La pagina Facebook del sindacato ORSA Marittimi riprende un articolo pubblicato da Marittimi&Navi nel quale si racconta del Governo della Repubblica delle Filippine che si sta dando un gran da fare per salvare il posto di lavoro a circa 49 mila abitanti di questi luoghi – circa 7 mila isole nell’oceano Pacifico orientale – che lavorano a bordo delle navi europee. Questi lavoratori sono molto importanti, perché le loro rimesse (leggere i soldi che mandano ai familiari) costituiscono una voce importante per l’economia filippina (si parla di 7 miliardi di dollari all’anno). Il segretario del Dipartimento dei Trasporti (DOTr) delle Filippime, Jaime Bautista, deve fronteggiare la politica dell’Unione europea nel settore marittimo, che si accinge a valutare l’opportunità o meno di riconoscere gli standard di formazione, certificazione e vigilanza (STCW) emessi dalle Filippine. ““Potremmo persino dover muovere cielo e terra, se necessario, per garantire che questi standard europei siano soddisfatti”, ha detto Bautista. Che ha aggiunto: “È arrivato il momento che questo problema decennale venga risolto e messo a tacere”, se è vero che “per 16 anni il Paese non ha affrontato pienamente i risultati e le osservazioni dell’EMSA”. Per la cronaca, l’EMSA è l’Agenzia europea per la sicurezza marittima è un organismo della UE che si occupa della riduzione del rischio di incidenti marittimi, dell’inquinamento marittimo causato dalle navi e della perdita di vite umane in mare. Commenta il sindacato Orsa Marittimi: “Mentre il tesponsabile dei trasporti delle Filippine fa politica per salvaguardare posti di lavoro, in Italia i sindacati, gli armatori e il Ministero dei Trasporti stanno distruggendo il settore marittimo italiano. Vi sembra normale tutto questo, quando vogliamo risorgere da queste ceneri?”.
In effetti non possiamo dare torto al sindacato Orsa, se è vero che i lavoratori marittimi, in Italia, vengono trattati male. Lo schema è semplice: la politica eroga ‘varcate’ di soldi pubblici a chi gestisce i trasporti via mare e gli armatori fanno il nello e il cattivo tempo. Ecco un passo di un nostro articolo del Luglio dello scorso anno: “Nel Giugno di quest’anno (leggere 2022 ndr) – poco meno di un mese fa – abbiamo scritto: “ORSA marittimi: non si può lavorare sulle navi a 1.350 euro al mese facendo 16 ore di lavoro al giorno“. Questo invece è del Febbraio di quest’anno: “In tutto il mondo si erogano bonus ai lavoratori marittimi. Tranne in Italia dove vengono sfruttati fino all’inverosimile“. Nel Maggio dello scorso anno abbiamo pubblicato un articolo in cui si mettono nero su bianco le richieste dei lavoratori: “Trasporti marittimi: le richieste del sindacato ORSA alla Caronte & Tourist“. Questo è un articolo incredibile del Maggio 2019: “Le navi della Caronte e Tourist isole minori ‘sparecchiano’: negati i pasti ai lavoratori“. Tutte queste storie sono state denunciate – e continuano ad essere denunciate – dal sindacato ORSA. Da qui la domanda: le altre organizzazioni sindacali di questo settore di cosa si occupano? Sappiamo di sindacalisti di questo settore che hanno fatto carriera politica: siamo contenti per loro, anche se un po’ meno contenti sono i lavoratori”. L’Unione europea, attraverso l’EMSA, fa le pulci ai lavoratori filippini, ovvero cerca i difetti e gli errori, anche i più piccoli, con pignoleria. Come mai l’Agenzia europea per la sicurezza marittima non si occupa di cosa succede in Italia?
Foto tratta da Messaggero Marittimo