Le celle delle carceri italiane rimangono aperte da 8 a 14 ore al giorno con una sola guardia carceraria che si occupa di 30 detenuti! A denunciare questa situazione è stato il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia, Stefano Paoloni, nel corso di una trasmissione di Radio Cusano Campus. Come fa una guardia carceraria ad occuparsi di 30 detenuti. E infatti – è stato ribadito più volte nel corso della trasmissione mattutina di Radio Cusano Campus – il numero delle aggressioni alle guardie carceraria è aumentato, mentre è diminuito il numero di guardia carcerarie, perché nessuno vuole più andare a fare un mestiere che è diventato difficile e rischioso. Non sappiamo se tutti sanno che le celle delle carceri italiane restano aperte da 8 a 14 ore al giorno. Si tratta della sorveglianza dinamica delle carceri voluta dall’Unione europea. La stessa Unione europea che toglie risorse finanziarie all’Italia con le ‘politiche del rigore’. Così, tra soldi che mancano (il segretario Paoloni ha detto che il personale manca in tutte le forze dell’ordine: Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Guardie carcerarie) e lavoro sempre più rischioso e pericoloso (peraltro con stipendi bassi rispetto ai rischi di questo lavoro) non è facile trovare nuove guardie carcerarie.
Nel corso della trasmissione è stato citato il caso dell’anarchico Alfredo Cospito che si batte contro il regime carcerario del 41 bis. Anche in questo caso c’entra la solita Unione europea che vorrebbe la ‘riforma’ del 41 bis. Da qui le domande emerse durante la trasmissione radiofonica: che succederebbe eliminando il 41 bis? Anche chi oggi sconta questo regime carcerario usufruirebbe delle celle delle carceri aperte da 8 a 14 ore al giorno? Insomma, anche chi sconta il 41 bis per reati gravi come possibili attentanti, o per fatti di mafia avrebbe dirotto alla custodia aperta con la possibilità di muoversi autonomamente in sezione o anche fuori sezione, per poter accedere all’attività e alla socialità? E’ noto che la Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) ha sollecitato l’apertura delle celle come compensazione al sovraffollamento delle carceri. Problema serissimo, perché non si p0ossono fare vivere le persone in spazi angusti. Ma a questo punto non sarebbe più serio e meno dispendioso chiudere le carceri e fare scontare la pena ai detenuti nelle proprie abitazioni con braccialetto e videosorveglianza H 24? La nostra non è una provocazione ma una proposta. Che vale anche per i detenuti al 41 bis: dovrebbero restare in casa, con visite dei soli familiari video-controllate. Le carceri potrebbero essere trasformate in luoghi di cultura.
Foto tratta da Redattore Sociale