Ci siamo presi qualche giorno per illustrare per grandi line e commentare l’articolo del professore Massimo Costa, leader storico degli Indipendentisti siciliani, sulla visita in Sicilia della presidente della Commissione europea, Ursula vod der Leyn. Ufficialmente, la ‘capa’ di quello che resta dell’Europa – che non è mai stata unita, né mai lo sarà – è venuta a Palermo per l’inaugurazione dell’anno accademico. Massimo Costa, in quanto docente di Economia all’università, ha ascoltato il discorso della presidente della Commissione Ue. Ed è rimasto colpito. Così ha scritto un articolo (che trovate qui per esteso). “Ma non è che, al di là delle blandizie, ci è venuta a dire che la Sicilia ha un’importanza strategica tale che il suo controllo è vitale per l’Unione Europea, e che, pur di non perdere questo controllo, la UE è pronta un po’ a scucire i cordoni della borsa? Noi abbiamo avuto questa leggera sensazione. Che per l’Italia, beninteso, non vale. E dire che lì c’era il Capo dello Stato italiano presente! Che viene citato solo per ricordare una frase del fratello, Presidente della Regione Siciliana! Sergio non era quindi, per la Von Der Leyen, tanto il rappresentante dell’Italia, quanto piuttosto il fratello di Piersanti, uno dei più importanti rappresentanti della Sicilia, ancora una volta vista come Paese a sé. Certo, è venuta a declinare le tematiche dell’agenda: energia pulita, migrazione, ‘prossima generazione europea’ (termine questo che può voler dire tante cose, anche la minacciosa transizione culturale ed ecologica che incombe). Sul primo punto la SICILIA viene definita ‘potenza dell’energia pulita per l’Europa’. In pratica ci è venuta a dire che siamo la cassaforte energetica dell’Europa. Non dell’Italia, dell’Europa intera! E non solo per la presenza di materia prima, come sole e vento, ma anche per la base industriale, citando la più grande ‘gigafactory’ d’Europa per la produzione di pannelli solari. L’Europa ha un disperato bisogno della Sicilia per la sua energia. In cambio, ci sarebbe da chiosare, chiudono i laboratori d’analisi, dividendo energetico per noi pari a zero. Ma lì forse non è solo colpa dell’Europa, ma di un’Italia stracciona che riversa su di noi l’austerity che viene da Bruxelles”.
Insomma, l’indipendentista Massimo Costa pensa che la von der Leyen – a nostro modesto avviso personificazione delle classi dirigenti tedesche prima che presidente della Commissione europea – dia grande importanza alla Sicilia. “La Sicilia – scrive sempre il professore Costa – sarebbe ‘ben al di sopra della media europea in termini di qualità delle pubblicazioni scientifiche, a dispetto di investimenti in ricerca e sviluppo molto inferiori alla media’. Cioè, traduciamo: ‘lo so che l’Italia vi ruba fondi di sotto e di sopra, ma riuscite ugualmente a essere i migliori, e noi lo sappiamo che avete una marcia in più’. Caspita! Ma nei Ministeri italiani ne sanno qualcosa? Seguono promesse, anche concrete a dire il vero, di finanziamenti di posti di ricerca, se ci dedichiamo ai temi più a cuore all’agenda europea. Promessa addirittura di finanziare offerta scolastica ed assistenza all’infanzia di qualità per conciliare lavoro e famiglia. Persino le politiche della famiglia, tanto osteggiate in genere in Italia e in Europa, pur di comprare i Siciliani e tenerseli fedeli! Ma in Italia lo sanno? Sembrano brani del nostro programma politico.
Chiusa addirittura in lingua siciliana sulla ‘Sicilia Bedda’ e ‘Viva la Sicilia e Viva l’Europa’, così, scordandosi del tutto dell’Italia. In pratica non era in Italia, era in Sicilia, punto e basta. Riflessione finale: la UE è un attore globale, seppure subordinato agli USA; gioca su tanti teatri, e per loro la Sicilia è uno dei tanti. Ma ci pare di capire che per loro, se fosse necessario sacrificare l’Italia per favorire la Sicilia, sarebbero pure pronti a farlo. Solo che in cambio dovremmo sposarci Satana, con tutte le sue tentazioni, e, almeno con questa UE, non ce la sentiamo proprio. Capiamo che la Sicilia potrebbe presto ritornare in gioco, ma non vorremmo tornarci come l’Ucraina, per essere fantocci in prima linea, ma per riprendere il posto che ci spetta nella storia mondiale”.
Il nostro vecchio amico Andrea Piazza, esponente della Nuova Dc fondata da Totò Cuffaro ci ha inviato una sua riflessione partendo dalle considerazioni del professore Costa. “Ho letto l’articolo del Prof. Massimo Costa e non posso che condividere in toto l’analisi in merito alla Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. Dissento esclusivamente dalla prevedibile considerazione ideologica del Prof. isolazionista che nel PARLAMENTO SICILIANO il SICILIANISMO non sarebbe rappresentato, perché la linea politica della Democrazia Cristiana Nuova come ribadito dal Presidente Totò Cuffaro è in continuità al pensiero di un SICILIANISTA DOC come Don Luigi Sturzo. La Sicilia ‘isola avamposto d’Europa …la Thule’ meridionale’ è fondamentale per lo sviluppo degli interessi macroeconomici di questa Unione Europea strutturata sul liberalismo economico & culturale in parole povere ‘anti tradizionalista’, perché l’identità territoriale difende e valorizza la diversità. A distanza di oltre trent’anni e precisamente dopo gli accordi capestro di Maastricht 1992 – scrive sempre Andrea Piazza – le prospettive di Eurolandia sono più che mai funeste, Ucraina si Ucraina no, visto che l’area euro ha ben poco da offrire per essere attrattiva nel mondo globalizzato. È sotto gli occhi di tutti la perdita di leadership del nostro Occidente che in passato, sul modello colonialista democratico, ha dettato il ritmo e dopo l’assist industriale alla Cina ha subito la mossa del cavallo, ovvero rimanendo schiacciato nella morsa neoliberista, che inaspettatamente non ci traghetta nel nuovo mondo ma nel declino. Oggi la nostra società è sfaldata, uniformemente senza identità, impoverita ad eccezione di un ristretto gruppo oligarchici democratico finanziario.
“Come dobbiamo leggere l’onore di questa visita in Sicilia? – scrive sempre Andreea Piazza -. A mio modestissimo parere come una sorta crociera preparatoria, modello Britannia, ogni trent’anni un viaggetto inaugurale per un nuovo ciclo economico è d’obbligo e rappresenta il desiderata di un ceto privilegiato che per imperare vuole toglierci certezze economiche, a partire dall’italiana abitudine di investire nella casa ‘patrimonio immobiliare’, nella micro impresa FORZA DEL SISTEMA ECONOMICO NAZIONALE che si adatta come un camaleonte a tutte le avversità. L’imposta – non in senso della triutariofarlocca transizione ecologica che forse dovremmo rideterminare in transazione economica per accrescere il patrimonio di pochi – il valore dei luoghi migliori per il nuovo business energetico a costo di sottrarre i campi all’agricoltura e la prossimità al Continente africano ci fanno intuire il perché di questa visita, magari inizierà un ciclo di visite continue. Come una rondine non fa primavera, una sirena svampita non farebbe l’interesse dei siciliani, anche Ulisse attraversando lo Stretto di Messina preferì farsi legare per salvare se stesso invece di cedere alle lusinghe delle sirene… apparentemente bellissime”.
Foto tratta da Mondo Palermo