- Le due domande non sono campate in aria, perché la presenza in eccesso di contratti a tempo determinato violerebbe il contratto di lavoro e andrebbe in barba all’accreditamento disposto dalla Regione siciliana (che deve effettuare i controlli)
- Stando alla normativa regionale le assunzioni di lavoratori a tempo determinato non dovrebbero essere superiori al 20% del numero dei lavoratori in forza
- Concorrenza sleale e mancato rispetto del Regolamento dell’accreditamento
- Ci sono deroghe contrattuali?
Le due domande non sono campate in aria, perché la presenza in eccesso di contratti a tempo determinato violerebbe il contratto di lavoro e andrebbe in barba all’accreditamento disposto dalla Regione siciliana (che deve effettuare i controlli)
I controlli sulle assunzioni del personale negli enti e nelle società che operano nel settore della Formazione professionale siciliana vengono effettuati? Ce lo chiediamo – e lo chiediamo – perché arrivano notizie un po’ strane. Sembrerebbe che alcuni soggetti che operano in questo settore della vita pubblica della nostra Isola rispetterebbero la legge regionale che regola le assunzioni, mentre ci sarebbero altri soggetti che eccedono nel ricorso al lavoro a tempo determinato. Insomma, la notizia è che, pur in presenza di percorsi precisi, in materia di personale, introdotti dalla Regione siciliana, non mancherebbero i furbi. Proviamo a raccontare, per grandi linee, di che cosa si tratta.
Stando alla normativa regionale le assunzioni di lavoratori a tempo determinato non dovrebbero essere superiori al 20% del numero dei lavoratori in forza
Cominciamo col dire che il tema è legato all’accreditamento degli enti formativi e società che erogano la Formazione professionale in Sicilia. Già all’atto dell’accreditamento enti e società di tale settore assumono precisi impegni in materia di assunzioni. Per la cronaca, è in vigore un regolamento che risale all’Ottobre del 2015, al tempo in cui alla presidenza della Regione siciliana c’era Rosario Crocetta. In pratica, è in vigore un sistema di regole che gli enti e le società che operano nel mondo della Formazione professionale siciliana hanno l’obbligo di rispettare se vogliono accedere a contributi ed erogare i percorsi formativi. Succede però che alcuni importanti soggetti che operano in questo settore andrebbero avanti barba al rispetto del limite fissato dall’art.23 della Legge regionale 15 giugno 2015 n. 81 e in tema di assunzioni a tempo determinato. Entrando nello specifico, ci sono enti che superano il limite del ricorso ai lavoratori a tempo determinato dell’80% e, addirittura, anche del 90% rispetto al proprio personale in forza. Eppure la disciplina vigente, prevista per l’appunto dalla citata legge regionale del 15 giugno 2015 n. 81 pone un limite percentuale al ricorso ai contratti di lavoro a tempo determinato. Chiariamo che i datori di lavoro possono assumere lavoratori a termine – cioè a tempo determinato – in misura non superiore al 20% del numero dei lavoratori in forza. Invece ci sarebbero casi in cui avviene l’esatto contrario!
Concorrenza sleale e mancato rispetto del Regolamento dell’accreditamento
E’ evidente che la presenza di chi rispetta la legge e di chi la aggira pone almeno due seri problemi. Il primo problema è legato alla concorrenza sleale esercitata da chi non rispetta la legge nei confronti di enti e società competitors che, invece, rispettando la legge, affrontano un costo del personale superiore nel rispetto a chi non la applica. Il secondo problema è legato al mancato rispetto del Regolamento dell’accreditamento, laddove è previsto che gli enti formativi assumono l’impegno del rispetto del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Considerato che l’individuazione dei contratti collettivi di lavoro – stipulati dalle organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale contratti leader) – costituisce informazione di preminente rilevanza al fine di dare certezza ed efficacia all’applicazione di molteplici disposizioni normative, ci chiediamo: l’assessorato regionale alla Formazione professionale ha attivato un sistema di controlli per verificare il rispetto dell’applicazione della norma sulla deroga nei contratti a termine rispetto al tempo indeterminato? Insomma, il Contratto collettivo di lavoro viene rispettato? Se tali controlli ci sono in che termini vengono effettuati?
Ci sono deroghe contrattuali?
Ancora: c’è da capire se la Regione siciliana abbia monitorato la corretta applicazione della norma sulle deroghe contrattuali e quindi se sono in essere deroghe contrattuali sottoscritte dalle organizzazioni sindacali (c.d. contrattazione collettiva) e sottoscritte presso la competenti sedi territoriali dell’Ispettorato del lavoro (c.d. deroga assistita). Ripetiamo, la questione non è di poco conto perché in gioco ci sono la sleale concorrenza attuata nel settore e il mancato rispetto del Contratto di lavoro e, quindi, dell’accreditamento presso la nella Regione siciliana. Per essere chiari: se la Regione siciliana introduce precise prescrizioni nel settore della Formazione professionale che senso ha se poi tali prescrizioni vengono rispettate da alcuni e aggirate da altri? Non è che alla fine – come già avvenuto nella Formazione professionale siciliana – i controlli li effettuerà la Giustizia?
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