La chiamano legge Finanziaria, o legge di stabilità. In realtà, il provvedimento approvato dall’Assemblea regionale siciliana non è altro che una diligenza che è stata ‘assaltata’ dai soliti parlamentari di Sala d’Ercole dove si trova tutto e il contrario di tutto, tranne che iniziative per il sostegno della vera economia siciliana. Come facciamo ogni anno, non appena avremo tra le mani il testo approvato dall’Aula sarà nostra cura illustrarlo ai nostri lettori. Per ora segnaliamo solo che si tratta della solita, immancabile legge omnibus e che, all’interno di questo male affastellato calderone di clientele di tutte le specie i ‘califfi’ del Palazzo Reale di Palermo hanno inserito anche lo scippo di 24 milioni di euro al Fondo sanitario regionale della Sicilia per finanziare l’ARPA, l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, struttura importante che, però, nulla ha a che spartire con la sanità pubblica siciliana. L’aspetto grave di questa vicenda è che lo scippo al Fondo sanitario regionale della nostra Isola è stato approvato nonostante i pronunciamenti della Corte Costituzione e della Corte dei Conti per la Sicilia che hanno sottolineato che le risorse destinate alla sanità pubblica non possono essere utilizzate per finalità diverse.
La Corte dei Conti, come abbiamo già accennato – e lo dice con il conforto di un pronunciamento della Corte Costituzionale – precisa l’Arpa ha ben poco a che dividere con la sanità pubblica siciliana. Il richiamo ai Lea – Livelli essenziali di assistenza – messo in campo dalla fallimentare politica siciliana per ‘nobilitare’ lo scippo di fondi agli ospedali pubblici della Sicilia è solo un volgare tentativo di giustificare un atto parlamentare sbagliato! Non si possono togliere ben 24 milioni di euro alla sanità pubblica per finalità estranee al mondo della sanità. Sulla vicenda, agli atti, c’è anche una nota del Servizio Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana: “… con riferimento alle previsioni del comma 1, ed in particolare al contributi annuale a valere sul Fondo sanitario regionale… si rivela che l’attuale formulazione non sembra fornire elementi sufficienti a superare o rilievi mossi dalla Corte dei Conti… Si invita, in ogni caso, il Governo a fornire elementi a supporto della quantificazione del contributo, nella sua parte indistinta e in quella connessa all’erogazione dei Lea. Con riferimento al comma 3 (copertura finanziaria ndr) si invita il Governo a chiarire le modalità di copertura mediante iscrizione di maggiori entrate da utilizzo dell’avanzo, nonché a dare ragguagli sulla effettiva quantificazione di tali risorse”. Insomma, Governo regionale e Assemblea regionale siciliana hanno fatto una cosa che non si può fare. Forse pensano che a Rima c’è un Governo nazionale ‘amico’ che lascerà passare lo scippo alla sanità siciliana, ignorando le indicazioni della Corte Costituzionale e della Corte dei Conti per la Sicilia? A nostro modesto avviso, la politica siciliana sta prendendo un abbaglio, perché questo articolo di legge verrà impugnato.