Articoli 78-79-80 della legge Finanziaria della Regione siciliana 2023 detta anche legge di stabilità: “Al fine di contenere i costi a carico dell’erario regionale, la società Servizi Ausiliari Sicilia (SAS) è autorizzata ad attivare le procedure per la quiescenza anticipata del personale. Al fine di evitare la nascita di contenziosi, la SAS è autorizzata a stipulare accordi transattivi per la corresponsione di tutte le competenze contrattualmente previste e spettanti, riconoscendo ai soggetti interessati una somma una tantum a titolo di integrazione al trattamento di fine rapporto, pari al 40 per cento dell’ultimo stipendio percepito, riferito al periodo intercorrente tra la data del raggiungimento del requisito contributivo per l’accesso alla pensione anticipata e la data di conseguimento della pensione di vecchiaia. Per le finalità di cui ai commi 78 e 79 è autorizzata, per l’esercizio finanziario 2023, la spesa complessiva massima di 360 migliaia di euro (Missione 1, Programma 11)”. Insomma, per mandare in pensione anticipata un gruppo di dipendenti della SAS – società controllata dalla Regione siciliana – il Parlamento dell’Isola stanzia 360 mila euro! Cosa hanno di diverso dagli altri lavoratori i dipendenti della società regionale SAS per potere usufruire del pensionamento anticipato? Se abbiamo ben capito, la Regione siciliana manda in pensione anticipata una parte dei lavoratori di una propria società. Chi è che pagherà le pensioni? E’ un modo per effettuare altre assunzioni?
Foto tratta da Regione siciliana