Lo scaricabarile tra Stati Uniti e Ucraina sul sabotaggio dei due gasdotti nel Mar Baltico e il pericolo rigassificatori/ MATTINALE 856

10 marzo 2023
  • Gli Stati Uniti d’America stanno provando a scaricare la responsabilità del sabotaggio dei due gasdotti ‘socialdemocratici’ Nord Stream 1 e Nord Stream 2 su un fantomatico gruppo ucraino
  • Molto più probabile che gli Stati Uniti abbiano voluto colpire alcuni settori della Germania – i socialdemocratici tedeschi – da sempre legati a doppio filo alla Russia di Putin
  • Chi sta guadagnando una barca di soldi dopo il sabotaggio dei due gasdotti nel Mar Baltico? Ovviamente gli americani. Che, con l’occasione, hanno accresciuto la loro influenza in Europa
  • In tutto questo in Europa stanno sottovalutando i pericoli legati ai rigassificatori

Gli Stati Uniti d’America stanno provando a scaricare la responsabilità del sabotaggio dei due gasdotti ‘socialdemocratici’ Nord Stream 1 e Nord Stream 2 su un fantomatico gruppo ucraino

Colpiti al cuore da un giornalista americano indipendente, che ha rivelato la responsabilità degli Stati Uniti d’America nel sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e Nord Stream 2, il Governo USA sta provando a mettere una pezza ad un’operazione che sta favorendo l’economia statunitense. Il problema è che ad accusare gli americani è stato Seymour Hersh, noto giornalista investigativo insignito con il Premio Pulitzer. Ovviamente, gli Stati Uniti non possono che respingere questa accusa. Così è venuta fuori una tesi – in verità senza prove – che a sabotare i due gasdotti che attraversano il Mar Baltico per portare il gas russo in Europa sarebbe stato un non identificato gruppo Ucraino. Per dare forza a una tesi piuttosto strana l’articolo è stato pubblicato dal New York Times, considerato un giornale autorevole. Però, a quanto pare, le fonti citate dal quotidiano americano non sono molto autorevoli. Su un canale Telegram leggiamo un post che riprende un articolo del settimanale tedesco, Die Zeit. Secondo quanto scrive questo settimanale, gli investigatori hanno identificato la nave con la quale sono stati sabotati i due gasdotti. A quanto pare, le tracce rinvenute condurrebbero a una società di proprietà ucraina. Volendo, è una tesi in parte simile a quella del New York Times. La nave, sempre secondo il settimanale tedesco che avrebbe effettuato l’attacco al Nord Stream sarebbe stata noleggiata in Polonia. Sulla nave di sabotatori sarebbero stati presenti sei persone di nazionalità è ancora sconosciuta.

 

Molto più probabile che gli Stati Uniti abbiano voluto colpire alcuni settori della Germania – i socialdemocratici tedeschi – da sempre legati a doppio filo alla Russia di Putin

Che dire di questa storia? Che a noi sembra un tentativo, tra il patetico e il disperato, di salvare gli Stati Uniti d’America. Di fatto, il sabotaggio ai due gasdotti allontana i socialdemocratici tedeschi dagli americani. Va ricordato, infatti, che i due gasdotti Nord Stream sono stati realizzati dalla Gazprom – il colosso russo che opera nel settore del gas – in collaborazione con il partito socialdemocratico tedesco. Non stiamo dicendo nulla di nuovo, se è vero che, da anni, l’ex Cancelliere tedesco, Gerhard Schröder, ricopre un ruolo importante nel gruppo Gazprom. Un incarico che gli è stato rinnovato ad inizio di Febbraio dello scorso anno, un paio di settimane prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Non è un incarico di poco conto, se è vero che l’ex Cancelliere tedesco fa parte del Consiglio di Sorveglianza del colosso russo. Sono di dominio pubblico i rapporti molto stretti tra la Russia di Putin e il partito socialdemocratico tedesco; tutti sanno che i gasdotti Stream 1 e Stream 2 avrebbero dovuto portare il gas russo in Europa, Germania in testa. Dopo lo scoppio della guerra in Ucraina non sono mancate le polemiche su Schröder, che non ha lasciato il posto che occupa in Gazprom e non è stato espulso dal partito socialdemocratico. In questo scenario è molto improbabile che i russi abbiano fatto saltare in aria i due gasdotti. Che senso avrebbe? Molto più probabile che gli Stati Uniti abbiano voluto colpire alcuni settori della Germania – i socialdemocratici tedeschi – da sempre legati a doppio filo alla Russia di Putin.

