La ripresa dei casi di cancro che si riscontra oggi in Italia è simile a quella degli altri paesi europei ma va fermata. Per fermarla è fondamentale modificare gli stili di vita scorretti. In Italia tre adulti su dieci sono in sovrappeso, uno su dieci è obeso e uno su cinque fuma. In aumento anche i sedentari, passati dal 23% del 2008 al 31% del 2021. Il cancro è ancora la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari ma chi sopravvive a cinque anni dalla diagnosi ha generalmente prospettive di sopravvivenza vicine a quelle di chi non ha avuto un tumore. E’ uno dei temi affrontati da Armando Santoro, direttore Cancer Center dell’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, intervistato da Marco Klinger per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.
“Le patologie oncologiche sono in aumento” ma “aumenta anche l’età media della popolazione”, ha sottolineato Santoro. “La popolazione anziana – ha spiegato – è più soggetta a tumori. Quindi in assoluto, per fasce d’età, non c’è poi questo grande aumento”.
“Se guardiamo i numeri del cancro in Italia – ha continuato -, nell’anno del Covid abbiamo avuto 20 mila casi in meno” che in realtà “sono 20 mila diagnosi in meno che pagheremo negli anni a venire con patologie più avanzate perchè sono ritardi diagnostici. Sono ancora tanti i tumori che si sviluppano e questo è bilanciato dalla possibilità di cura. Mi riferisco – ha proseguito – alla guarigione definitiva dalla malattia che è sempre più elevata prevalentemente grazie alla diagnosi precoce e agli screening ma anche a nuove armi terapeutiche”.
“La cura – ha evidenziato il direttore del Cancer Center – è sempre più personalizzata. Oggi abbiamo molecole che potremmo definire sempre più ‘intelligentì e in grado di andare a colpire alcune caratteristiche biologiche del tumore, perchè non tutti sono uguali”.
Alla domanda se gli stili di vita siano peggiorati, Santoro ha risposto: “Sì, e questo è un grosso problema. Potremmo ridurre il numero di patologie oncologiche e anche cardiologiche e respiratorie ma dovremmo tenere stili di vita adeguati”.
Partecipare agli screening è importante. “E’ civile”, ha affermato. “Screening – ha proseguito – non significa evitare il tumore ma diagnosticarlo in maniera precoce e questo significa avere una chirurgia meno aggressiva, non avere la necessità di fare terapie pesanti e avere un’alta percentuale di guarigione”. Per Santoro “non partecipare allo screening è un atto di ‘non civiltà’ e di autolesionismo, non ha un senso logico”.
Partecipare, invece, è utile per la diagnosi precoce. “E’ uno strumento fondamentale”, ha sottolineato. “La vera battaglia per vincere il tumore, per ottenere una percentuale di guarigione più alta – ha aggiunto – è costituita da stile di vita e screening, che consente diagnosi precoci”.
Nei prossimi anni cosa potrebbe cambiare in positivo nella cura dei tumori? “C’è un dato concreto: la prognosi delle patologie oncologiche è migliorata progressivamente grazie all’impegno di tutte le figure coinvolte. Oggi abbiamo una quantità di armi a disposizione che è sempre più ampia. E’ un mondo in rivoluzione con tante cose positive e anche qualcuna negativa, una spinta verso il mercato forse anche eccessiva. Però alla fine – ha concluso Santoro – emerge più l’aspetto positivo rispetto a quello negativo”.
– foto Italpress –
(ITALPRESS).
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