- Riprendiamo un bellissimo e centrato post di Foodiverso dove si racco9nta come l’agricoltura siciliana rischia di ‘estinguersi’
- I ‘nuovi’ alimenti: carne sintetica e farina di insetti
- La concorrenza del fotovoltaico che, in termini economici, offre agli agricoltori ciò che il mercato non gli assicura. Le responsabilità del Governo nazionale che ha bloccato la CUN grano duro
- Perché installare i pannelli fotovoltaici nei terreni agricoli?
- E le organizzazioni agricole? Solo la CIA nazionale e la CIA pugliese danno battaglia. Per il resto è silenzio tombale
- E l’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana? Ancora lo cercano…
Riprendiamo un bellissimo e centrato post di Foodiverso dove si racco9nta come l’agricoltura siciliana rischia di ‘estinguersi’
Sulla pagina Facebook Foodiverso va un articolo che condividiamo in pieno. Tema: l’attacco all’agricoltura da parte dei poteri forti di oggi, in testa l’Unione europea: “AGRICOLTURA: prove tecniche di DELITTO PERFETTO su Commissione (UE). Si dice che 3 indizi formino una prova, se diamo per assodato questo assunto, possiamo senz’altro affermare che l’omicidio su commissione del mondo agricolo sta per essere perpetrato”. #Sostenibilitàambientale, #aumentodemografico, #insufficienzaalimentare, #crisienergetica.
I ‘nuovi’ alimenti: carne sintetica e farina di insetti
Il primo indizio è rappresentato dall’autorizzazione definitiva dell’#UnioneEuropea a commercializzare prodotti a base di #farinadiinsetti. Il secondo è identificato nel via libera della Food and Drug americana dello scorso novembre alla prima #carnesintetica, beneplacito che prossimamente verrà replicato dalla Commissione UE. Il terzo indizio riguarda l’accaparramento, da parte di società del settore energetico, di terreni agricoli ai fini di utilizzo per l’agrivoltaico. Questi colossi imprenditoriali, in nome di una condivisibile transizione energetica, offrono un nuovo modo di accoppiare produzione di energie rinnovabili con attività agricola. In realtà non è altro che l’escamotage con offrono un fotovoltaico più digeribile. L’#agrivoltaico è caratterizzato da un utilizzo ‘ibrido’ di terreni agricoli, in cui vengono installati pannelli fotovoltaici su strutture sopraelevate, che, secondo la visione (molto ottimistica) dei proponenti, permetterebbero di svolgere anche attività agricole. Le più recenti ricerche scientifiche sul tema segnalano una convenienza soltanto per mantenere i pascoli sotto le strutture dell’agrivoltaico, che è invece sconsigliato per le colture ad alto reddito. Per quanto ci riguarda, finché non vedremo una mietitrebbia raccogliere il grano sotto gli impianti manterremo le nostre perplessità sulla possibilità di coniugare questa energia rinnovabile con alcune produzioni agricole.
La concorrenza del fotovoltaico che, in termini economici, offre agli agricoltori ciò che il mercato non gli assicura. Le responsabilità del Governo nazionale che ha bloccato la CUN grano duro
A questo punto il post affronta il problema dal punto economico: “Sicuramente non ci sentiamo di condannare coloro i quali accettano le proposte di convertire i propri terreni al #fotovoltaico o all’agrivoltaico: purtroppo la redditività delle aziende agricole, a causa di politiche scellerate e miopi, è arrivata ai minimi termini e ad un #agricoltore non sembra vero che qualcuno possa offrire il doppio del prezzo di mercato per un ettaro di terra che non conviene più coltivare”. Siamo arrivati al cuore del problema. Per una serie di fattori diversi tra loro il prezzo del grano sta andando giù. C’è un contesto economico e geopolitico internazionale che sta facendo crollare il prezzo del grano nel mondo (come abbiamo raccontato qui). In questo contesto c’è, in Italia, una sorta di ‘invasione’ di di grano russo, grano ucraino e grano canadese che non fa altro che peggiorare la situazione. In più attuale Governo nazionale sta ulteriormente peggiorando le cose nel Sud Italia e in Sicilia perché ha sostanzialmente bloccato la Commissione Unica nazionale (CUN) del grano duro per tutelare le industrie del Nord Italia, nel solco di quanto hanno fatto i Governi precedenti nella convinzione che, tanto, nel Sud e in Sicilia, il centrosinistra è così debole e così screditato che non riuscirà a togliere voti al centrodestra.
Perché installare i pannelli fotovoltaici nei terreni agricoli?
