- Quattro chiacchiere su Catania con una persona che conosce molto bene la città
La passione per la politica e la voglia di fare qualcosa per la propria città
Con Santo Musumeci ci siamo conosciuti su Facebook. Cosa normale, nel mondo di oggi. Gli snob dicono che sulla rete tutto è finto. Non la pensiamo così. Come nella vita reale, anche ‘navigando’ su Internet ci si imbatte in realtà e finzioni. Basta avere la sensibilità per discernere. Di Santo Musumeci – non solo dai suoi post ma anche per quello che ha fatto – ci ha colpiti il suo impegno sociale sincero, al servizio della città dove vive – Catania – e, in generale, al servizio della società. Quella del Movimento 5 Stelle prima versione è stata una bella esperienza. Nessuno immaginava cosa avrebbero combinato gli esponenti di questo Movimento una volta arrivati in Parlamento (in effetti qualcuno che ha capito prima degli altri cosa stava succedendo c’è stato: l’avvocato Francesco Menallo, ma questa è un’altra storia). Abbiamo visto Santo Musumeci in azione nell’esperienza di Italexit di Paragone. Oggi Santo Musumeci è candidato alle elezioni comunali di Catania. Così abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con lui su una città che conosce molto bene.
Allora, Santo Musumeci: qual è il senso della sua candidatura al Consiglio comunale di Catania?
“Il senso della mia candidatura al Consiglio comunale è quello di raccogliere in maniera trasversale il malcontento di circa 15 mila elettori che hanno votato i partiti anti sistema e anche gli elettori che sono andati a votare e hanno annullato la scheda; e anche coloro i quali hanno consegnato la scheda in bianco”.
In che formazione politica si candiderà?
“Con Sud chiama Nord”
Quindi con il movimento di Cateno De Luca.
“Si, ma la candidatura mi è stata proposta da Ludovico Balsamo, ex assessore al Comune di Catania e attualmente capo gruppo di Sud chiama Nord al Parlamento Siciliano”.
Perché la lasciato Italexit di Paragone?
“Perché Paragone nel momento in cui, pubblicamente, ha detto ‘il partito sono io’ ha creato i presupposti per far venire meno il senso di appartenenza. La scelta di mettere nelle liste molte persone provenienti da CasaPound, poi, mi ha lasciato perplesso, anche perché è stato fatto sostituendo tanti attivisti della prima ora”.
Avrete un vostro candidato Sindaco di Catania?
“Si, ma è troppo presto per renderlo pubblico; dipende anche dal resto degli altri candidati e dalla possibilità di poter confluire in una coalizione più ampia che abbia un programma comune”.
Come vede oggi Catania?
“Catania al momento è figlia di nessuno, usata e abusata dalle varie amministrazioni degli ultimi venti anni”.
Cosa pensa del Sindaco uscente, Salvo Pogliese?
“Ha deluso il 52% degli elettori che lo ha votato. La sua candidatura al Senato per me equivale a un tradimento rispetto alla ‘scelta d’amore per Catania’ con cui si presento in campagna elettorale”.
Quale futuro immagina per Catania?
“Penso a una città un po’ più ordinata, dove ciascuno rispetti le regole. Una città che abbia la possibilità di poter sviluppare al massimo le proprie potenzialità nel campo del turismo, della cultura, del commercio e dell’imprenditoria. Solo così si potranno attrarre grandi investimenti internazionali”.
L’economia di Catania oggi come va?
“Va malissimo. Si sopravvive, la disoccupazione in generale ma soprattutto dei giovani ha raggiunto livelli insostenibili e la grande fuga dei giovani nel Nord Italia e all’estero ricorda tanto quella coatta dell’unità d’Italia”.
Quanto conta oggi la mafia a Catania?
“Tanto, ma soprattutto conta l’atmosfera mafiosa che si percepisce nei modi di fare di tanti ragazzi provenienti da certi quartieri. Ragazzi che non sono mafiosi ma assumono atteggiamenti di prepotenza e di controllo del territorio. Vedi le loro incursioni nei fine settimana nel centro della città”.
La sua priorità se verrà eletto in Consiglio comunale?
“Portare il tema della legalità nelle scuole è per me una priorità”.
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