- L’accordo approvato dal Parlamento europeo mette l’industria automobilistica europea nelle mani della Cina che oggi produce le batterie per le auto elettriche. E, di conseguenza, avvantaggia indirettamente la Russia, grande alleata della Cina. E i Democratici americani che dicono?
- Provvedimento molto discutibile anche dal punto di vista scientifico
- La parola passa adesso al Consiglio Ue. Non sono da escludere colpi di scena, visto che tutta l’operazione sembra legata a interessi di lobby oggi sotto la ‘lente di ingrandimento’ della Magistratura belga
L’accordo approvato dal Parlamento europeo mette l’industria automobilistica europea nelle mani della Cina che oggi produce le batterie per le auto elettriche. E, di conseguenza, avvantaggia indirettamente la Russia, grande alleata della Cina. E i Demicratici americani che dicono?
Un Parlamento europeo screditato dall’inchiesta sulle tangenti e sui rapporti tutt’altro che ‘trasparenti’ con i portatori di grandi interessi del nostro tempo ha approvato ieri un provvedimento demenziale che mette nelle mani dei cinesi l’industria automobilistica europea. Si tratta dello stop alla produzione di veicoli a benzina e diesel a favore di quelli elettrici a partire dal 2035. L’accordo è discutibile, se non errato, sia sotto il profilo economico, sia sotto il profilo scientifico. E’ discutibile, se non errato, sotto il profilo economico, perché l’industria automobilistica, per la produzione di auto elettriche, dipende dalla Cina. Il riferimento è alle batterie. Se oggi, a causa di scelte errate dei Governanti europei, i Paesi della Ue, per il gas, dipendono dalla Russia (e dagli Stati Uniti d’America per il gas liquido o Gpl), oggi, per produrre auto elettriche dipendono dalla componentistica cinese. Di fatto, l’Unione europea, che in Ucraina è in guerra contro Russia e Cina, ha regalato alla stessa Cina un grandissimo vantaggio economico. Quanto state leggendo non è passato inosservato nello stesso Parlamento europeo, se è vero che questo discutibilissimo provvedimento è stato approvato con 340 voti favorevoli, 279 contrari e 21 astenuti. La dimostrazione che un po’ meno della metà degli europarlamentari si rende conto dell’assurdità di un provvedimento che, alla fine, fa solo il gioco dei cinesi e, perché no?, dei russi, grandi alleati dei cinesi. Lo stop a partire dal 2035 di veicoli a benzina e gasolio potrebbe avvantaggiare i tedeschi che, sottobanco, hanno continuato a tenere rapporti sotterranei con Russia e Cina? La domanda è legittima. Viene da chiedersi cosa ne penseranno di questo assist dell’Europa alla Cina i Democratici che governano l’America, che stanno dimostrando di essere, soprattutto in economia, un po’ dilettanti, al netto degli economisti della FED, la Banca Centrale statunitense, che sono gli unici che ancora tengono in piedi gli stessi Stati Uniti. E siccome anche la Francia produce automobili, qualche dubbio su questo Paese è più che giustificato… Insomma, se proprio la dobbiamo dire tutta, la sensazione che dietro l’approvazione di questo strano provvedimento ci sia un accordo tra Germania e Francia da una parte e Cina e Russia dall’altra parte non si può nascondere.
