- Le parole fuori luogo del Ministro leghista Roberto Calderoli
- Con l’autonomia differenziata chiesta dalle Regioni del Nord sia i Comuni, sia le Regioni di Sud e Sicilia, per poter garantire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), dovranno chiedere ai cittadini altri soldi a mezzo delle tasse di scopo
Maria Francesca Briganti
Coordinatore dell’Associazione Le Partite Iva per la Regione siciliana
riceviamo e pubblichiamo
Le parole fuori luogo del Ministro leghista Roberto Calderoli
Potrebbe sembrare molto strano che in Sicilia si sia sollevato un sommovimento di protesta contro le istanze di maggiore autonomia delle Regioni del Nord. In effetti, è giusto precisare che i siciliani sono i primi che lottano per avere riconosciuto lo Statuto, il problema sta nel fatto che non giova a nessuno che la Sicilia sia padrona della propria terra, ma continui a restare una colonia alla quale è possibile scippare le risorse. Della Sicilia si racconta che è una terra che sperpera denaro per assicurare un posto al sole ai tanti che, con il cappello in mano, vanno a chiedere il favore politico. La storia non è questa, anche se tutto il mondo è paese e le “cortesie elettorali” esistono in tutti i paesi. Non a caso il Ministro leghista Roberto Calderoli, sulle pagine de La Sicilia, ci suggerisce di non andare a Roma col cappello in mano. Il Ministro leghista scorda che, grazie all’impoverimento della Sicilia, si può permettere di vivere in una Regione in cui si concentrano interessi economici molto importanti.
Con l’autonomia differenziata chiesta dalle Regioni del Nord sia i Comuni, sia le Regioni di Sud e Sicilia, per poter garantire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), dovranno chiedere ai cittadini altri soldi a mezzo delle tasse di scopo
Chiediamoci: perché le Regioni del Nord che spingono per l’autonomia differenziata sono le più ricche, a differenza del Meridione e delle due Isole maggiori – Sicilia e Sardegna – tra l’altro a Statuto speciale? La Sicilia vive una questione a parte. La Sicilia colonia dell’Italia viene depredata di tutte le risorse prodotte nella stessa Sicilia, non a caso, a Dicembre scorso, nove miliardi di euro riferiti alle accise petrolifere già retrocesse sono state regalate allo Stato in cambio di appena 200 milioni di euro. Capite bene che una tale sproporzione, per un bilancio martoriato e in perenne divanzo a causa di questi regali allo Stato, non permette alla ‘macchina’ regionale di finanziare adeguatamente i servizi per il godimento dei diritti civili e sociali dei siciliani. Questa è una prova di forza politica della Lega che vuole a tutti i costi l’autonomia differenziata, senza chiedersi quali danni potrebbe arrecare al Meridione d’Italia e alle due Isole maggiori. Così come è stata concepita vi è il rischio che sia i Comuni, sia le Regioni, per poter garantire i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), debbano chiedere ai cittadini altri soldi a mezzo delle tasse di scopo, un incubo non sostenibile per le imprese e le famiglie del Sud. La Svimez, qualche anno fa, ha calcolato il gap tra il ricco Nord e il Sud, arrivando alla conclusione che è pari a 400 anni. Questo vuol dire che le due macro aree corrono a due velocità diverse, soprattutto perché conviene che il Sud rimanga in uno stato di bisogno permanente. Caso a parte è la Sicilia depredata annualmente dai crediti esigili dallo Stato, dalla sua agenzia di riscossione e dall’emigrazione dei giovani, perché la verità sta nel fatto che la politica siciliana non ha mai fatto gli interessi dei siciliani. L’associazione delle Partite Iva in Sicilia non resterà a guardare e insieme ad altre associazioni e movimenti si prepara a questa battaglia per il riconoscimento dei diritti dei siciliani.
Foto tratta da Il Fatto Quotidiano
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