- I benzinai hanno ragione: il caos lo ha creato il Governo Meloni tagliando gli sconti fiscali
- L’Occidente sta perdendo in malo modo e i russi temono addirittura attacchi di droni a Mosca, persino al Cremlino
I benzinai hanno ragione: il caos lo ha creato il Governo Meloni tagliando gli sconti fiscali
I benzinai hanno confermato lo sciopero per il 25 e il 26 Gennaio. Rimarranno chiusi anche i self service. Assicurati solo i servizi essenziali, ovvero alcune stazioni di servizio su base provinciale. Traduzione: anche se i cittadini avranno il tempo per rifornirsi di carburante un po’ di caos ci sarà lo stesso. I benzinai lamentano “controlli da Medioevo“. Hanno ragione? In parte sì. I problemi li ha creati il Governo di Giorgia Meloni che, con le ‘casse’ vuote, contraddicendo gli impegni che aveva assunto in campagna elettorale, ha tolto gli sconti fiscali. Non è vero che questi 10 miliardi di euro che il Governo sta risparmiando tagliando gli sconti fiscali serviranno per le fasce più deboli della popolazione. I fatti raccontano cose molto diverse. Raccontano che ci sono enormi problemi dopo l’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE), perché i Btp italiani non sono più un investimento conveniente. E la situazione economica è destinata a peggiorare, sia perché la Banca Centrale americana – la FED – ha annunciato una nuova stretta monetaria (leggere nuovo aumento dei tassi di interesse), sia perché gli Stati Uniti d’America hanno deciso di erogare 370 miliardi di dollari di aiuti che verranno divisi tra le imprese che attualmente operano in America e le imprese che andranno a investire in America. Ciò significa che gli investimenti internazionali andranno negli Stati Uniti d’America penalizzando l’Unione europea. In più la BCE potrebbe innalzare ulteriormente i tassi di interesse, rendendo ancora più difficile la situazione per i Paesi europei indebitati e tra questi c’è l’Italia. E’ in questo scenario che il Governo Meloni ha deciso di tagliare gli sconti fiscali sui carburanti, altro che aiuti alle fasce più deboli della popolazione! La verità è che la situazione economica dell’Italia peggiora e al festival di Sanremo arriverà Zelensky per ricordarci che la guerra in Ucraina è anche la guerra dell’Europa, dei popoli liberi e bla bla bla. Mentre sappiamo benissimo che la guerra in Ucraina è stata scatenata dagli Stati Uniti per difendere l’area del dollaro da un attacco concentrico non soltanto dai Paesi del BRICS, ma anche da altri Paesi, se è vero che l’Arabia Saudita, come abbiamo scritto ieri sera, accetterà di farsi pagare il petrolio in monete diverse dal dollaro americano.
L’Occidente sta perdendo in malo modo e i russi temono addirittura attacchi di droni a Mosca, persino al Cremlino
Contemporaneamente, gli stessi USA, in queste ore, battono cassa in Europa – Germania in testa ma non soltanto Germania – perché vogliono, anzi pretendono carri armati per l’Ucraina. Succede che in Ucraina i russi stanno letteralmente sbaragliando le difese di questo Paese, che ormai è ridotto allo stremo. Di fatto, tutto l’Occidente sta perdendo la guerra in Ucraina. Da qui la doppia decisione occidentale: nuovi carri armati per cercare di fronteggiare l’avanzata russa e attacchi alla Russia – anche a Mosca? – con i droni. I droni per attaccare le città russe sono già arrivati, i carri armati europei per consentire all’Ucraina di difendersi, invece, non sono ancora arrivati, forse perché l’Unione europea temporeggia. C’è, da parte della Ue, il tentativo, di non provocare ulteriormente i russi per timore di rappresaglie? Non si capisce. L’Unica cosa chiara, in queste ore, è l’invito perentorio degli Stati Uniti affinché Germania e, in generale, Unione europea sostengano, anzi, continuino a sostenere l’Ucraina con soldi e armi (in questa fase più armi che soldi, ma per l’Europa è la stessa cosa). Qualcuno potrebbe pensare che quando scriviamo di possibili attacchi alle città russe non da parte dell’Ucraina ma di tutto l’Occidente – e quindi anche attacchi da parte dell’Unione europea a Mosca – noi siamo diventati matti. Non è così, purtroppo, non siamo matti. Da giorni si parla dell’arrivo di particolari droni in Ucraina, droni in grado di percorrere oltre mille chilometri. Droni con i quali l’Occidente – che sta perdendo in malo modo la guerra in Ucraina – potrebbe colpire le città russe. A confermare quanto scriviamo è un articolo che leggiamo in un canale Telegram: “Nel centro di Mosca si stanno attrezzando punti di difesa aerea. Secondo testimoni oculari, a pochi chilometri dal Cremlino, sul tetto dell’edificio è stato installato il sistema missilistico di difesa aerea Pantsir-S1. Ciò è probabilmente dovuto alle voci secondo cui l’esercito ucraino dispone già di droni con una portata di oltre 1000 km”. Questa notizia fa il paio con quanto racconta il Washington Post dove si legge di un incontro riservato tra Zelensky e i vertici degli Stati Uniti. Questi ultimi avrebbero detto al presidente dell’Ucraina che gli Stati Uniti d’America appoggeranno gli ucraini fino al Luglio di quest’anno, poi tutto dovrà essere riconsiderato. Questo spiega le pressioni americane sull’Europa, affinché fornisca altre armi all’Ucraina; e potrebbe anche spiegare qualche mossa disperata dell’Occidente e dei militari ucraini: per esempio, un eventuale attacco con i droni alle città russe, magari colpendo Mosca. Va da sé che se verranno colpite le città russe nulla sarà più sicuro in Occidente, Unione europea compresa. Forse anche su questo dovrebbe cominciare a riflettere il Governo regionale siciliano, dal momento che nella nostra Isola qualche obiettivo militare che potrebbe essere oggetto di ‘interesse’ per eventuali attacchi non manca…
Foto tratta da PMI.it
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