 

Chi sta guadagnando una barca di soldi dopo il sabotaggio dei due gasdotti nel Mar Baltico? Ovviamente gli americani. Che, con l’occasione, hanno accresciuto la loro influenza in Europa

La verità è che la tesi del Premio Pulitzer, Seymour Hersh, è plausibile, anche se non è supportata, almeno fino ad ora, da testimonianze inattaccabili. Perché? Perché da quando è scoppiata la guerra in Ucraina il gas liquido americano (Gnl) ha sostituito la metà delle forniture di gas di Gazprom, con il piccolo ‘particolare’ che il gas liquido americano costa molto di più del gas russo! In pratica, l’Unione europea, senza il gas russo, sta perdendo una barca di soldi, mentre gli Stati Uniti, vendendo il Gpl agli europei, fanno affari d’oro. Va da sé che il sabotaggio dei due gasdotti nel Mar Baltico sta favorendo gli Stati Uniti d’America. “Il gas liquido a stelle e strisce arriva a ritmi da primato, su navi giganti un tempo riservate alle rotte asiatiche. Washington ci aiuta, ma a caro prezzo. E intanto accresce la sua influenza politica sul Vecchio Continente”, leggiamo su un canale Telegram. In questo scenario gli Stati Uniti hanno bisogno di scrollarsi di dosso la responsabilità del sabotaggio dei due gasdotti: da qui la responsabilità appioppata agli ucraini. E c’è anche chi, in questo scaricabarile vede anche un messaggio che gli Stati Uniti starebbero lanciando alla stessa Ucraina.

 

In tutto questo in Europa stanno sottovalutando i pericoli legati ai rigassificatori

In tutto questo l’Unione europea, che fino ad ora, in Ucraina, non ne ha fatta una giusta, deve fronteggiare anche un nuovo pericolo, fino ad oggi sottovalutato. Per potere utilizzare il gas liquido ci vogliono i rigassificatori, che sono impianti molto pericolosi. Non a caso le indicazioni degli ultimi anni dicono che vanno realizzati lontano dai centri abitati, perché l’eventuale esplosione di un rigassificatore in prossimità di centri abitati potrebbe provocare una strage di proporzioni mai viste. Basti pensare a cosa è successo a Viareggio nel giugno del 2009, quando l’esplosione di un solo vagone contenente Gpl ha provocato la morte di 32 persone e danni enormi al centro abitato. Inimmaginabile quello che potrebbe succedere se dovesse esplodere un rigassificatore realizzato a ridosso delle città! Le polemiche che negli anni passati hanno accompagnato il tentativo di realizzare il più grande rigassificatore d’Europa in Sicilia, a Porto Empedocle, in pieno centro abitato, peraltro a un km circa in linea d’area dalla Valle dei Templi di Agrigento non sono campate in aria. Così come non sono campate in area le polemiche che stanno accompagnando la realizzazione di un rigassificatore a Piombino, in Toscana. Già l’Italia è piena di obiettivi ‘sensibili’, tra basi militari americane, Muos a Niscemi, in Sicilia, due gasdotti che attraversano il Mediterraneo. Ci mancano solo i rigassificatori in piena guerra come possibili obiettivi per attentati. Purtroppo non sono considerazioni estemporanee, visto che l’Unione europea continua a inviare armi in Ucraina. Il vecchio adagio – “quando la guerra arriva, arriva per tutti” – va sempre tenuto a mente…

Foto tratta da Quotidiano Nazionale 

 

 

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