Una cosa sola è certa: la battaglia di Soledar tra russi e occidentali, in Ucraina, verrà ricordata come cruenta, molto cruenta. Con tanti, tantissimi morti. I russi la danno per conquistata, gli ucraini negano. Con molta probabilità, la verità sta nel mezzo. Che significa? Significa che questa città, da giorni teatro di uno scontro durissimo, presenta tanti sobborghi e magari gli occidentali – che comunque sono in ritirata – potrebbero essersi posizionati in tali sobborghi. Su un canale Telegram leggiamo che la resistenza degli occidentali è stata “localizzata, i rifugi della città e i servizi sotterranei ramificati vengono sgomberati”. Stando a quanto leggiamo qua, gli occidentali si sarebbero ritirati nella parte occidentale di Soledar, continuando a dare battaglia. E questo proverebbe che le informazioni fornite dall’armata Wagner, i mercenari al servizio della Russia, non sono esatte, perché una parte della città è ancora nelle mani degli ucraini. Perché un conto è affermare che la città è stata conquistata, mentre altra e ben diversa cosa è dire che sì, gli occidentali (dove operano altre bande di mercenari, in questo caso al servizio dell’Occidente) hanno perso molte postazioni della città di Soledar, ma sono ancora presenti nei sobborghi e danno battaglia. Da quello che leggiamo qua e là, infatti, ci sono scontri e tanti morti in alcune zone minerarie della città e nella zona della stazione ferroviaria di Salt. Il fatto che l’artiglieria e l’aviazione stiano bombardando senza tregua le aree della città dove gli ucraini resistono non significa che gli stessi ucraini sono stati sconfitti. Con molta probabilità, tra qualche giorno molleranno, ma fino a questo momento resistono.
Come già accennato, la vera notizia di questa battaglia di Soledar è che gli scontri sono violentissimi. Si combatte dentro la città. E bisogna ammettere – è inutile girarci attorno – che l’armata Wagner sta avendo la meglio. Come già ricordato, questa città presenta tanti insediamenti. molti di questi insediamenti sono sobborghi. Gli ucraini resistono. Ma i russi picchiano duro. Dovrebbero arrivare altre armi dall’Occidente e, supponiamo, anche altri militari, perché le perdite sono ingenti. Fa male nel 2023 parlare ancora di una guerra che si combatte porta a porta in una città con un numero impressionante di morti. Ma a cosa servirebbe nascondere i fatti? Sempre stano a quello che leggiamo qua e là, il battaglione russo sta attaccando la stazione ferroviaria di Sol, il villaggio di Blagodatnoye. I russi avrebbero assunto il controllo del fiume Bakhmutka. Attacchi si registrano anche a Krasnaya Gora e Paraskovievka. E anche nella periferia orientale della città. Dove ci sono occidentali arrivano gli attacchi russi. Ci sono punti in cui i russi avanzano, altri punti dove trovano difficoltà (per esempio, a Maryinka, come leggiamo su alcuni blog). Un secondo dato – purtroppo – è altrettanto certo: non c’è la volontà, da ambo le parti, di porre fine a questa guerra. I russi sarebbero disposti a trattare la pace ma partono da una condizione che l’Occidente non accetta, ovvero il riconoscimento dei territorio che la Russia ha ormai annesso. Vero è che si tratta di territori abitati da comunità vicine alla Russia che sono state perseguitate da quando gli americani, nel 2014, si sono impossessati dell’Ucraina con un colpo di Stato. Almeno fino ad ora, su questo punto, non c’è alcuna possibilità di dialogo. Ciò significa che la guerra continuerà chissà per quanto tempo ancora. Agli Stati Uniti la guerra non dispiace, perché rendono difficile il decollo di una moneta alternativa al dollaro che i Paesi del BRICS stanno mettendo a punto. Ma non conviene all’Unione europea, che oltre a rischiare di dover fronteggiare il possibile esodo di milioni di ucraini, ha ormai enormi problemi economici che vengono nascosti dall’informazione di regime. Anche se qualcosa si comincia a muovere. A parte gli inglesi, alleati storici degli Stati Uniti d’America, in Europa cominciano a capire che se la guerra continuerà l’economia europea affonderà. Non a caso già fioccano i ‘distinguo’. In Italia, ad esempio, gli ennesimi aiuti all’Ucraina hanno trovato l’opposizione di Movimento 5 Stelle, Sinistra italiana e Verdi e anche di qualche esponente del PD. Lo schieramento pro-guerra in Ucraina, in Italia, si va piano piano sfaldando.
Foto tratta da La Gazzetta del Mezzogiorno