- I metodi avanzati per muoversi nello Spazio alternativi a quelli conosciuti fino ad oggi
- 30 cucchiai di vuoto producono quanto 16 kmq x 30 di una centrale nucleare
- L’enigmatico scienziato iraniano Mehran Keshe e la chiavetta sparita
- Esistono programmi avanzati secretati per produrre energia dal vuoto dello spazio tramite applicazioni di procedimenti collegati all’elettrogravità che la renderebbero multiutilizzabile
- Sembra che la Russia possegga veicoli antigravitazionali
di Vito Piero Di Stefano
I metodi avanzati per muoversi nello Spazio alternativi a quelli conosciuti fino ad oggi
Abbiamo accennato ai metodi avanzati per muoversi nello Spazio e quindi alternativi ed evolutivi di quelli adottati fino ad oggi. Cominciamo con il ricordare che già nel 2002 la Boeing, la più importante azienda produttrice di aerei del mondo, ammise che sta lavorando ad un progetto di un aereo antigravità. Inoltre la compagnia stava cercando la collaborazione di scienziati russi che hanno già sviluppato l’antigravità in motori in Russia e Finlandia. In particolare il Dott. Evgeny Podkletnov, che ha chiamato il suo progetto: “GRASP”. Si tratta di una ricerca sulla gravità per una propulsione avanzata spaziale. Lo scienziato si è occupato da tempo di antigravità utilizzando campi elettromagnetici. I suoi studi avevano consentito di ridurre l’inerzia di un buon 15% già 20 anni addietro. Immaginiamo i progressi al giorno d’oggi. Dalle informazioni pubblicate dal Capitano Joe Collins, agente speciale del servizio d’intelligence dell’USAF che avrebbe condotto indagini top-secret coperte ad alto livello, si sa che il fisico teorico Meguel Alcubierre ha lavorato al Max Plank Institute nello studio della Fisica della Gravitazione, in Germania a Potsdam. In qualunque caso qualcosa si muove presso le potenze tecnologiche del nostro Pianeta nella direzione della propulsione elettromagnetica, senza la quale saremo confinati su questa sfera … e basta.
30 cucchiai di vuoto producono quanto 16 kmq x 30 di una centrale nucleare
Per esempio, basandosi sugli studi di circa 20 anni fa, condotti dallo scienziato britannico Roger Shawyer e che riguardavano il cosiddetto EmDrive, propulsore elettromagnetico, un team di lavoro della NASA ha presentato un propulsore che potrebbe portare un uomo su Marte in 70 giorni circa, cioè percorrendo 1.000.000 di km al giorno. Tre volte la distanza Terra-Luna al giorno. Ma siamo sempre su velocità normali e non ultrarelativistiche. Vanno bene per l’esplorazione del sistema solare prossimo a noi: Mercurio, Venere, Marte. Già per Giove ci sono problemi. 650 milioni di Km, quindi 650 giorni. Circa due anni. Troppo. Per non parlare degli altri pianeti esterni a Giove ove la cosa si fa decisamente complessa e non realizzabile in tempi brevi (saranno necessari almeno altri 100 anni di progresso tecnologico per ipotizzare di raggiungere Giove senza impiegarci una vita). Una piccola notizia raccolta nel sito della NASA è riportata in un piccolo trafiletto sull’inserto “Tuttoscienze” de “La Stampa” del 14 Dicembre 2016. Si parla di un Test fatto dalla NASA. Sotto il titolo “Test della NASA. Il motore impossibile”, si diceva del “motore spaziale EmDrive, definito ‘impossibile’ perché promette di produrre energia a partire dal vuoto e spingere le astronavi senza utilizzare alcun combustibile…”, un motore “che sembra violare alcuni dei principi-cardine della fisica”. Vi è una parolina magica nell’articolo. Il “vuoto”, un tessuto di materia, antimateria e energia solida (cioè massa): “Essa permea l’intero universo e fluttua continuativamente come interazione tra materia e antimateria […] è una riserva grande quanto l’universo…si annichila e si ricrea da sola”, riferisce il prof. Paul Czysz. Quell’energia ricavata dal vuoto spaziale è chiamata Zero-point Energy e “fornisce circa 40-50 megawatts di potenza ogni 15 cmc di spazio. Per capire la portata ricordiamo che una centrale nucleare di media potenza fornisce 1,5 GW, cioè 30 volte di meno ed enormemente più inquinante. Inoltre sono necessari 16 kmq (per costruzione della centrale, servizi, aree specifiche necessarie e zona di riguardo) per produrre questa energia. Quindi 30 cucchiai di vuoto producono quanto 16 kmq x 30 di una centrale nucleare, cioè 480 kmq di spazio problematico ed inquinato.
