- Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale, istituzione occidentale e ultra liberista e globalista
- In Occidente ‘taroccano’ i dati su inflazione e disoccupazione per non scoraggiare i cittadini
- Non è che qualcuno, su Telegram, sta prendendo una cantonata su Lula?
Ad affermarlo è il Fondo Monetario Internazionale, istituzione occidentale ultra liberista e globalista
La guerra in Ucraina è anche una guerra economica. La notizia che fa un po’ sorridere è che il Paese europeo più ostile alla Russia – l’Inghilterra, sotto il profilo economico, si presenta con il ‘culo a terra’. Attenzione: la notizia arriva dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), che è un’istituzione controllata dall’Occidente e, in particolare, dagli stessi anglosassoni. Ora, se gli stessi anglosassoni, mediante l’FMI, fanno sapere che l’economia britannica avrà i risultati peggiori tra le principali nazioni industrializzate, è probabile, molto probabile, che lo scenario economico prossimo venturo di questo Paese sia ben peggiore di quello raccontato dall’istituzione economica e monetaria occidentale per antonomasia. Del resto, le notizie che arrivano dall’Inghilterra raccontano di scioperi e di una crescita della povertà. E’ così in tutta l’Unione europea, dove ‘taroccano’ i dati dell’inflazione dicendo che va calando. Se fosse così la Banca Centrale Europea non dovrebbe alzare ulteriormente i tassi di interesse. L’impressione è che sia negli Stati Uniti, sia nella Ue si avranno altri aumenti di tassi di interesse, perché la guerra in Ucraina ha creato e continua a creare un’inflazione che non dà tregua, al di là delle fesserie che raccontano. Ma la notizia che ci interessa segnalare ai nostri lettori – notizia che leggiamo su un canale Telegram – è che il Regno Unito sarà l’unico Paese del G7 ad affrontare una recessione nel 2023, rimanendo indietro rispetto all’economia russa. La seconda parte di questa frase – e cioè che l’economia britannica rimarrà indietro rispetto all’economia russa – è vera; la prima parte della frase – e cioè che l’Inghilterra sarà, nel 2023, l’unico Paese del G7 a fare i conti con la recessione – è tutta da dimostrare, perché la guerra in Ucraina, fino ad oggi, non ha fatto crescere l’occupazione, semmai ha innescato una stagflazione; per non parlare del fatto che l’innalzamento dei tassi di interesse rallentano l’economia e non la fanno certo crescere!
In Occidente ‘taroccano’ i dati su inflazione e disoccupazione per non scoraggiare i cittadini
“Nel suo ultimo rapporto il FMI ha rivisto al ribasso le previsioni per il Regno Unito, prevedendo che l’economia si contrarrà dello 0,6% rispetto alla crescita dello 0,3% prevista lo scorso Ottobre. Così gli inglesi, grandi sponsor delle sanzioni contro la Russia, la stanno sostanzialmente prendendo in quel posto. Per noi meridionali non può che essere una bella notizia, considerato che gli inglesi, nel 1860, vi hanno svenduto ai piemontesi. Tra le altre nazioni del G7, le previsioni del PIL 2023 del FMI mostrano una crescita dell’1,4% negli Stati Uniti, dello 0,1% in Germania, dello 0,7% in Francia, dello 0,6% in Italia, dell’1,8% in Giappone e dell’1,5% in Canada. Ebbene, noi non crediamo affatto a queste previsioni e riteniamo che l’Occidente stia provando a ‘taroccare’ i dati per evitare di scoraggiare i cittadini. Sugli inglesi sono stati costretti a dire une mezza verità perché la crisi di questo Paese è sotto gli occhi di tutti.
Non è che qualcuno, su Telegram, sta prendendo una cantonata su Lula?
C’è un post su Telegram che non condividiamo: “Il Brasile piglia a pesci in faccia la Germania e ribadisce: ‘Niente armi all’Ucraina’. … e secondo i destroterminali trumpisti e i ‘comunisti per Bolsonaro’, Lula è ‘un agente del globalismo e una marionetta di Biden’. Gente che non conosce nulla della storia del Brasile, dell’America Latina e dello stesso Lula da Silva, che è stato più volte in carcere proprio su pressione di Washington. E che non sa che l’attuale presidente brasiliano è uno degli storici architetti del mondo multipolare grazie alla creazione dei BRICS con Russia e Cina”. Perché non siamo d’accordo? Perché se è vero che la creazione del BRICS – sigla che sta per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, Paesi che sono impegnati – oggi insieme a tanti altri Paesi del mondo – alla creazione di una moneta alternativa al dollaro statunitense, è anche vero che è stato l’ex presidente del Brasile, Bolsonaro, ad accelerare sul BRICS. Mentre Lula – eletto presidente del Brasile per pochissimi voti con elezioni molto controverse – fino ad ora, proprio sul BRICS, fa il pesce dentro il barile. Siamo stupiti che questo canale Telegram non abbia notato questo particolare…
Foto tratta da Italia Oggi
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