Come i nostri lettori sanno, noi siamo dell’avviso che la pasta, a meno che non c’è la certezza che sia stata preparata con il grano duro siciliano o, in generale, con il grano duro coltivato nel Sud Italia è meglio farla in casa. Tale avvertimento è sempre valido, ma oggi lo è ancora di più. Perché? Perché Iddio solo sa che cosa sta succedendo nel mondo del grano con la guerra in Ucraina. Lo scorso 8 Gennaio abbiano avvertito i nostri lettori che in Europa siamo letteralmente invasi dal grano duro che arriva dall’Ucraina. Abbiamo dato questa notizia riprendendo un articolo di DURODISICILIA: “Non mi voglio dilungare oltre, ma dai Paesi in conflitto a mio modesto avviso stanno giungendo in Europa e nel Mondo grosse quantità di grano (anche Duro) di pessima qualità, commercializzato illegalmente, in barba ai sistemi frontalieri di controllo e monitoraggio. La Commissione Europea pubblica… i dati che mostrano senza ombra di dubbio che qualcosa lì non funzioni per nulla, eppure, l’Europa si sta gonfiando di cereali di molto dubbia qualità come non mai nella Storia recente, nel silenzio di Istituzioni e media. Tutto ciò potrebbe rivelarsi molto grave e dannoso sia per la catena del commercio legale e controllato dei cereali, sia per la salute dei consumatori Europei” (qui per esteso il nostro articolo che riprende l’articolo pubblicato da DURODISICILIA). Ieri, nel report dell’analista dei mercati internazionali, Sandro Puglisi, abbiamo letto un passaggio che non esitiamo a definire preoccupante: “La Turchia – scrive Puglisi – ha completato i preparativi necessari per avviare la lavorazione del grano russo e inviarlo ai Paesi bisognosi, ha riferito RIA Novosti citando il ministero dell’Agricoltura turco. In precedenza, il capo del ministero Vakhit Kirishdzhi aveva affermato che le imprese inattive che producono pasta, farina e cereali sarebbero state coinvolte nella lavorazione del grano proveniente dalla Russia”.
Nulla contro il grano proveniente dalla Russia, però qualche domanda è opportuno porsela. Che grano duro è quello arrivato dalla Russia in Turchia? Ci riferiamo, ovviamente, alla qualità. Sappiamo che il grano russo è arrivato anche in Italia durante la campagna elettorale; e adesso apprendiamo che la Turchia si è messa a produrre pasta. Nel passato è stato appurato che la pasta prodotta in Turchia è arrivata in vari Paesi europei, Italia compresa. Anche in questo caso, nulla contro la pasta prodotta in Turchia con il grano russo. Ci chiediamo e chiediamo soltanto se sono stati effettuati i controlli sul grano duro ucraino eventualmente arrivato in Italia e sul grano duro russo eventualmente arrivato in Italia, se è vero, come scrive DURODISICILIA, dai Paesi in conflitto… stanno giungendo in Europa e nel Mondo grosse quantità di grano (anche Duro) di pessima qualità, commercializzato illegalmente, in barba ai sistemi frontalieri di controllo e monitoraggio”. Non per essere pessimisti, ma le precauzioni non sono mai troppe in un momento storico come l’attuale dove sta succedendo di tutto, anche nel mondo dell’agricoltura. Anche perché, rispetto allo scorso anno, quando le industrie della pasta italiane lamentavano la carenza di grano duro, quest’anno non ci sembra di riscontrare tali lamentele e non ci sono annunci di aziende italiane che producono pasta che chiudono per le super-bollette, o perché il prezzo del carburante aumentato ha fatto lievitare i costi della pasta. Nulla di tutto questo. Eppure le super-bollette sono ancora tali e il prezzo dei carburanti, dopo che il Governo di Giorgia Meloni ha eliminato gli sconti fiscali, è cresciuto. Insomma, troppe cose che non quadrano. Stasera o domani mattina torneremo sull’argomento. Intanto, cari lettori de I Nuovi Vespri, fate in modo di portare sulle vostre tavole pasta prodotta con grano duro siciliano o del Sud Italia. Se non avete tale certezza, acquistate la farina di grano siciliano – magari di grani duri antichi – e la pasta preparatevela in casa!
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