Come spesso succede con i grillini un’informazione importante viene strumentalizzata per calcoli di convenienza politica. Il riferimento è agli esponenti siciliani del Movimento 5 Stelle, che hanno denunciato la cattiva gestione, da parte della Regione siciliana, delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC) con la probabile perdita di un miliardo di euro. Con la prospettiva, tutt’altro che remota, che si possano perdere altri 500-600 milioni di euro. Tutto vero. Ma non si capisce perché la critica venga estesa all’attuale Governo regionale di Renato Schifani in carica da meno di quattro mesi. Così si fa solo confusione per interessi di parte. A noi capita (spesso) di contestare il Governo Schifani e di apprezzare (ogni tanto) la sua azione di Governo. Ma bisogna stare sulla notizia. La responsabilità politica della mancata utilizzazione delle risorse relative al Fondo di Sviluppo e Coesione è del passato Governo regionale di Nello Musumeci, non dell’attuale Governo. I soggetti responsabili sono, in particolare, il Dipartimento Programmazione della Regione siciliana e l’assessorato regionale all’Economia. In questa vicenda l’attuale presidente Schifani e l’attuale assessore all’Economia, Marco Falcone, c’entrano poco o nulla. Di più: il disastro provocato dal passato Governo regionale è ben più grave, perché ad oggi non risulta impegnato quasi il 50% delle risorse FESR, sigla che sta per Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. In pratica, su una dotazione di circa 4,2 miliardi di euro, la Regione siciliana, a poco più di otto mesi dalla scadenza relativa all’utilizzazione di tali risorse finanziarie, non ha utilizzato 2 miliardi di euro! Proviamo a illustrare perché quello che sta succedendo con il FESR siciliano è molto grave.
Il fatto che, come raccontano dai grillini, non sia stato utilizzato un miliardo e forse più di euro del Fondo di Sviluppo e Coesione è un fatto grave. I parlamentari del Movimento 5 stelle sostengono che questi fondi potrebbero essere recuperati dalla Sicilia. Sul piano teorico è così, sul piano pratico dubitiamo che un Ministro dell’Economia leghista, Giancarlo Giorgetti, consentirà alla Regione siciliana di recuperare tutte le somme. E’ inevitabile che una parte delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione destinate alla Sicilia finisca alle Regioni del Nord. La Lega esiste proprio per questo: per togliere le risorse al Sud e alla Sicilia per portarle al Nord. Ma se c’è un po’ di speranza per recuperare almeno una parte delle risorse FSC, siamo molto pessimisti che la stessa cosa possa avvenire con i 2 miliardi di euro del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Con tutta la buona volontà, non riusciamo a capire cosa può essere successo negli ultimi cinque anni. Alla fine del 2018 – vicenda che ricordiamo molto bene – abbiamo contestato l’eccessivo ricorso dell’allora Governo regionale ai cosiddetti ‘Progetti di sponda’, chiamati anche ‘Progetti retrospettivi‘. Proviamo a illustrare come stanno le cose e cosa potrebbe succedere.
In generale, quando inizia la Programmazione europea tutti i Paesi europei che utilizzano il FESR fanno ricorso ai ‘Progetti di sponda’. Detto in parole semplici, selezionano alcune opere pubbliche completate negli ultimi anni o in via di completamento e le rendicontano come se fossero state realizzate con le risorse del FESR. Si tratta di una forzatura che viene effettuate per una minima percentuale dei fondi FESR, con la Ue che fa finta di non vedere. Questa pratica – lo ribadiamo – si fa per poche opere e all’inizio della Programmazione, se impegnare somme eccessive. Oggi la Regione siciliana si trova a poco più di otto mesi dalla fine della Programmazione (la rendicontazione finale va fatta entro il 31 Dicembre di quest’anno, con la possibilità – che non è una certezza – di una deroga per un altro anno). I problemi, per la Regione siciliana sono tre. Primo problema: siamo alla fine della Programmazione e, di solito, il ricorso ai ‘Progetti di sponda’, nella fase finale, vengono visti molto male. Secondo problema: ci sono 2 miliardi di euro ‘intonsi’ e una somma così considerevole non può essere rendicontata con i ‘Progetti di sponda’! Terzo problema: da quando esiste la Programmazione la Regione siciliana – con l’eccezione del Governo regionale di Totò Cuffaro – non ha fatto altro che abusare dei ‘Progetti di sponda’, rendicontando come opere pubbliche realizzate con i fondi europei opere che con i fondi europei non avevano nulla a che spartire; in pratica, non ci sono più, in Sicilia, grandi opere pubbliche da ‘contrabbandare’ come opere pubbliche realizzate o in via di realizzazione con i fondi europei; a meno che i ‘filosofi’ della Regione siciliana non pensino di cominciare a rendicontare le grandi opere pubbliche incompiute della Sicilia. Ma a ‘sto punto ci sarebbe da ridere…
Concludendo, ci sembra molto difficile che in meno di otto mesi l’attuale Governo regionale riuscirà a rendicontare 2 miliardi di euro con ‘Progetti di sponda’. Ciò significa che queste risorse, o buona parte di queste risorse andranno perdute. L’attuale Governo regionale di Schifani ha risolto il contratto con il dirigente generale che era stato scelto dal Governo Musumeci, Federico Amedeo Lasco, e ha rimesso sulla plancia di comando di questo dipartimento Vincenzo Falgares. Ma non crediamo che Falgares riuscirà ad “azzizzare la barracca“. Ormai abbiamo capito che, in Sicilia, le risorse FESR, in massima parte, non servono per realizzare nuove opere pubbliche ma per fare ‘cassa’ raccontando bugie a Bruxelles con i magheggi dei ‘Progetti di sponda’. E dire che le risorse FESR si dovrebbero concentrare su innovazione e ricerca, agenda digitale, sostegno alle Piccole e Medie Imprese (PMI) ed economia a basse emissioni di carbonio. Fa rabbia pensare che in cinque anni il passato Governo non abbia pensato di utilizzare meglio le risorse FESR per aiutare le Piccole e Medie Imprese della Sicilia oggi in grande difficoltà per i costi energetici. Penultima notazione. Chi scrive segue le vicende – che in Sicilia sono spesso vicissitudini – della Programmazione dei fondi strutturai europei da quando è iniziata nel 2001 con Agenda 2000. Ebbene va detto che, fino ad oggi, l’unico Governo regionale che ha speso tutte le risorse della Programmazione, riuscendo addirittura ad intercettare tutte le premialità è stato il Governo Cuffaro. Dei Governi successivi meglio non parlare. Del Governo Schifani non possiamo dire nulla, se non che ha ereditato un mezzo disastro. Ultima notazione: gli avversari di Cuffaro – che aveva nominato una dirigente generale della Programmazione bravissima, la dottoressa Gabriella Palocci – dicevano che il suo Governo aveva speso i fondi di Agenda 2000 finanziando tante piccole opere pubbliche. I successori che criticavano Cuffaro hanno provato anche a fare questo ma non sono nemmeno riusciti in questo. Da dimenticare.
Foto tratta da EURACTIV Italia