Più va avanti questa storia della mostra di Cannes finanziata dalla Regione siciliana con 3,75 milioni di euro, più crescono le perplessità. In queste ore si registra anche un attacco dell’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè, al presidente della Regione, Renato Schifani. Noi continuiamo a chiederci come mai non sono ancora venute fuori le responsabilità burocratiche, perché se è vero che in questa vicenda c’è un indirizzo politico, ebbene, non è nella politica che vanno ricercate eventuali responsabilità. A meno che – come abbiamo scritto ieri – in Sicilia non sia più in vigore la legge Bassanini di fine anni ’90 del secolo passato, legge, ricordiamo, che ha sancito il ‘divorzio’ tra responsabilità politica e responsabilità amministrativa, nel senso che un atto amministrativo – per esempio, lo stanziamento dei fondi per la partecipazione a questa o quella manifestazione – lo firmano i burocrati, sotto la loro diretta responsabilità, e non i politici. Non solo. Nel caso in questione – cioè nel caso del finanziamento di 3,75 milioni di euro per la partecipazione della Regione siciliana alla mostra di Cannes, atto amministrativo firmato dai vertici burocratici dell’assessorato regionale al Turismo – tale atto non può non essere stato visionato ed eventualmente bloccato, in presenza di profili di “non legittimità”, dai burocrati regionali che stanno più in alto del dirigente generale dell’assessorato al Turismo ed eventualmente sanzionato ex post dagli organi di controllo della Regione siciliana. Di più: se alla base di tale atto c’è di mezzo una legge regionale, nel caso in cui, successivamente, dovessero emergere problemi di “non legittimità”, qualcuno dovrebbe essere chiamato a spiegare come sia stato possibile che l’Assemblea regionale abbia approvato una legge che postula un atto “non legittimo”: spiegazione che, in questo caso, dovrebbe essere fornita dal presidente dell’Assemblea regionale siciliana per la parte ‘politica’ della legge e, soprattutto, dalla Segreteria generale della stessa Assemblea regionale siciliana per la parte ‘tecnica’, cioè giuridica. Ma andiamo per ordine.
Siamo rimasti colpiti da un articolo pubblicato dal quotidiano on line Live Sicilia, che riporta una dichiarazione dell’avvocato generale della Regione siciliana, dottore Giovanni Bologna. L’oggetto è il via libera dei vertici burocratici dell’assessorato regionale al Turismo al finanziamento di 3,75 milioni di euro assegnato alla società lussemburghese Absolute Blue per organizzare gli eventi siciliani al Festival di Cannes. Il presidente della Regione siciliana, Renato Schifani, ha chiesto un parere all’avvocato generale Bologna. Il quale ha risposto che “la procedura negoziata non poteva essere attivata per insussistenza dei presupposti di legge”. Non sussisterebbe la cosiddetta “esclusività” e la procedura seguita dall’assessorato regionale al Turismo sarebbe quindi illegittima. Noi non siamo giuristi ma semplici giornalisti. E da giornalisti ci chiediamo: questa precisazione – che non è certo secondaria – non sarebbe stata opportuna prima della firma dell’atto da parte dei vertici burocratici dell’assessorato al Turismo? In altre parole: prima di firmare un atto così importante – visto che di mezzo c’è una spesa da 3,76 milioni di euro – i vertici burocratici dell’assessorato al Turismo sono o no tenuti a chiedere un parere all’Ufficio legislativo e legale della Regione? La nostra è una semplice domanda ma ci sta tutta se oggi apprendiamo dall’avvocato generale della Regione che, nel caso in questione, “la procedura negoziata non poteva essere attivata per insussistenza dei presupposti di legge”.
Andiamo avanti. Supponiamo che l’atto amministrativo firmato dai vertici burocratici dell’assessorato al Turismo sia arrivato negli uffici della Giunta regionale. Del resto, se il presidente della Regione Schifani ha sentito il dovere di chiedere chiarimenti all’assessore regionale al Turismo, Francesco Paolo Scarpinato, l’atto amministrativo in questione, per forza di cose, deve essere arrivato in Giunta. Quando questo atto è arrivato in Giunta è stato visionato dalla Segretaria della Giunta regionale? Se, come segnala il dottore Bologna, “la procedura negoziata non poteva essere attivata per insussistenza dei presupposti di legge” il fatto non avrebbe dovuto essere segnalato subito dalla Segretaria della Giunta regionale? La segnalazione c’è stata e noi non sappiamo nulla? E se la segnalazione c’è stata come mai l’atto non è stato bloccato e si sta intervenendo solo oggi con la revoca dei Decreti in questione in autotutela? Se si sta intervenendo con la revoca dei Decreti in autotutela, ebbene, significa che tali Decreti sono, anzi erano diventati operativi. E se c’erano problemi di “non legittimità” come mai i Decreti sono diventati operativi? Le nostre sono semplici domande che discendono da quello che sta passando sotto i nostri occhi. Oltre alla Segreteria della Giunta regionale c’è anche la Segreteria generale della presidenza della Regione siciliana. Stessa domanda: se “la procedura negoziata non poteva essere attivata per insussistenza dei presupposti di legge” qual è stato il ruolo della Segreteria generale della presidenza della Regione siciliana? Ci sarebbero anche i Revisori dei conti della Regione siciliana per il finanziamento dello scorso anno da 2,2 milioni di euro: hanno già esaminato la questione o debbono ancora esaminarla?
Da quello che sappiamo, come già accennato, questo sarebbe, anzi sarebbe stato il secondo finanziamento per questa manifestazione. Il primo – da 2,2 milioni di euro – è stato erogato lo scorso anno. La procedura amministrativa seguita lo scorso anno è la stessa di quella di quest’anno? Se la procedura è stata diversa da quella di quest’anno ed è stata legittima, nulla da aggiungere. Ma se la procedura è stata la stessa, ebbene, c’è un problema, perché una stessa procedura, con le stesse leggi vigenti, non può essere legittima un anno e illegittima l’anno successivo. Di più. Non sappiamo se il finanziamento di 2,2 milioni di euro dello scorso anno sia il frutto di una legge regionale. Se così fosse e se lo scorso anno è stata seguita la stessa procedura seguita quest’anno, ebbene, ci sarebbe un problema. Anzi, un doppio problema: uno politico e l’altro burocratico. Il presidente dell’Assemblea regionale siciliana in carica lo scorso anno, Gianfranco Miccichè, dovrebbe spiegare come sia stato possibile approvare una legge che ha dato vita a una procedura amministrativa illegittima; e gli alti burocrati del Parlamento siciliano dovrebbero fornire spiegazioni ‘tecniche’. Insomma, un bel guazzabuglio. La precisazione sul ruolo del Parlamento siciliano in questa vicenda non è casuale, perché in queste ore l’ex presidente dell’Ars, Miccichè, attacca, proprio su questa vicenda, il presidente della Regione Schifani. E’ evidente che non c’è alcun legame tra l’attività legislativa dell’Ars dello scorso anno e il finanziamento da 2,2 milioni di euro sempre dello scorso anno, sennò la cosa sarebbe veramente strana.
Foto tratta da Il Sicilia
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