 miliardi di franchi di disavanzo e 21,3 miliardi di ammortamenti per coprire i ‘buchi’ aperti dalla crisi dei mutui ipotecari negli Stati Uniti d’America. Si scopre così che l’UBS è la banca europea maggiormente coinvolta nel tracollo del mercato immobiliare americano. Da alcuni anni, i responsabili dell’istituto bancario si erano lasciati attirare dall’allettante mercato dell’Investment Banking e avevano messo da parte molti criteri di sicurezza e prudenza, che per decenni avevano garantito il successo della piazza finanziaria svizzera. Nel giro di pochi mesi, il titolo UBS comincia a perdere la metà del suo valore. A fine Febbraio gli azionisti sfogano la loro delusione e loro rabbia durante un’assemblea straordinaria, in cui viene accettata una ricapitalizzazione della banca per 13 miliardi di franchi. I soldi provengono da un investitore anonimo mediorientale e soprattutto da un fondo statale di Singapore, che diventa di colpo il maggiore azionista dell’UBS. Ottobre 2008: l’UBS si è ritrovata in una grave crisi di liquidità ed è stata costretta a rivolgersi alla Confederazione e alla Banca nazionale svizzera (BNS) per evitare l’insolvenza. Ora, a metà Marzo 2023, UBS tratta per acquistare tutta o parte di Credit Suisse, alle prese con una definitiva crisi di liquidità e di credibilità (non risolta dai 54 miliardi avuti dalla Banca centrale svizzera) che ne ha fortemente compromesso la sopravvivenza.
Le tre domande
Fino ad ora è saltata una grande banca negli Stati Uniti d’America, la Silicon Vally Banck, e ci sono grandi problemi per la Credit Suisse svizzera. Ieri i mercati hanno chiuso ancora una volta in negativo. E’ chiaro che, nonostante gli interventi degli Stati, la cose non vanno affatto bene. La domande sono tre: quante altre banche americane ed europee sono esposte? E che legami ci sono tra i problemi che stanno colpendo le banche occidentali e le Borse con la guerra in Ucraina? Che cosa succederà la prossima settimana?
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano
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