Sul Titanic

Il capo dello Stato ha firmato il Decreto Milleproroghe, forse per un altro anno le spiagge italiane non finiranno nelle fauci della Ue

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  • C’è sempre la possibilità, infatti, che il Governo di Giorgia Meloni, anche questa volta, obbedisca all’Unione europea e si rimangi la proroga di un anno delle concessioni demaniali turistiche 
  • I tre scippi programmati dall’Unione europea in danno dell’Italia

C’è sempre la possibilità, infatti, che il Governo di Giorgia Meloni, anche questa volta, obbedisca all’Unione europea e si rimangi la proroga di un anno delle concessioni demaniali turistiche 

Sembra che la battaglia politica sulle concessioni demaniali sia stata vinta dal Governo di Giorgia Meloni. Il presidente della Repubblica ha firmato il Decreto Milleproroghe, Ciò significa che il provvedimento, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore. Ciò significa che i gruppi ‘europeisti’ che vorrebbero scippare la gestione delle spiagge agli Italia dovranno spettare un altro anno. Abbiamo scritto “sembra” perché dall’attuale esecutivo c’è da aspettarsi di tutto. Ricordiamoci che si è già rimangiato vari provvedimenti. Questa volta, però, non dovrebbe essere così. Anche se il capo dello Stato, nel firmare il Decreto Milleproroghe, non ha risparmiato critiche e inviti a cambiare il Decreto non soltanto per la parte che riguarda le concessioni demaniali turistiche ma anche per altre questioni. Ribadiamo: fino a questo momento è passata la linea del Governo. Il presidente della Repubblica avrebbe potuto non firmare il provvedimento e rinviarlo alle Camere. Se non l’ha fatto significa – o quanto meno dovrebbe significare – che non avrebbe ottenuto alcun risultato. Recita, infatti, l’articolo 74 della Costituzione: “Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge, può con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione. Se le Camere approvano nuovamente la legge, questa deve essere promulgata”. Sarebbe finita così? Non lo sappiamo. Quello che invece sappiamo è, come già ricordato, che il Governo Meloni, fino ad ora, ha sempre obbedito ciecamente all’Unione europea. Che infatti contesta la norma sulla spiagge, perché vorrebbe un ‘bando europeo’ che consentirebbe ai gruppi esteri – molto probabilmente tedeschi – di prendersi la gestione almeno di una parte delle spiagge italiane. Il Governo Meloni cederà anche questa volta? Se sarà così – e non non ci crediamo – gli esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega di Matteo Salvini dovrebbero andare a nascondersi!

I tre scippi programmati dall’Unione europea in danno dell’Italia

Il giornale Il Fatto Quotidiano – che non sembra molto schierato con l’attuale Governo – illustra anche gli altri passaggi contestati (che potete leggere qui). Sono sicuramente fatti importanti ma il cuore del problema restano le spiagge. Il progetto dell’Unione europea per l’Italia – al di là degli italiani molto ‘intelligenti’ e ‘lungimiranti’ che vanno ancora dietro a questa banda di massoni e affaristi – è finire di colonizzare l’Italia. In questo momento gli obiettivi degli ‘europeisti’ sono tre. Primo: prendere in gestione i cieli italiani per controllare le attività turistiche: e ci sono riusciti, se è vero che Alitalia è stata sbaraccata per fare posto a una società – ITA – che dovrebbe finire ai soliti tedeschi. Secondo: togliere all’Italia il controllo delle telecomunicazioni consegnando Telecom a un gruppo straniero: operazione quasi fatta. Terzo: scippare agli operatori italiani almeno una parte delle spiagge, in attesa di prendere il controllo di tutte le coste italiane. Su questo punto – almeno fino ad ora, ribadiamo, il Governo Meloni sta provando ad opporsi. La proroga vale comunque un anno e il prossimo anno – ammesso che il Governo Meloni non si arrenda nelle prossime ore – ci sarà poco da fare. L’errore, come si dice in questi casi, è nel manico. E’ stato gravissimo privare il Parlamento italiano della propria sovranità, per consegnarla a un’Unione europea – ribadiamo – di massoni e affaristi. La speranza è che la Russia di Putin vinca la guerra facendo crollare l’Unione europea.

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