- Nove economisti su dieci interpellati dal quotidiano economico e finanziario britannico-giapponese sostengono che l’Italia sarà il Paese dell’Eurozona più esposto quando la BCE innalzerà ancora i tassi di interesse. Gli effetti si notano già in Sicilia
- Il problema dei Btp italiani
- In tutto questo la Regione siciliana non può assumere nuovo personale. Le nuove assunzioni – se ci saranno – saranno solo sulla carta
- Quello che la Regione siciliana potrebbe fare
Nove economisti su dieci interpellati dal quotidiano economico e finanziario britannico-giapponese sostengono che l’Italia sarà il Paese dell’Eurozona più esposto quando la BCE innalzerà ancora i tassi di interesse. Gli effetti si notano già in Sicilia
Qualche giorno fa Il Sole 24 Ore ha ripreso una notizia del Finalcial Times, quotidiano economico-finanziario britannico che si occupa di economia e finanza di tutto il mondo (foto sotto a destra tratta da Wikipedia). La notizia riguarda l’Italia. O meglio, gli effetti in Italia del prossimo innalzamento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE). Secondo il parere di nove economisti su dieci riportato dal giornale britannico (che, in realtà, è di proprietà della holding giapponese Nikkei), l’Italia sarà il Paese dell’Eurozona più esposto quando la BCE alzerà o tassi di interesse. Non è una previsione geniale, in verità, ma un fatto tecnico. L’articolo del quotidiano economico italiano si conclude così: “La premier italiana Giorgia Meloni ha espresso sconcerto per la volontà della Bce di continuare ad aumentare i tassi nonostante i rischi per la crescita e la stabilità finanziaria”. Questo articolo ci ha colpiti perché, in buona parte, racconta uno scenario che il blog di Federico Dezzani ha previsto nei primi di settembre dello scorso anno: “Alle porte dell’autunno, la strategia anglosassone per affossare l’Europa, già ben delineata all’inizio dell’anno, si sta concretizzando: i flussi energetici dalla Russia si sono quasi fermati, creando un mix tossico di recessione ed inflazione. Per raffreddare i prezzi, la BCE sarà quindi indotta a rialzare i tassi, dopo anni di economia monetaria accomodante ed aumento esponenziale dei debiti pubblici: il prossimo governo “sovranista” italiano completerà il quadro, portando al massimo la tensione dentro la UE” (qui per esteso l’articolo del blog di Federico Dezzani). Di fatto è quello che sta succedendo, anche se l’argomento non è molti ‘gettonato’ dai media.
Il problema dei Btp italiani
Ne parla invece con una certa continuità il segretario politico di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte. Secondo il quale il default dell’Italia non è lontano. L’analisi di Lomonte è molto simile alle previsioni pessimistiche sull’Italia del Financial Times. “Abbiamo scritto che l’Italia è già in default – scrive Lomonte -. E che il default non viene dichiarato trasferendone i primi effetti a Comuni e Regioni. Tutti ormai alla paralisi amministrativa”. L’analisi del leader degli Indipendentisti siciliani è ultra-pessimistica ma i problemi legati all’emissione di Btp italiani ci sono, se è vero che con l’innalzamento dei tassi di interesse sono diventati meno ‘appetibili’ per gli investitori: e lo saranno sempre di meno con ulteriori aumenti dei tassi di interesse. Il titolo di un articolo di AffariMiei, ad esempio, è piuttosto tranciante: “Perché il Btp Italia è Una Bidonata…anche nel 2023!“. Ci sarebbe da chiedersi com’è stato possibile creare una moneta unica europea dove gli Stati che l’hanno adottata debbono indebitarsi per andare avanti. La domanda andrebbe posta ai politici ‘geniali-economisti’ che hanno ‘infilato l’Italia nel lager monetario dell’euro…
In tutto questo la Regione siciliana non può assumere nuovo personale. Le nuove assunzioni – se ci saranno – saranno solo sulla carta
A questo punto Lomonte (foto a destra) passa ad analizzare la situazione economica e finanziaria della Regione siciliana, che non è certo rosea dopo gli scippi del Governo nazionale: “Ed ecco l’ennesima conferma – scrive sempre il segretario politico di Siciliani Liberi -: la Regione siciliana NON può assumere 848 vincitori di concorso. Nonostante ogni anno perda svariate centinaia di dipendenti che NON vengono sostituiti per il cosiddetto ‘blocco del turn over’. In altre parole, la Regione può fare tutti i concorsi che vuole. Tanto non può assumere nessuno. E perché non può farlo? Perché non ha mai approvato nemmeno il Bilancio del 2021. Avete letto bene. Siamo nel 2023. E l’Assemblea regionale siciliana non ha nemmeno approvato il Rendiconto di Bilancio del 2021. Non avendolo fatto non può assumere nessuno. E perché i deputati regionali non approvano il Rendiconto 2021? Dopotutto sarebbero tutti ben felici che la Regione tornasse ad assumere anche solo per potersene prendere parte del merito nei loro collegi elettorali. Non lo fanno perché non sono stupidi. Sanno benissimo che in caso di bilancio falso si configura per loro il relativo reato amministrativo e penale. Di cui sarebbero chiamati a risponderne con le loro sostanze. In pratica, non si fidano né degli uffici regionali che predispongono il rendiconto, né del Governo che lo invierà in Aula. Dunque, nel silenzio di tutti, si rinvia a data da destinarsi. Non è solo la morte della politica. È la piena e totale paralisi amministrativa. Nulla può fare, infatti, il Governo, senza funzionari e dirigenti capaci e in numero sufficiente a dare concretezza a programmi di spesa e decreti”.
Quello che la Regione siciliana potrebbe fare
Lomonte si sofferma anche sui fondi del Pnrr che dovrebbero arrivare in Sicilia: “Al presidente Schifani (Renato Schifani, presidente della Regione siciliana ndr) non resta che fare dichiarazioni speranzose sul ‘Pnrr e i funzionari che abbiamo assunto’. Non un centesimo dei fondi Pnrr è stato mai allocato né lo sarà. L’unica cosa fatta sono state le assunzioni part-time di ‘esperti’ dal chiaro sapore elettorale già oggetto di un servizio che metteva alla berlina la Regione del noto programma televisivo finto anti-corrotti delle tv di Berlusconi”. Da qui la proposta degli Indipendentisti siciliani al Governo regionale: “Siciliani Liberi ribadisce al presidente Schifani l’invito a varare un programma di autofinanziamento della Regione attraverso l’emissione di buoni del Tesoro regionali con il quale fronteggiare l’imminente insolvenza del Tesoro italiano sul Btp. Continuare a ‘tirare a campare’ non è più un’opzione politica. È tornato anche in Sicilia il tempo della politica. E non delle barzellette ‘europeiste’ e del mercato”.
Foto tratta da QualEnergia
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