Pensate un po’ che bella notizia: ricordate l’incendio della nave La Superba nel porto di Palermo di due Domeniche addietro? L’incendio che è durato sette giorni? Lo sapete che 37 autocarri sono andati distrutti ma per fortuna si sono salvati 120 mezzi, supponiamo automobili? Palermo, invece, si è ‘salvata’? Forse ce lo chiediamo perché, la Domenica dell’incendio, l’area era irrespirabile in tante parti della città? Avete idea di quanti veleni sono stati liberati nell’aria? Che aria ha respirato chi lavora nel porto di Palermo e chi abita nell’area portuale? Che materiali sono andati a fuoco? C’era plastica? Sono stati liberati nell’aria diossina e altre sostanze micidiali per l’organismo umano, a cominciare dall’apparato respiratorio? C’è un’inchiesta della Magistratura? L’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) di Palermo ne sa qualcosa? Di questa storia si sono occupati medici dell’ASP? L’Autorità portuale che ne dice? E’ intervenuta nei sette giorni dell’incendio l’ARPA – l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente pagata con i soldi dei Fondo sanitario regionale – effettuando le analisi? Se sì, i risultati si conosceranno? Il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – che peraltro è medico – sa qualcosa? L’assessore regionale alla Salute-Sanità, Giovanna Volo – anche lei medico – sa qualcosa di questa storia? Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, è stato messo al corrente dei danni all’ambiente che questo incendio ha provocato o aspetta il ‘titolo’, come nel caso dei 9 miliardi di euro di fondi sanitari siciliani regalati a Roma? In Assemblea regionale siciliana c’è qualche deputato che ha presentato un’interrogazione parlamentare per sapere che tipo di inquinamento c’è stato e c’è ancora a Palermo a causa di questo incendio? C’è qualcuno, nel mondo politico di Palermo, che sta seguendo questa storia? Ci sono responsabilità o è stata una ‘fatalità’ e i cittadini di Palermo si terranno l’inquinamento e basta, visto che tanto la Sicilia è l’ultima colonia italiana dove chi arriva può fare quello che vuole? (la formula linguistica sarebbe un’altra…).