Mentre l’Italia è invasa da grano canadese, grano ucraino, grano russo e via continuando con i grani esteri (a proposito, qualcuno ha avvertito la televisione che continua a blaterare la formula “solo grano italiano”?), a Palermo si accende una luce nel complicato mondo della pasta con un’iniziativa unica nel suo genere: un corso per assaggiatori di pasta. La protagonista di questa idea è Margherita Tomasello (nella foto), nota imprenditrice di questo settore che da due anni porta avanti L’Accademia siciliana della pasta, per divulgare sempre di più l’arte e la conoscenza della pasta. “Oggi – dice Margherita Tomasello, dirigente di Confcommercio, organizzazione imprenditoriale che promuove l’iniziativa – i
In un mondo dove predomina la pubblicità ingannevole, la conoscenza della pasta, la storia della pasta, il rapporto tra pasta e grano duro diventano notizie importanti. Soprattutto nel Sud Italia e in Sicilia dove il consumo di pasta è notevole. Statistiche alla mano, in Italia il consumo di pasta pro capite si attesta intorno a 23 Kg all’anno. Ma, come direbbero gli statistici, è una media con un’alta deviazione standard, perché nel Mezzogiorno il consumo di pasta sfiora i 35 kg all’anno. Questo dato deve fare riflettere tutti, ma in particolare noi siciliani e, in generale, i meridionali. Siccome noi di pasta ne consumiamo tanta, è importante portare sulle nostre tavole pasta di qualità. Non mettiamo in dubbio che ci siano grani esteri di alta qualità. Ma due considerazioni ci portano a privilegiare la pasta prodotta con grano duro italiano, segnatamente del Sud Italia e della Sicilia. La prima considerazione è che nel mondo ci sono Paesi con clima freddo e umido dove il grano non andrebbe coltivato. Perché? Perché in questi Paesi il grano non matura naturalmente, sotto il Sole, ma a colpi di glifosato. Il glifosato è ancora oggi uno degli erbicidi più utilizzati al mondo. Chi deve fare naturare il grano artificialmente lo utilizza in fase di pre-raccolta, con il risultato che tale grano presenta residui di glifosato che poi si trasferiscono nella pasta, nel pane e via continuando con i derivati del grano (per la cronaca, il problema non riguarda solo il grano duro, con il quale si produce la pasta, ma anche il grano tenero utilizzato per il pane, per i dolci e via continuando). Seconda considerazione: il grano estero, anche se buono e privo di glifosato viene trasportato sulle navi. Ora, se le navi sono dotate di stive-magazzini per la cosiddetta crio-conservazione (cioè a temperatura controllata) non ci dovrebbero essere problemi. Ma noi sappiamo che le navi che trasportano il grano, nella stragrande maggioranza dei casi, sono prive di stive-magazzini per la crio-conservazione del grano. Che significa questo? Semplice: che il grano caricato nelle stive viene ‘trattato’ con sostanze chimiche per impedire l’insorgere di problemi. Procedimento corretto, attenzione, che – per esempio – in presenza di umidità evita la formazione di funghi che, a propria volta, producono micotossine. Detto questo, una parte di questi prodotti chimici rimane nel grano. Morale: meglio mangiare pasta con grano a km zero.
Mangiare pasta prodotta con grano duro siciliano o del Sud Italia. Che è, poi, il progetto messo in piedi da Margherita Tomasello, imprenditrice che i nostri lettori conoscono bene, se è vero che è stata più volte intervistata da noi (qui una nostra intervista realizzata a Margherita Tomasello nel Novembre del 2019: “Vi racconto il grano siciliano e il rapporto tra Barilla e la nostra Isola”; e qui un’altra intervista: “In Sicilia il consumo di pasta artigianale è cresciuto del 25%”. Margherita Tomasello per anni ha guidato l’azienda di famiglia, il pastificio Tomasello a Casteldaccia. Due anni fa ha dato vita alla citata Accademia Siciliana della Pasta. Già, un’Accademia per promuovere un prodotto che questa imprenditrice siciliana ha nel suo ‘Dna’: la pasta prodotta con grano siciliano. L’iniziativa è nata in un periodo storico che è quello che è, caratterizzato dalla presenza del Covid, elemento che condiziona la vita a tutti,