di Nota Diplomatica
Nel 1679 uno ‘speziale’ francescano – oggi diremmo ‘farmacista’ – lasciò scritta una ricetta per la preparazione di una confettura a base di sangue umano da consumare con i pasti. Consigliava di raccogliere il sangue necessario da persone “dal temperamento caldo e umido, dalla carnagione chiazzata di rosso e dalla corporatura ampia”. Per quanto oggi la tradizione di ingerire il sangue umano – l’ematofagia – per sfruttarne le ‘essenze vitali’ sopravviva principalmente nei racconti dei vampiri, l’usanza è molto antica. Plinio il Vecchio, lo scrittore e naturalista di epoca romana, descrive – disgustato ma comprensivo – l’abitudine degli astanti che, durante i combattimenti dei gladiatori, si buttavano sui feriti a morte per “scolare il sangue caldo dell’uomo e, applicando la bocca alla ferita, succhiare fuori la sua stessa vita…”. Il sangue fresco era particolarmente apprezzato come cura per l’epilessia.
È probabile che i romani abbiano acquisito la loro fede nei poteri magici e medicinali del sangue umano dagli etruschi oppure dalle ipotesi mediche greche e egizie, anche se queste pratiche non erano solo occidentali. Pare che tali tecniche fossero comuni anche in Cina, per quanto meno ben documentate. Ad ogni modo, a Roma la consuetudine di ‘vampirizzare’ i gladiatori morenti sopravvisse fino al 5° Secolo, quando la nuova moralità cristiana impose di abolire le competizioni, spostando di conseguenza il ruolo di ‘donatori’ ai condannati a morte. Il sangue dei decapitati era considerato particolarmente pregiato. Per quanto si tratti di donatori invece ‘viventi’, esistono citazioni storiche relative al consumo del sangue di ‘giovinastri’ a scopo medico da parte di personaggi del livello di Re Luigi XI di Francia e di Papa Innocenzo VIII. La gente più umile continuò invece a frequentare le esecuzioni – nella speranza di accaparrarsi almeno qualche goccia del prezioso fluido – fin verso la fine del 18° Secolo, quando l’usanza entrò finalmente in declino. L’ultima istanza nota di un tentativo di bere il sangue fresco di un impiccato si ebbe in Germania nel 1908. L’ematofagia, oggi, è perlopiù ‘quiescente’. vittima anche della consapevolezza che l’utilizzo promiscuo del sangue di criminali potrebbe porre qualche rischio per la salute… Non è però del tutto estinta: la BBC riferisce infatti – con interviste – dei cosiddetti “medical sanguinarians”, cioè migliaia di ‘nuovi vampiri’ americani convinti di dover bere regolarmente il sangue degli altri per mantenere la propria salute. Due loro comunità negli Usa, a New Orleans e a Buffalo, sono state oggetto di uno studio apparso sulla rivista scientifica Nature. Non si hanno invece notizie recenti circa l’efficacia ‘anti-vampirica’ dell’aglio…
Foto tratta da Pulp libri