Tornando al post di Foodiverso leggiamo un’altra considerazione che non si può che condividere: “Non si capisce bene perché, in nome di una crisi energetica, non si pensi ad installare pannelli fotovoltaici su aree industriali dismesse, tetti di stabilimenti, aree abbandonate, etc. O magari di “installarli in terreni marginali, ma senza che devastino paesaggi unici. A questo punto questo Paese deve decidere se vuole abdicare definitivamente ad un nuovo inaccettabile modello alimentare, che di fatto esclude l’agricoltura, o se avere un colpo di reni e iniziare finalmente a considerare l’agricoltura e gli agricoltori l’asse portante di un nuovo corso sociale e politico. A meno che non si decida di nutrirsi con farina di insetti, carne sintetica o pannelli solari. Ci sentiamo comunque di offrire un consiglio non richiesto agli agricoltori che si accingono ad affittare i terreni: non è tutto oro quello che luccica, ovvero (i soldi) meglio pochi, maledetti e soprattutto subito”. https://www.altropensiero.net/saranno-energie-pulite-ma…/ Fonte immagine: https://www.cinefiliaritrovata.it/omelia-contadina-tra…/
E le organizzazioni agricole? Solo la CIA nazionale e la CIA pugliese danno battaglia. Per il resto è silenzio tombale
Anche in questo caso il post tocca un punto dolente: le politiche, che sono sotto gli occhi di tutti, che penalizzano l’agricoltura. Il problema riguarda l’Unione europea ma anche il Governo nazionale, le Regioni e gli agricoltori. Spiace scriverlo ma finora l’unica organizzazione agricola che sta provando a portare nel dibattito politico i problemi dell’agricoltura è la CIA nazionale e la CIA pugliese. Questa organizzazione agricola – sia a Roma, sia in Puglia – ha posto questioni centrali: la crisi del grano duro (in Puglia, dal Giugno dello scorso anno ad oggi, il prezzo del grano duro è sceso di 15 euro al quintale), il problema dei Consorzi di Bonifica (in questo momento i due terzi dell’agricoltura pugliese sconta problemi di carenza idrica), l’olivicoltura con i problemi creati dalla Xilella, i prezzi bassi dell’uva da tavola. E le altre organizzazioni agricole? La Coldiretti organizza mercatini, mentre la Confagricoltura – molto presente e battagliera con la presidenza di Ettore Pottino in Sicilia – da quando Pottino non è più presidente è scomparsa dai ‘radar’ della politica siciliana. Quanto all’irrigazione in Sicilia – dove la situazione è complicata dal fatto che le dighe, nella stragrande maggioranza dei casi, sono gestite malissimo, tra fango, mancato collaudi e abbandoni vari – l’unica organizzazione che cerca di far capire alla politica l’importanza dei Consorzi di Bonifica è il Sifus Confali: ma anche in questo caso ci si scontra con una politica che considera i Consorzi di Bonifica ‘poltronifici’ dove gli ‘apicali’ – è il caso di dirlo visto che parliamo di acqua – ‘nuotano’ leggendo Paperon de’ Paperoni…
E l’assessorato all’Agricoltura della Regione siciliana? Ancora lo cercano…
Quanto all’assessore all’agricoltura, Luca Sammartino, che criticava il passato Governo regionale di Nello Musumeci, ancora non abbiamo capito qual è la sua visione dell’agricoltura siciliana, al netto dei comunicati stampa-spot, dove magnifica i contributi a questo o a quel settore. Fino ad oggi la gestione dell’agricoltura siciliana da parte di questo signore si è materializzata in un nulla politico-pneumatico. Se in Puglia il prezzo del grano duro è sceso di 14 euro al quintale, in Sicilia ha perso più di 20 euro al quintale, in un mondo dove la crescita dei costi di produzione in agricoltura è stata spaventosa. Da questo signore aspettiamo che dica e, magari, che faccia qualcosa per il grano duro siciliano, che ponga la questione della CUN grano duro, possibilmente chiedendo conto e ragione al Ministro delle Politiche agricole ‘nordiste’ e ‘laziali’, Francesco Lollobrigida. Perché se non si farà qualcosa, considerato che nell’entroterra siciliano, a parte alcune aree, il grano duro non ha alternative, nel giro di tre o quattro anni i pannelli fotovoltaici rischiano veramente di sostituire tutto il paesaggio cerealicolo delle aree interne della Sicilia, magari con le pecore e le mucche che pascolano al fresco sotto i pannelli fotovoltaici…
Foto tratta da Ragusa News
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