Sembrerebbe che in Italia vada in scena una grande contraddizione. Da una parte i cittadini chiedono sempre più informazione; dall’altra parte i giornali cartacei che si vendono sempre di meno, la televisione non gode di eccelsa credibilità e la rete dove si avverte il peso degli algoritmi che non fanno circolare sui social le informazioni che non vanno a genio agli Stati Uniti d’America (i più importanti social sono americani: e questo ha un peso). Rimane un dato: i cittadini italiani sono alla ricerca di un’informazione che non trovano. Perché? Forse una spiegazione sta nell’ossessiva utilizzazione dell’informazione politica per fini di parte. Non è un fenomeno solo italiano ma occidentale. Basti pensare alla disinformazione che c’è stata sulle elezioni presidenziali in Brasile, dove sullo spoglio pesano le ombre degli interessi USA. Idem per i fatti avvenuti in Perù, dove gli americani, di fatto, hanno patrocinato un colpo di Stato per destituire il presidente socialista Pedro Castillo. Non è esagerato affermare che oggi tutto tutto il cosiddetto Occidente industrializzato sia preda di cattiva informazione. Dentro questo scenario c’è l’Italia, dove Stati Uniti e Unione europea condizionano pesantemente l’informazione. Due esempi emblematici. Primo esempio: l’Occidente sta perdendo la Guerra in Ucraina ma non si deve dire perché ciò danneggerebbe gli Stati Uniti d’America. Secondo esempio: nel dramma che si è consumato Domenica scorsa nel mare di Crotone, in Calabria, ci sono pesantissime responsabilità dell’Unione europea, ma non si deve dire per non mettere in difficoltà la stessa Ue. Il risultato è la disinformazione.
Oggi torniamo sulla disinformazione sui migranti morti a pochi metri dalla riva nel mare di Crotone. In questa storia è in corso una polemica politica in parte surreale e in parte stucchevole. La ‘presunta’ sinistra italiana, che ormai perde tutte le elezioni per manifesta mancanza di credibilità politica (e non perché il centrodestra è più forte, perché non lo è, dal momento che a votare va sì e no il 40% degli elettori, gli altri rimangono in casa sempre più delusi, se non schifati da una politica di imbroglioni), all’inizio ha provato a cavalcare la tesi che il naufragio sarebbe il frutto delle difficoltà che l’attuale Governo di Giorgia Meloni ha creato alle navi targate ONG. Per scoprire, dopo meno di un giorno, che le navi delle ONG non battono la rotta seguita dall’imbarcazione con i migranti partita dalla Turchia. Così la parte surreale della polemica è finita sul nascere. Resta la parte stucchevole. Il Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ha detto una cosa ragionevole nel modo sbagliato. Ha detto che affrontare un viaggio in mare con una barca che sta a malapena a galla è irrazionale: ma l’ha detto con i toni forse troppo duri. Da qui una stucchevole polemica con la canonica richiesta di dimissioni al Ministro Piantedosi. Atto che, nelle teste degli esponenti di quello che resta della sinistra italiana, dovrebbe portare voti a questa parte politica alle elezioni amministrative che si terranno tra qualche mese. Nessuna parola sul fatto che l’imbarcazione con 200 o 250 migranti partita da Smirne, in Turchia, avrebbe potuto essere accolta dalla Grecia, da Cipro, da Malta: si dà assiomaticamente per scontato che tutte le imbarcazioni cariche di migranti che partono da qualunque porto del Mediterraneo debbano arrivare in Italia e che gl’italiani sono responsabili di tutto quello che succede in mare!
In tutto questo non si parla della notizia più importante: e cioè che, dal 2015, l’Unione europea paga la Turchia di Erdogan per tenere prigionieri i migranti che arrivano dalla Siria, dall’Afghanistan e da qualche altro Paese di disperati. Quanto nel 2015 la Germania ha imposto all’Unione europea di pagare la Turchia per bloccare circa 4 milioni di migranti nessuno ha fiatato. E dire che qualche anno prima, quando i Paesi del cosiddetto gruppo di Visegrad (Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria) avevano detto a chiare lettere che non volevano migranti, l’Unione europea era insorta. “Costruiamo ponti non muri”, dicevano gli ‘europeisti’ con il ‘culo degli altri. Poi, però, quando i migranti hanno puntato sulla Germania, i tedeschi hanno ‘convito’ tutta l’Unione europea a pagare la Turchia per non fare entrare i migranti (che ovviamente avrebbero scelto la Germania in quanto Paese ricco). E tutti zitti e obbedienti: della serie: se i ‘muri’ per bloccare i migranti li alza l’Unione europea si può fare! E dire che si è trattato di un atto inumano e illegale: inumano perché non si possono bloccare 4 milioni di persone impedendogli di entrare in Europa; illegale perché, dei 4 milioni di persone bloccate al confine tra Turchia ed Europa dell’est, ben 3,6 milioni, nel 2015, erano siriani: 3,6 milioni di persone che provenivano da un Paese colpito da una guerra e da una carestia che avrebbero dovuto essere accolte. Ma siccome non accogliere queste persone era un ‘ordine’ della Germania (che in fatto di ‘umanità’ ha una certa tradizione…), 4 milioni di persone sono rimaste prigioniere al confine tra Turchia e Unione europea. Punto. I migranti che nella notte tra Sabato e Domenica scorsa sono morti nel mare di Crotone provenivano proprio dalla Turchia, cioè dal Paese che, ancora oggi, l’Unione europea paga per evitare che arrivino migranti in Europa. E mentre si continua a tacere sul fatto che, ancora oggi, l’Unione europea paga la Turchia per non fare entrare i migranti in Europa, le stesse persone che non hanno fatto nulla per impedire il blocco di milioni di migranti ‘piangono ‘sulle bare dei migranti morti nel mare di Crotone tra retorica, falsità e malafede.
Foto tratta da Avvenire