La Francia ha stanziato oltre 200 milioni di euro per ridurre l’uso di glifosato in agricoltura. Il tutto avviene in un clima di grande confusione. Quest’anno, infatti, nell’Unione europea il discusso erbicida – che negli Stati Uniti d’America ha già dato vita a risarcimenti milionari agli agricoltori – avrebbe dovuto essere bandito. Ma siccome la storica multinazionale che produce erbicidi al glifosato – la Monsanto – si è fusa con la multinazionale tedesca, Bayer, ecco che dalla Ue è arrivata una proroga di un altro anno. Così, mentre l’Unione europea dà il via libera agli aiuti agli agricoltori francesi che faranno a meno del glifosato, la stessa Unione europea proroga per il 2023 l’uso del glifosato e continua a fare arrivare in Europa il grano estero fatto maturare artificialmente con il glifosato. Insomma, siamo alla farsa! Una mezza farsa, in verità, va in scena anche a Parigi, se è vero che la Francia avrebbe dovuto eliminare il glifosato tre anni fa. Ma anche il presidente Macron – che è pur sempre espressione del monda ultraliberista governato dalle multinazionali – ha dovuto fare marcia indietro. Oggi è costretto a tornare sulla vicenda non eliminando radicalmente il glifosato ma per ridurne l’uso. Non abbiamo capito come verranno applicati gli aiuti per incentivare gli agricoltori a non usare il glifosato. Su AGRIFOOD TODAY leggiamo che “l’aiuto mira a sostenere le aziende agricole impegnate in coltivazioni permanenti, quelle con seminativi, come grano e mais, nonché gli allevamenti che si dedicano a queste colture per alimentare il bestiame. Tutte queste tipologie sarebbero le più danneggiate sul breve termine dal mancato uso del glifosato”. In realtà, il glifosato si utilizza per diserbare tante coltivazioni e non soltanto grano, mais e colture foraggere. Per quello che ci risulta – ad esempio – si utilizza il glifosato anche per diserbare i vigneti e per eliminare le erbe ai lati delle strade. Per concludere, c’è anche la sceneggiata dell‘Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), che da anni evita di pronunciarsi chiaramente sugli eventuali danni del glifosato all’ambiente, all’uomo e al mondo animale. Chissà, magari c’entra sempre la Germania…
Foto tratta da greenMe