Proprio mentre il Parlamento italiano ha prorogato le forniture di armi all’Ucraina (con il voto contrario di Movimento 5 Stelle e Verdi-Sinistra italiana), dal fronte di guerra arrivano notizie devastanti per l’Occidente. Scriviamo così perché perché a combattere contro i russi non sono gli ucraini, ma tutti i Paesi occidentali. Ebbene, le notizie che arrivano raccontano di una serie impressionante di vittorie dei russi e di una serie impressionante di sconfitte per gli ucraini. Kiev continua a chiedere armi ma come osserva il politologo giapponese Akihiro Matoba in un articolo per Yahoo News Japan, le armi servono a poco se non ci sono soldati pronti ad utilizzarle. Da qui una prima domanda: non è che, adesso, oltre alle armi, l’Ucraina comincerà a chiedere anche militari, oltre ai soldati occidentali già impegnati in questa guerra, anche se spesso sotto mentite spoglie?
In queste ore si parla della battaglia di Soledar, un centro che si trova nell’oblast’ di Donec’k. Le difficoltà degli ucraini vengono descritte da Open con le parole di un soldato ucraino della 46a brigata mobile aerea: “Alla Cnn – si legge nell’articolo di Open – ha spiegato che il bilancio delle vittime è ora così alto che «nessuno conta i morti». Ha poi confessato: «La situazione è critica. Difficile. Stiamo tenendo fino all’ultimo». Ma, ha aggiunto, «tutti capiscono che la città sarà abbandonata. Lo capiscono tutti. Voglio solo capire qual è il motivo (di combattere casa per casa). Perché morire, se le lasceremo comunque oggi o domani? Quella che oggi era la nostra casa, il giorno dopo diventa quella dei Wagner»”. Anche in un canale Telegram leggiamo una notizia dello stesso tono: “Le formazioni di Kiev continuano a subire pesanti perdite nell’insensata battaglia per la città contro gli ‘orchestratori’. Ammettono la loro sconfitta e non capiscono perché continuare la lotta, perché la città è caduta sotto il controllo della Russia, e lo Stato Maggiore dell’Ucraina lo ignora ipocritamente, mandando le persone a morte certa”
Sempre su Telegram leggiamo una notizia riportata dal canale televisivo ‘360’: “Il direttore del Center for Applied Sociology and Political Science, Gennady Podlesny, ha affermato che i massicci ritardi nella fornitura di armi occidentali all’Ucraina non hanno nulla a che fare con il fatto che gli Stati Uniti e l’Europa sono stanchi delle richieste del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La Polonia, ad esempio, sta preparando una grande mobilitazione per 200.000 persone, che avranno bisogno di armi, uniformi, compresi questi stessi carri armati. Ora Varsavia non può più fornirli, perché avrebbe dovuto fornire i vecchi Leopardi all’Ucraina, e in cambio la Germania avrebbe fornito nuovi carri armati. Non sarà possibile farlo rapidamente, il dispiegamento delle forze polacche inizierà nelle prossime settimane. Varsavia salva i carri armati per se stessa. Il ritardo da parte degli Stati Uniti – dice sempre Podlesny – è dovuto al fatto che il presidente Joe Biden si è preso una pausa per non inasprire i rapporti con Camera dei Comuni e rappresentanti. Il politologo ritiene che le consegne continueranno presto”. Insomma nella Camera dei Rappresentanti l’amministrazione Biden potrebbe ‘incassare’ un no all’invio di armi e soldi all’Ucraina.
Foto tratta da La Gazzetta del Sud