Provvedimento molto discutibile anche dal punto di vista scientifico
L’accordo – raggiunto nel Novembre dello scorso anno dal Parlamento e dal Consiglio Ue – non è sbagliato solo dal punto di vista economico. Anche sotto il profilo scientifico lascia molto a desiderate. Così come ha fatto discutere il ‘vaccino’ contro un Coronavirus ad Rna nel caso della pandemia (non c’è bisogno di essere ferratissimi in Microbiologia per sapere che un vaccino contro un virus ad alta deriva antigenica è molto discutibile, se non fantasioso), altrettanto discutibile è la tesi che le auto a benzina e a diesel inquinano, mentre le auto elettriche no, dal momento che esiste anche un problema legato all’inquinamento da elettrosmog, inquinamento molto dannoso per l’organismo umano. Per non parlare del fatto che ci sono scienziati – e non sono pochi – che da sempre frenano sull’anidride carbonica come unica sostanza responsabile del cosiddetto riscaldamento globale. Ricordiamo il folto gruppo di scienziati che, qualche anno fa, ha inviato una lettera al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Leggiamo alcuni passi di questa lettera: “Bisogna… essere consapevoli che l’anidride carbonica di per sé non è un agente inquinante. Al contrario, essa è indispensabile per la vita sul nostro Pianeta. Negli ultimi decenni – scrivono gli scienziati – si è diffusa una tesi secondo la quale il riscaldamento della superficie terrestre di circa 0.9°C osservato a partire dal 1850 sarebbe anomalo e causato esclusivamente dalle attività antropiche, in particolare dalle immissioni in atmosfera di CO2 proveniente dall’utilizzo dei combustibili fossili. Questa è la tesi del riscaldamento globale antropico promossa dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) delle Nazione Unite, le cui conseguenze sarebbero modificazioni ambientali così gravi da paventare enormi danni in un imminente futuro, a meno che drastiche e costose misure di mitigazione non vengano immediatamente adottate. A tale proposito, numerose nazioni del mondo hanno aderito a programmi di riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sono pressate, anche da una martellante propaganda, ad adottare programmi sempre più esigenti dalla cui attuazione, che comporta pesanti oneri sulle economie dei singoli Stati aderenti, dipenderebbe il controllo del clima e, quindi, la ‘salvezza’ del Pianeta. L’origine antropica del riscaldamento globale – scrivono gli scienziati – è però una congettura non dimostrata, dedotta solo da alcuni modelli climatici, cioè complessi programmi al computer, chiamati General Circulation Models. Al contrario, la letteratura scientifica ha messo sempre più in evidenza l’esistenza di una variabilità climatica naturale che i modelli non sono in grado di riprodurre. Tale variabilità naturale spiega una parte consistente del riscaldamento globale osservato dal 1850. La responsabilità antropica del cambiamento climatico osservato nell’ultimo secolo è quindi ingiustificatamente esagerata e le previsioni catastrofiche non sono realistiche”. E ancora: “Il clima è il sistema più complesso presente sul nostro Pianeta – scrivono gli scienziati – per cui occorre affrontarlo con metodi adeguati e coerenti al suo livello di complessità. I modelli di simulazione climatica non riproducono la variabilità naturale osservata del clima e, in modo particolare, non ricostruiscono i periodi caldi degli ultimi 10.000 anni. Questi si sono ripetuti ogni mille anni circa e includono il ben noto Periodo Caldo Medioevale, il Periodo Caldo Romano, ed in genere ampi periodi caldi durante l’Ottimo dell’Olocene. Questi periodi del passato sono stati anche più caldi del periodo presente, nonostante la concentrazione di CO2 fosse più bassa dell’attuale, mentre sono correlati ai cicli millenari dell’attività solare. Questi effetti non sono riprodotti dai modelli” (qui per esteso l’articolo sui cambiamenti climatici).
La parola passa adesso al Consiglio Ue. Non sono da escludere colpi di scena, visto che tutta l’operazione sembra legata a interessi di lobby oggi sotto la ‘lente di ingrandimento’ della Magistratura belga
Queste considerazioni scientifiche smentiscono su tutta la linea la tesi che sia la C02 la sostanza responsabile del riscaldamento globale. Con questo non stiamo dicendo che gli scienziati che invece segnalano i possibili problemi legati alla C02 debbano essere ignorati. Quello che stiamo cercando di dire è che il riscaldamento globale è un argomento delicatissimo sul quale la scienza è divisa. In questo scenario è molto singolare che il Parlamento europeo sposi una tesi scientifica negando l’importanza della tesi opposta. E’ evidente che in questa vicenda, in gioco, ci sono interessi economici enormi. Se si analizza con un po’ di attenzione come le forze politiche d’Europa hanno votato su tale provvedimento emergono contraddizioni. La prima considerazione che salta agli occhi è la rottura dell’asse tra Socialisti e Popolari europei. I Popolari, a propria volta, si sono spaccati. In questa area politica gli europarlamentari di Forza Italia, di Fratelli d’Italia e della Lega hanno votato no. E poiché, piaccia o no, l’approvazione di questo accordo favorisce direttamente la Cina e indirettamente la Russia, queste tre forze politiche hanno votato contro gli interessi di Cina e Russia. Chi sono, allora, gli europarlamentari che hanno votato in favore di questo provvedimento? In testa ci sono i soliti Socialisti europei, i soliti Verdi, le Sinistre e la maggioranza dei liberali di Renew: insomma, i ‘Sepolcri imbiancati’ del Parlamento europeo. A favore del provvedimento anche gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle. Poco più di una ventina gli europarlamentari del PPE che hanno a votato a favore dello stop ai veicoli a benzina e gasolio. La maggioranza degli eurodeputati Conservatori e Riformisti ha votato no, idem il gruppo Identità e Democrazia. La parola finale passa adesso al Consiglio Ue, che dovrà esprimere il sì definitivo al provvedimento prima della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea. E poiché si è capito che dietro c’è la solita operazione di lobby – sulle quali indaga la Magistratura belga – non sono da escludere colpi di scena…
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