Continua a scendere il prezzo del grano in Europa. Il motivo è legato alla grande offerta di grano che arriva dalla Russia, dal Canada e dall’Ucraina (per la cronaca il prezzo del grano ucraino è di 28 dollari al quintale: è chiaro che a questo prezzo ‘ammazza’ il grano italiano!). Teniamo conto che il grano che arriva da questi paesi giunge in Europa con le navi quini, nella migliore delle ipotesi, è grano ‘trattato’ con sostanze chimiche; la peggiore delle ipotesi la lasciamo alla vostra immaginazione… “In Europa – leggiamo nel report di Sabato scorso dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi – il grano di Marzo su Euronext, con sede a Parigi, ha chiuso la settimana a 295 euro ($ 315,47 – $ 1,64 wow) Venerdì, registrando un calo settimanale di 2 €/t. Per quanto riguarda gli altri prodotti, il prezzo del grano duro europeo di Marzo è sceso di altri 13,25 €/t nella settimana, attestandosi a 420,75 €/t”. Insomma, poco più di 42 euro al quintale, che è il prezzo registrato oggi a Foggia, il più importante mercato del grano duro italiano. In Sicilia, invece, il prezzo è ancora più basso, da 36 a 38 euro al quintale. “Il grano duro italiano Bologna (consegnato al primo cliente) – leggiamo sempre nel report – è stato valutato a 436,32 $, in calo di 9,98 $/t settimana su settimana. Nel frattempo, al 16 Febbraio 2022, i prezzi FOB in dollari USA per il grano francese con l’11,5% di proteine e consegna da febbraio a Marzo erano pari a 325 $/ton, in calo di 1 $ rispetto alla settimana precedente. Il prezzo del grano tedesco, Depositilo Hamburg, non era disponibile anche questa settimana. Il grano baltico, consegnato prima a Vilnius, è stato di 299,43 $/t, in calo di 21,95 $/t rispetto alla settimana precedente. Il grano duro spagnolo Sevilla (Depo Silo), non era disponibile anche questa settimana. Il grano duro francese – consegnato La Pallice Spot – luglio 2022, questa settimana è stato valutato a 449,15 $/ton, in aumento di 0,72 $ rispetto alla settimana precedente. I prezzi del grano europeo – scrive Puglisi – sono diminuiti, spinti dalla debolezza di Chicago e dalla continua concorrenza delle origini del Mar Nero”. Mentre “grandi volumi di grano russo hanno continuato ad essere offerti in vendita a livello internazionale nonostante i rischi geopolitici”.
Oggi i mercati e la maggior parte degli uffici governativi degli Stati Uniti d’America sono chiusi per la festa del Presidente federale. La scorsa settimana, leggiamo sempre nel report, “un rafforzamento del dollaro e il calo dei prezzi del greggio hanno pesato sui mercati dei cereali. Il biglietto verde, infatti, ha ottenuto supporto durante la settimana poiché gli investitori hanno aumentato le loro aspettative sui tassi di interesse statunitensi. La forza dell’indice del dollaro, tuttavia, incombeva sui mercati dei cereali, rendendo i cereali statunitensi meno attraenti a livello globale, anche se il dollaro in seguito si è abbassato… D’altra parte, l’escalation dei combattimenti nell’Ucraina orientale e le rinnovate critiche russe nei confronti del corridoio marittimo dall’Ucraina hanno sostenuto il mercato del grano”. Puglisi ci sta dicendo che la guerra in Ucraina, che non va scendendo di tono, potrebbe portare la Russia a bloccare il corridoio umanitario nel Mar Nero che, dallo scorso Agosto ad oggi, ha consentito all’Ucraina di esportare grano e altri prodotti agricoli. Se ciò avverrà – cosa molto probabile – il prezzo del grano dovrebbe schizzare all’insù, perché verrebbe a mancare l’offerta di grano ucraino. Di più: come leggiamo sempre nel report, “i prezzi del grano invernale rosso duro hanno ricevuto ulteriore sostegno dalle condizioni di siccità in parti della cintura del grano invernale delle pianure statunitensi”. In pratica, la siccità presente in alcune aree degli Stati Uniti dove si produce grano duro potrebbe far venir meno la produzione di grano duro, provocando un innalzamento del prezzo di questo cereale, quanto meno nel mercato americano. Infatti, bisogna tenere conto anche della produzione di grano in Canada (che la scorsa settimana ha aumentato le esportazioni di grano tenero e duro) e in Russia (dove c’è stata una produzione record di grano, arrivato anche in Europa e soprattutto in Italia durante la campagna elettorale per le elezioni politiche ma anche dopo). Le domande sono sempre quelle: con che grano duro le industrie italiane stanno producendo la pasta? E con che grano tenero si stanno producendo il pane, i dolci i biscotti e via continuando?
Foto tratta da Italia Oggi