L’enigmatico scienziato iraniano Mehran Keshe e la chiavetta sparita
Secondo Sakharov, che ci lavorava con la ZPE, “è un oceano di energia galleggiante, congelata in un quantum temporale, infinita come l’universo” che confermerebbe l’esistenza e la permeazione di onde gravitazionali. E in tema di propulsione, Hal Puthoff, fisico teoretico e sperimentale con un curriculum che comprende General Electric, Stanford University, Sri International, Institute for Advanced Studies e, non casualmente, un periodo di consulenza alla Nsa, riferisce che “l’Air Force stabili un programma chiamato Mass Modification per studiare la possibilità di applicare le prerogative dell’Energia Punto Zero alla propulsione spaziale e verificò le (nostre) teorie consultando laboratori, aziende e università…” . Un sistema che assorba Zero-point Energy – spiega Mark McCandish, contractor di grandi aziende del settore aerospaziale – potrebbe sviluppare capacità antigravitazionali straordinarie, ridurre di molto la massa del velivolo e favorire il superamento della velocità della luce. L’Alien Reproduction Vehicle (Arv) che McCandish sostiene di aver esaminato presso la Norton Air Force Base di San Bernardino, California, sarebbe dotato di un dispositivo centrale, definito vacuum tube, appositamente destinato a convogliare Energia Zero e processarla per ottenere prestazioni sorprendenti. Ed ancora l’enigmatico scienziato iraniano Mehran Keshe, che da noi ha stabilito la sua Fondazione per gli studi energetici e la propulsione aerospaziale, sostiene di aver prodotto (e brevettato in almeno 300 applicazioni) un microreattore ZPE. Un caso diplomatico era scaturito dalla avvenuta consegna da parte del prof. Keshe dei protocolli del microreattore al Sottosegretario agli Esteri del governo Monti, Marta Dassù, il 26 Ottobre 2012 all’ambasciata italiana di Bruxelles. L’incontro e la consegna della chiavetta con i dati sono stati confermati dalla stessa nella risposta all’interrogazione alla Camera del deputato Fabio Meroni (Lega Nord) il 13 Dicembre 2012. L’incontro sarebbe stato videoregistrato, ma la registrazione non è divulgabile. Inoltre la risposta scritta ricevuta non rispondeva alla richiesta di conoscere le valutazioni sulle tecnologie acquisite. La risposta del Ministero non risulta mai pervenuta e la chiavetta è sparita.
Esistono programmi avanzati secretati per produrre energia dal vuoto dello spazio tramite applicazioni di procedimenti collegati all’elettrogravità che la renderebbero multiutilizzabile
A proposito di brevetti particolari ci sono riscontri significativi sulla questione; ad esempio la circolare del 15 gennaio 2008 dei direttori del US Patent and Trademark Office (Uspto) è stata inviata alla sezione Tecnologie per ricordare agli esaminatori di non ammettere richieste che riguardassero soggetti di “interesse speciale” come: a) macchine da moto perpetuo (categoria che include tecnologie per produrre energie innovative); b) dispositivi antigravità; c) superconduttività del calore; d) energia libera; e) dispositivi di propagazione superluminale; f) altre materie che violano le leggi generali della fisica; g) richieste per scopi pioneristici; h) richieste per invenzioni che se diffuse genererebbero potenzialmente eccessiva pubblicità…”. Da tutto questo grumo intricato di informazioni tanto si può dedurre:
1. Che esistono programmi avanzati secretati per produrre energia dal vuoto dello spazio tramite applicazioni di procedimenti collegati all’elettrogravità che la renderebbero multiutilizzabile.
