di Diego Fusaro
13 marzo 2013. Sono passati dieci anni da quando si insediò “Papa” Bergoglio, che in realtà Papa non è stato nemmeno un istante della sua vita. In “La fine del Cristianesimo”, ho provato a chiarire perché il Papa rimase sempre Ratzinger fino alla sua dipartita, 31 dicembre 2022. Ebbene, sono stati dieci anni di continuo attacco al cristianesimo da parte di Bergoglio, con l’alibi del suo ammodernamento. Ora che Ratzinger non è più, è come se Bergoglio avesse messo il turbo: sicché in questi tre mesi ha fatto fare passi da gigante alla evaporazione finale della Chiesa di Roma. Ancora pochi giorni fa, apriva alla possibilità del matrimonio per i sacerdoti. Poche settimane fa, ha bandito la messa in latino. La funzione storica di Bergoglio è una soltanto: quella di far precipitare nell’abisso il cristianesimo e i cristiani, illudendo questi ultimi che il vero cristianesimo coincida con l’adesione cadaverica al verbo nichilista della globalizzazione neoliberale. Ma accanto a questa dissoluzione fintamente emancipativa, vi è ancora una vera Chiesa che resiste, quella del “piccolo resto” dei cristiani che vogliono piacere a Dio più che al mondo e che sanno bene, come Pasolini colse meglio di ogni altro, che oggi il vero cristiano non può che opporsi con totale insubordinazione al mondo nichilista e relativista dei mercati.