- Questa è la più grande banca a fallire dalla crisi finanziaria del 2008
- La perdita secca di 1,8 miliardi di dollari e poi il crollo
- Che succederà Lunedì prossimo all’apertura dei mercati?
Questa è la più grande banca a fallire dalla crisi finanziaria del 2008
La Silicon Valley Bank (SVB), che è uno dei finanziatori di alcuni dei più grandi nomi del mondo della tecnologia, è fallito ieri sera! Per provare a capire quello che sta succedendo e che potrebbe succedere noi, come facciamo spesso, ci affidiamo ai report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi. Questa è la più grande banca a fallire dalla crisi finanziaria del 2008. Se proprio la dobbiamo dire tutta, il crollo di SVB è stato più veloce del crollo della Lehman Brothers. La mossa ha messo quasi 175 miliardi di dollari in depositi dei clienti, compresi i soldi di alcuni dei più grandi nomi del mondo della tecnologia, sotto il controllo della Federal Deposit Insurance Corporation, l’agenzia federale di assicurazione sui depositi. È stato un epilogo straordinario meno di due giorni dopo che la Silicon Valley Bank, sedicesima banca americana per dimensione patrimoniale, ha scioccato Wall Street e i suoi depositanti con mosse di emergenza per raccogliere denaro e scongiurare un collasso. La banca ieri mattina stava lavorando con i consulenti su una potenziale vendita e aveva fermato il prezzo delle sue azioni sulla scia di un precipitoso calo. Ma tutto era precipitato nelle ore successive e le preoccupazioni degli investitori sono aumentate dopo che la Silicon Valley Bank ha annunciato un’offerta azionaria per coprire le perdite nel suo portafoglio titoli ed un rallentamento dei finanziamenti.
La perdita secca di 1,8 miliardi di dollari e poi il crollo
SVB non è una banca normale. E’ una banca con una forte esposizione alla gestione della liquidità e il portafoglio prestiti è orientato al prestito all’avvio. Ha sede, o forse ormai è più corretto scrivere aveva sede nella Silicon Valley (Valle del silicio), nome che sta ad indicare la parte meridionale della San Francisco Bay Area, nella California settentrionale; zona economica che negli Stati Uniti d’America rappresenta il centro globale per l’alta tecnologia, l’innovazione, il capitale di rischio e i social media. Siamo nel cuore pulsante dell’economia statunitense, se è vero che la Silicon Valley vale, da sola, il 20% al Prodotto Interno Lordo (PIL) statunitense. SVB opera, o meglio, operava con particolare attenzione ai prestiti alle start-up tecnologiche. SVB ha annunciato che stava vendendo il suo portafoglio Asset For Sale (21 miliardi di dollari) per posizionarsi a tassi più elevati per via dell’inevitabile incremento dei tassi di interesse, ed in questo processo ha subito una perdita da 1,8 miliardi di dollari. La Banca è stata quindi costretta a raccogliere capitali per sostenere i suoi buffer, ovvero le scorte di sicurezza che servono per fronteggiare shock imprevisti. A giudicare da quello che abbiamo letto, l’annuncio ha provocato un forte calo del prezzo delle sue azioni. Uno scenario di crisi che è precipitato quando un certo numero di fondi ha deciso di ritirare i finanziamenti dalla banca! SVB (prima delle mosse di ieri) aveva oltre 200 miliardi di attività.
Che succederà Lunedì prossimo all’apertura dei mercati?
Ieri, tutto il mondo economico occidentale è entrato in fibrillazione. La giornata di ieri, insomma, non è stata esattamente bella per le Borse mondiali e per le banche. Domanda: i problemi di SVB sono esclusivi di SVB (o di un numero limitato di banche simili) o potrebbero estendersi al settore finanziario e ai mercati azionari più ampi? La risposta non è semplice. Seguendo i report di Puglisi abbiamo imparato a non sbilanciarci, ma ad osservare le cose con cautela. Data la natura unica delle operazioni di SVB, il contagio dovrebbe essere relativamente contenuto. Tuttavia, atteso che SVB sorreggeva finanziariamente molti big tecnologici, nulla di strano se quello che abbiamo visto ieri, che molti osservatori hanno definito il Venerdì nero, possa replicarsi dopo domani con un Lunedì altrettanto nero. Va da sé che quello che sta succedendo è legato, direttamente e indirettamente, al momento che stiamo vivendo, tra guerra in Ucraina, inflazione e tassi di interesse in aumento. Con, sullo sfondo, lo scontro titanico tra area del dollaro americano e la Cina. Tutto può succedere: potrebbe essersi trattato di un crollo unico, ‘pesante’ ma unico, o potrebbe essere l’alba di un grande tracollo finanziario!
Foto tratta da Quotidiano Nazionale
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