- Il presidente della Regione siciliana vorrebbe ricorrere alla Bad Company, mentre l’assessore Aricò vorrebbe proseguire con l’attuale società
- Il servizio dell’Ast è importante soprattutto per studenti e lavoratori pendolari
Il presidente della Regione siciliana vorrebbe ricorrere alla Bad Company, mentre l’assessore Aricò vorrebbe proseguire con l’attuale società
Che fine farà l’Azienda siciliana trasporti (Ast), società che, fino ad oggi, è stata controllata dalla Regione? Poco meno di un mese fa abbiamo scritto che sarebbe finita in liquidazione perché travolta dai debiti. Da allora ad oggi si attende una comunicazione ufficiale, da parte del Governo dell’Isola. Che, però, tarda ad arrivare. Perché? Perché sotto sotto – così almeno raccontano le indiscrezioni – è in corso un braccio di ferro tra il presidente della Regione, Renato Schifani, da una parte, e l’assessore alle Infrastrutture e ai Trasporti, Alessandro Aricò, dall’altra parte. Il presidente vorrebbe chiudere l’attuale esperienza, ricorrendo a quanto è stato fatto a livello nazionale con Alitalia, utilizzando una Bad Company. Mentre l’assessore Aricò sostiene che, nonostante il pesante indebitamento dell’Ast (circa 70 milioni di euro che, in realtà, potrebbero essere un po’ di più), la società potrebbe ancora operare. In questo scontro politico non è chiaro se Aricò agisca da solo o se dietro di lui ci siano anche Fratelli d’Italia e un ‘pezzo’ di Forza Italia. L’idea del presidente Schifani – stando sempre alle indiscrezioni – è quella di creare una Bad Company dove far confluire la vecchia società con i debiti, mentre una nuova società – una New Company – dovrebbe continuare a gestire il servizio. Non siamo economisti, ma in entrambi i casi non riusciamo a capire – soprattutto con riferimento all’idea dell’assessore Aricò – da dove dovrebbero venire fuori i soldi per far dare modo all’Ast di proseguire il servizio che fino ad oggi ha svolto, anche se con un appesantimento dei costi che poteva essere evitato. C’era bisogno, ad esempio, di assumere circa 220 soggetti che si sono aggiunti ai circa 600 dipendenti?
Il servizio dell’Ast è importante soprattutto per studenti e lavoratori pendolari
In tutto questo non si capisce chi andrà a gestire le tratte che oggi, bene o male, l’Ast assicura. Non sono cosa da nulla, perché dalla fine degli anni ’80 del secolo passato la politica siciliana ha rifilato all’Ast le tratte cosiddette sociali, ovvero le meno frequentate e, di conseguenza, le meno ‘appetibili’ sotto il profilo economico. Però, anche se non convenienti per il gestore, lo sono invece per alcune categorie di cittadini che non possono fare a meno, in molti casi, del servizio offerto dall’Ast: ci riferiamo non tanto ai turisti – che magari possono usufruire di queste tratte in Estate – quanto agli studenti e ai lavoratori pendolari, che invece hanno assoluto bisogno di questo servizio svolto dagli autobus dell’Ast. Tra i soggetti che usufruiscono dei servizi dell’Azienda siciliana trasporti ci sono anche 14 Comuni della nostra Isola. Qui lo scenario si complica perché non è facile capire se i rapporti economici tra questi Comuni e l’Ast sono a posto o se ci sono fatti non chiari. Da quello che noi sappiamo – ma le nostre sono notizie frammentarie – sembrerebbe che la Regione abbia pagato i 14 Comuni che, con tali fondi, dovrebbero pagare il servizio dell’Ast. Domanda: i 14 Comuni hanno pagato l’Ast per il servizio che tale azienda ha svolto in loro favore? Ultima domanda – che forse riguarda i sindacati – sia con il ricorso alla Bad Company, sia con il proseguimento dell’attuale gestione che fine faranno i dipendenti?
Il Governo regionale Schifani si accinge a mettere in liquidazione l’Azienda siciliana trasporti (Ast)?/ MATTINALE 898
Che succede all’Azienda Siciliana Trasporti (AST)? Ci sono debiti? La società è in pericolo? Tante domande e poche risposte
Foto tratta da Giornale Centro Sicilia
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