Delhi ha mantenuto fino ad ora una posizione ampiamente neutrale, rifiutando di incolpare la Russia per l’invasione, affermando che era alla ricerca di una soluzione diplomatica. Nel frattempo incrementa gli acquisti di petrolio russo.
Il governo indiano ha deciso comunque di pubblicare il documento indicando i punti di dissenso. Innanzitutto il paragrafo 3, dove si afferma che la maggior parte dei Paesi aderenti al G20 “condanna con forza la guerra in Ucraina e rileva che sta causando immense sofferenze umane, esacerbando le fragilità dell’economia globale, limitando la crescita, aumentando l’inflazione, danneggiando le catene di approvvigionamenti, aumentando l’insicurezza energetica e alimentare e accrescendo i rischi sulla stabilità finanziaria”. Contestato anche il successivo paragrafo 4 che condanna le minacce di escalation militare da parte di Mosca: “L’uso o la minaccia dell’uso di armi nucleari è inammissibile”. Viceversa sono “vitali” la diplomazia e il dialogo.
La spaccatura alla fine è emersa in tutta la sua ampiezza. I Paesi del G7 avevano avvertito che non avrebbero ammesso alcuna marcia indietro rispetto alla dichiarazione di condanna richiamandosi espressamente alle conclusioni del precedente G20 di Bali. Russia e Cina si sono opposte e non c’è stata più possibilità di ricucire.
Chi si aspettava una schiarita proprio nell’anniversario dell’invasione è rimasto deluso. Il segretario al Tesoro statunitense Janet Yellen ha condannato la “guerra illegale e ingiustificata contro l’Ucraina” e ha ribadito l’invito ai Paesi del G20 a fare di più per sostenere l’Ucraina e ostacolare lo sforzo bellico di Mosca.
“E’ una guerra – ha detto il ministro tedesco Christian Lindner -. E lo è perchè c’è una causa di tutto che si chiama Vladimir Putin”.
– foto Agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).
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