- Le autostrade siciliane sono nelle mani dei ‘filosofi’. Il presidente della Regione Renato Schifani e il suo predecessore Nello Musumeci si rincorrono nel nome di Giambattista Vico, mentre all’Anas oscillano tra Parmenide e Zenone…
- Sull’autostrada Palermo-Catania più passa il tempo, più aumentano interruzioni e cantieri (e appalti…)
- “I primi segnali” di Marco Falcone del 2018…
Le autostrade siciliane sono nelle mani dei ‘filosofi’. Il presidente della Regione Renato Schifani e il suo predecessore Nello Musumeci si rincorrono nel nome di Giambattista Vico, mentre all’Anas oscillano tra Parmenide e Zenone…
“Un preoccupante stato di abbandono e di degrado che dimostra una grave incuria nella gestione della manutenzione dell’infrastruttura”. Lo ha scritto, in riferimento alla situazione dell’autostrada Palermo-Catania, il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, in una nota inviata ieri all’amministratore delegato dell’Anas, Aldo Isi. Lettera indirizzata anche al Ministro per le Infrastrutture e per i Trasporti, Matteo Salvini, quello che vuole realizzare il Ponte sullo Stretto di Messina dopo il flop del Governo Berlusconi 2001-2006. Il presidente della Regione (che non è il governatore!) contesta anche la proposta di interventi fatta dalla società alla Regione che “appare, purtroppo, incerta e insufficiente almeno sotto il profilo della tempistica”. Schifani definisce “improcrastinabile l’adozione di ogni misura utile a effettuare e completare, nel più breve tempo possibile, tutti i lavori necessari a restituire sicurezza e decoro a questa arteria, così strategica per la viabilità regionale”. Nel comunicato della presidenza della Regione si accenna a “un report redatto qualche giorno fa dagli uffici dell’assessorato regionale delle Infrastrutture sulla A19: al momento ci sono 45 interruzioni, la quasi totalità delle quali senza nessun intervento in atto e senza operai. I cantieri attivi sono appena una decina. A seguito della nota inviata da Schifani, l’Anas ha già provveduto a convocare per il prossimo 8 Marzo il dirigente generale del dipartimento regionale delle Infrastrutture, Salvo Lizzio”.
Sull’autostrada Palermo-Catania più passa il tempo, più aumentano interruzioni e cantieri (e appalti…)
Il 27 Giugno del 2018 il giornale on line STRADE AUTOSTRADE titolava: “Visita a sorpresa di Musumeci ai cantieri dell’Autostrada Catania-Palermo”. Leggiamo alcuni passi dell’articolo: “Visita a sorpresa, ieri mattina del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ai cantieri di lavoro sull’autostrada Catania-Palermo. Il governatore, accompagnato dall’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, ha voluto verificare di persona lo stato dei lavori che esegue l’Anas lungo l’arteria autostradale. Gli undici cantieri dell’inizio dell’anno si sono adesso ridotti a cinque che, inevitabilmente, continuano a creare disagi agli automobilisti e ritardo nei tempi di percorrenza”. Oggi le interruzioni sono 45 e i cantieri aperti una decina. In pratica, dopo cinque anni di lavori-lumaca la situazione è peggiorata. Sotto il profilo filosofico, l’autostrada Palermo-Catania rappresenta un esempio unico di clamorosa smentita di uno dei paradossi di Zenone: insomma è come se Achille piè veloce avesse raggiunto e superato la tartaruga insolitamente attardata come gli eterni lavori in corso lungo quello che resta dell’autostrada Palermo-Catania. Come Zenone, anche l’Anas in versione siciliana sarebbe allievo di Parmenide… Tornando all’articolo del 2018, anche allora il presidente della Regione, Musumeci, contestava duramente l’Anas. Musumeci in versione Pelide Achille stigmatizzava “la scarsa presenza di operai nei cantieri, ricevendone rassicurazioni di potenziamento dall’Azienda nazionale”. L’allora presidente della Regione siciliana, nell’estasi del momento, regalò al mondo una solenne promessa: “Il nostro obiettivo è quello di incalzare l’Anas per ridurre i disagi. C’è una sinergia con l’azienda affinché i cantieri siano sempre più ridotti, ma anche più affollati di operai e, perché no, quando possibile, aperti di notte”. Poi arrivò il sonno.
“I primi segnali” di Marco Falcone del 2018…
L’8 Novembre 2018 tocca all’allora assessore alle Infrastrutture, Marco Falcone, oggi ancora assessore regionale, passato all’Economia dopo i ‘successi’ ottenuti con le infrastrutture. Ecco il Marco Falcone-pensiero nelle pagine del Giornale di Sicilia: “Da anni manca la manutenzione e per questo resta ancora tanto da risolvere ma intanto arrivano chiari segnali sul valore dell’azione del governo Musumeci, in campo per rimettere tutta la Sicilia sulla giusta strada a partire da infrastrutture e lavori pubblici”. Ancora oggi nessuno è riuscito a capire quali fossero i “chiari segnali” intravisti dall’allora assessore Falcone. I maligni dicono che tali “chiari segnali” segnalati da Falcone somigliavano alla “luce in fondo al tunnel” individuata da Mario Monti prima dell’IMU e della legge Fornero… Arriviamo al 6 Marzo 2019: “Ultimatum di Musumeci all’Anas: “Basta cantieri infiniti sulla Palermo-Catania“. Arriviamo così al 28 Maggio 2020: “Musumeci contro Anas, annuncia una battaglia legale“. In quest’occasione l’allora presidente Musumeci provava ad andare oltre Parmemide e Zenone: ” “Se un pilone del viadotto Himera non viene ricostruito in cinque anni, mentre il ponte Morandi di Genova si rifà in un anno c’è evidentemente qualcosa che non va. Non siamo più disposti ad accettare questo atteggiamento”.
P. s.
La telenovela continua. Che dire? O ci prendono in giro, o la politica siciliana non conta nulla. Forse un giorno qualcuno ci dirà quanto stanno costando i lavori di ‘manutenzione’ dell’autostrada Palermo-Catania. Però senza fretta, con calma, senza accelerazioni, magari aspettiamo che Achille piè veloce torni indietro a chiedere scusa alla tartaruga… “Amunì, tartaruga, un ta’ pigghiari a male, un fari accussì…”.
Foto tratta da Nuovo Sud
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