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Breve storia dei terremoti in Turchia dal 1822 ad oggi i maremoti e i pericoli nel Mediterraneo

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  • Le faglie trascorrenti
  • I maremoti

Le faglie trascorrenti

La Turchia è notoriamente un Paese a rischio terremoti. La storia racconta che nel 1822 un terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito la Turchia provocando circa 20 mila morti. Il terremoto che nella notte tra Domenica 5 Febbraio e Lunedì 6 Febbraio ha colpito Turchia e Siria è stato di magnitudo 7.8, quindi più forte del sisma del 1822. Secondo gli esperti, il terremoto che ha colpito questi due Paesi è uno dei più letali. E’ per questo che – complice anche il freddo dell’Inverno – ci potrebbero essere più di 20 mila morti. Come raccontano sempre gli esperti, tra la Turchia e la Siria si è verificata una rottura di oltre 100 km tra la placca anatolica e placca araba. Quando si parla di terremoti si fa riferimento alle faglie. La faglia è una frattura che si materializza entro un volume di roccia della crosta terrestre. La faglia dell’Anatolia orientale è trascorrente. Si tratta di lastre di roccia solida che si spingono l’una contro l’altra lungo una linea di faglia verticale. Quando ciò si verifica si accumula stress fino a quando una lastra scivola in un movimento orizzontale, rilasciando una grande quantità di tensione che può dare origine a un terremoto. Al mondo è molto nota la faglia di San Andreas in California. Anche questa faglia è trascorrente e da decenni gli scienziati dicono che in California potrebbe verificarsi un terremoto catastrofico.

 

I maremoti

Il terremoto che ha funestato la Turchia e la Siria ha avuto origine città turca di Nurdagi, a una profondità di circa 18 km, proprio all’altezza della faglia dell’Anatolia orientale. Gli scienziati sostengono che, in media, si contano meno di una ventina di terremoti di magnitudo 7.0 in un anno. Sempre a parere degli scienziati, il terremoto che ha colpito Turchia e Siria ha rilasciato 250 volte più energia di quello che ha colpito l’Italia centrale nel 2016. Non stanno mancando le scosse di assestamento. La prima si è verificata dopo poco più di 10 minuti di magnitudo 6.0. Una seconda scossa è arrivata ore dopo di magnitudo 7.5. La storia racconta che dopo il violento terremoto del 1822 le scosse continuarono per tutto l’anno successivo. Nelle ore subito successive al terremoto si è ipotizzato la possibilità di un maremoto che avrebbe potuto colpire anche le coste di Sicilia, Calabria, Puglia e Campania. In un primo momento un allerta ha bloccato i treni e ha allertato i Comuni costieri che erano pronti a chiudere le scuole. Poi l’allarme maremoto o tsunami è rientrato. Ma alcuni Comuni campani non hanno fatto in tempo a tornare alla normalità e le scuole sono rimaste chiuse. Domanda: cos’è che più provocare un maremoto? A generarlo è un terremoto sottomarino piuttosto forte, con magnitudo superiore a 6.5 e con un ipocentro non troppo profondo (per la cronaca, l’ipocentro è una zona in profondità dove si verifica la rottura delle rocce che dà origine al terremoto). Terremoti e maremoti possono anche essere provocati da altri fattori, come abbiamo raccontato a proposito dei possibili pericoli che incombono nel Mediterraneo (qui il nostro articolo sui pockmark presenti nel Mediterraneo).

Foto tratta da Tgcom 23 Mediaset Infinity

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