di Vito Pietro Di Stefano
Quando in una chiacchierata comune capita di parlare di hobby o di attività non lavorative, e rispondo con la frase … sono anche ufologo, nascono una infinità di affermazioni e domande da parte degli astanti che spaziano dal solito … sono tutte fesserie a … speriamo che vengono e salgo su un loro disco. E’ normale che “in medio stat virtus” e che quindi sono da prendere con le pinze entrambi gli estremi precedentemente detti. Ciò nonostante la curiosità che si riscontra è molta e, giustamente, esige risposte o, quantomeno, dei ragionamenti che servano a comprendere la fenomenologia. Orbene. Tanto per cominciare, chi decide di studiare il fenomeno UFO è bene che vada a studiare un po’ di tutto. Astronomia, fisica, chimica, elettronica, meccanica filosofia, psicologia, spiritismo, paranormale, religioni, fotografia. Sembra tanto ma non lo è perché, dato che si tratta di un fenomeno apparentemente anomalo e raccontato spesso in modo parziale (per dimenticanza di particolari o di confusione o per la presenza di emotività), è bene che un aspirante ufologo abbia almeno i rudimenti di queste discipline al fine di potere in qualche modo inquadrare il fenomeno visto o raccontato. Tutto ciò nell’ambito di quella che viene definita Indagine Ufologica, cioè lo studio della casistica che la gente vede
Andiamo ora a chiarire un po’ più per esteso cosa si intende con UFO. L’acronimo UFO (Unidentified Flying Object, definito ultimamente con una nuova sigla UAP) significa Oggetto Volante Non Identificato (OVNI). Punto. E in questo acronimo può essere compreso di tutto e di più. Perché la parola stessa “Non Identificato” significa che è un qualcosa di non riconosciuto. Associato quasi in modo naturale al concetto di alieni, questo connubio UFO/ALIENI comporta una enormità di problematiche collegate ad una presenza di vita intelligente (molto) che proviene da qualche altra parte che non sia la Terra. E porta inevitabilmente ad una ridefinizione del ruolo e della presenza dell’uomo nell’universo. Per far sì che si possa arrivare a comprendere le logiche di questa problematica cominciamo a discutere sul concetto di universo. L’universo è definito come l’insieme di spazio, materia, energia, pianeti, stelle, galassie e il contenuto dello spazio intergalattico che potrebbe essere polvere non facilmente osservabile. Ad oggi, con i moderni mezzi di scoperta ed osservazione possiamo ritenere che la misura di 93 miliardi di anni luce sia plausibile. In esso vi è una serie di leggi fisiche, chimiche, energetiche che valgono in ogni punto dello stesso. Si presume inoltre che l’età approssimata sia di circa 13.8 miliardi di anni. Già da qui si comincia con un problema matematico semplice. Se l’Universo conosciuto ha un diametro di 93 miliardi di anni luce come è possibile che abbia 13.8 miliardi di anni, dato che si sa che la velocità della luce non è superabile? A questo gli scienziati rispondono dicendo che nella fase iniziale si ebbe un fenomeno detto “inflattivo”, cioè tutto si mosse ad una velocità abbondantemente superiore alla velocità della luce e poi si è adeguato alla velocità della luce che conosciamo essere di circa 300.000 km/sec. Quindi problema risolto (quasi).
In questa ipotetica sfera di 93 miliardi di anni luce di diametro troviamo una infinità di agglomerati di stelle dette Galassie ognuna delle quali comprende una
Pensare che in tutto questo vi sia solo il nostro pianeta abitato da vita intelligente è assolutamente presuntuoso e probabilisticamente impossibile. Da studi
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