Tre le notizie di politica siciliana oggi. La prima l’abbiamo già anticipata la settimana scorsa: i Sindaci siciliani, gli assessori comunali e i consiglieri hanno deciso di raddoppiarsi le indennità. La seconda notizia è che anche i deputati regionali hanno deciso di aumentare le proprie indennità parlamentari di 900 euro lorde al mese. La terza notizia – in verità un po’ bizzarra – è che la Regione siciliana dovrebbe anticipare alle imprese che hanno operato con il cosiddetto Superbonus 110% circa 200 milioni di euro in attesa che lo Stato glieli restituisca. A nostro modesto avviso sono tre iniziative sbagliate. Esaminiamole, per grandi linee, una per una.
Ad aumentare, o meglio, a raddoppiare le indennità a Sindaci, assessori comunali e consiglieri comunali è stato il passato Governo nazionale di Mario Draghi. Ma questo non significa che la Regione siciliana se debba adeguare. In un momento in cui la Sicilia è in emergenza, a cominciare dalla sanità pubblica allo sbando, non ci sembra che la priorità sia il raddoppio delle indennità agli amministratori comunali! Dopo di che c’è poca chiarezza. Da quello che trapela dall’Assemblea regionale siciliana, dove è in corso il dibattito che dovrebbe portare all’approvazione della manovra economica e finanziaria 2023, sembrerebbe che il costo dell’aumento delle indennità di Sindaci, assessori e consiglieri comunali ammonterebbe a 12 milioni di euro all’anno. A noi sembrano pochi. La cosa che lascia molto perplessi è la modalità con la quale la politica siciliana avrebbe deciso di erogare queste indennità raddoppiate. La metà della somma – cioè 6 milioni di euro (ammesso che la cifra totale sia pari a 12 milioni di euro all’anno) – la pagherebbe la Regione siciliana; l’altra metà la pagherebbero i Comuni, ovvero gli abitanti dei Comuni con tasse e imposte. I Comuni siciliani non finiscono mai di stupire. Ieri abbiamo ‘scoperto’ che pur lamentando l’assenza cronica di risorse finanziarie hanno trovato il modo di organizzare Carnevali in festa on non sappiamo più quanti Comuni. Ora scopriamo che sì, sono sempre senza soldi, ma a quanto pare troveranno i soldi per pagare la metà del raddoppio delle indennità di Sindaci, assessori e consiglieri comunali! E i ‘qualunquisti’ siamo noi che denunciamo queste oscenità?
L’aumento di 900 euro al mese lorde per i deputati è stata decisa nel quadro dell’approvazione del Bilancio interno del Parlamento siciliano. Si tratta di un adeguamento ISTAT, hanno spiegato i parlamentari regionali. 900 euro lorde significa che ognuno dei 70 parlamentari dell’Assemblea regionale siciliana si metterà in tasca, ogni mese, circa 500 euro in più. Peccato che ai medici pubblici il Governo Berlusconi 2008-2011 ha bloccato gli aumenti annuali: aumenti annuali che, senza grandi proteste dei sindacati degli stessi medici, sono rimasti bloccati per un decennio. Quando qualche anno fa hanno sbloccato le retribuzioni dei medici pubblici italiani, ebbene, la politica ha deciso di non erogare gli arretrati! Anche in questo caso, non ricordiamo proteste dei sindacati dei medici pubblici italiani. Quanto all’aumento delle retribuzioni dei medici pubblici, si attesta intorno a 200 euro lorde al mese (con qualcosa in più per chi ricopre ruoli apicali). Fatti quattro conti, l’adeguamento delle retribuzioni mensili dei parlamentari regionali è pari a quattro-cinque volte in più dell’adeguamento mensile che è stato riconosciuto ai medici pubblici. Questa, come potete notare, è una delle motivazioni per le quali i medici pubblici italiani – cioè i medici italiani che lavorano negli ospedali pubblici italiani – sono tra i meno pagati d’Europa e, di conseguenza, spiega anche il perché molti giovani medici, piuttosto che lavorare negli ospedali italiani, preferiscono andare a lavorare all’estero. Per non parlare dei medici pubblici italiani che si dimettono, perché lavorare negli ospedali pubblici definanziati è diventato rischioso, soprattutto nei Pronto Soccorso. Però, in Sicilia, deputati regionali, Sindaci, assessori e consiglieri comunali hanno deciso di aumentarsi le indennità. I siciliani si meritano tutto questo? Sì. Questo perché il 53-54% dei cittadini siciliani non va più a votare: e chi non partecipa alla vita democratica per propria scelta ha sempre torto. E poi perché deputati regionali e amministratori sono stati eletti da cittadini che, evidentemente, in maggioranza, sono contenti dell’operato dell’attuale politica.
Terza iniziativa: il Superbonus. Siamo i primi a sottolineare l’importanza di questo provvedimento che il Governo Draghi ha cercato in tutti i modi di affossare. Ma le risorse finanziarie li deve tirare fuori lo Stato e non la Regione! Ricordiamo che lo Stato ha scippato 9 miliardi di euro alla sanità siciliana e poi, come ha detto in conferenza stampa il presidente della Regione, Renato Schifani, è ‘sparito’ il titolo, cioè la prova dei 9 miliardi di euro della Sicilia finiti a Roma. Pensare che lo Stato, dopo che la Regione anticiperà 200 milioni di euro per il Superbonus alle imprese siciliane, restituirà questi soldi è da ingenui. Questo è un chiariimo tentativo di scaricare sui conti regionali un impegno finanziario del Governo nazionale.