2. Che tali programmi avanzati sono in possesso della stessa “community” privata/militare che possiede e gestisce altre tecnologie segrete collegate alla propulsione aerospaziale, un terreno che, si ammette apertamente, riguarda anche le ricerche sul fenomeno Ufo; una community clandestina all’opinione pubblica, un’ élite di potere che controlla la scienza tramite il segreto, la negazione dei brevetti, l’accaparramento tramite i black budget di ingenti finanziamenti, le conoscenze che derivano da livelli di sviluppo tecnologico forse non immaginabili da chi ne sta fuori, molti decenni più avanti rispetto alla realtà che viviamo.
Sembra che la Russia possegga veicoli antigravitazionali
Rimane la questione NASA: la NASA sembrerebbe aprire una piccola breccia nel cover up pur dichiarando una presunta arretratezza della ricerca e definisce la propulsione basata sull’utilizzo dell’Energia del vuoto “impossibile”. Infatti dichiara, a proposito delle nuove tecnologie per estrarre energia, valori estremamente bassi e quindi di fatto non utilizzabili, al di sotto dell’overunity (parola che significa che il dispositivo emette più energia di quella che consuma). Ma la NASA omette sapientemente di riferire che questi valori di energia di cui parla risalgono a esperimenti risalenti a prima della Seconda Guerra Mondiale, cioè circa 100 anni addietro. Un ulteriore barlume nella segreta ossessione militare sulla tecnologia UFO ci viene data dal Colonnello Steve Wilson, dell’Aviazione USA (in pensione), già capo del Progetto Pounce, una forza speciale di élite dell’Air Force National Reconaissance Office (NRO) che recupera UFO precipitati. Il Col. Wilson riporta che “…il primo volo antigravità statunitense ebbe luogo il 18 luglio 1971 a S-4, «Dreamland» (Area 51), dove vennero dimostrate anche capacità di deviare la luce per ottenere la totale invisibilità. Erano presenti al volo personalità come l’ Ammiraglio (Bobbie Ray) Inman (ex direttore della National Security Agency, NSA), che è ora a capo dell’azienda SAIC (Science Application International, Inc.) a San Diego, California, che costruì i dispositivi antigravità”. Il Colonnello Wilson ha rivelato anche che un annuncio della Lockheed su un’unità di ricognizione, senza pilota, con corte ali e propulsione elettrica, chiamata “Dark Star”, è designato X-22. Questo Dark Star è un aereo operativo antigravità, senza ali, con due membri d’equipaggio. Lo vide in un volo di prova nel 1992 nell’Area 51. In volo, la sua carlinga metallica è oscurata da un’intensa luce bianca-blu che pulsa ad intervalli di circa due secondi. Durante la fase in cui l’intensa luce è spenta, il corpo del velivolo sparisce dalla visione ottica; poi il velivolo riappare orizzontalmente, alla distanza di diverse centinaia di metri, con luce accesa. Significa questo che l’apparecchio viaggia in piccoli salti attraverso l’iperspazio. Il perseguimento della tecnologia ad antigravità è pertanto a livello internazionale. Si afferma inoltre da più fonti che la Russia possegga i propri veicoli antigravitazionali. Paul Stonehill, un rispettato investigatore dell’ufologia russa, riporta che nell’aprile 1988 i russi iniziarono ad usare tecnologia antigravitazionale che piega lo spazio-tempo. Nel giugno 1997 una affidabile fonte all’interno dell’intelligence nell’area di Washington, DC, passò un’informazione circa la Cina, che avrebbe ora acquisito tecnologia antigravitazionale. In aggiunta, un professionista di fama mondiale nella ricerca sugli UFO/ET gli ha confidato che anche un gruppo in Giappone, possiede tale tecnologia.
Fine terza puntata /continua
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