- La manifestazione è organizzata dal vulcanico presidente della prima commissione del V Municipio di Catania, Santo Musumeci
- Cosa prevede l’evento
- Un grande poeta siciliano pieno di contraddizioni umane
La manifestazione è organizzata dal vulcanico presidente della prima commissione del V Municipio di Catania, Santo Musumeci
Domani, 4 Gennaio, si ricorderà il 111 anniversario della morte del “vate etneo” Mario Rapisardi, passato a miglior vita nel 1912. Già da qualche anno Santo Musumeci, Presidente della prima commissione del V Municipio di Catania, lavora per rilanciare la figura di questo grande poeta e scrittore siciliano di Catania. Un artista, in verità, un po’ dimenticato, in parte perché in vita ebbe sempre un malo carattere, in parte perché i suoi meriti sono stati offuscati dalla fama di un altro grande scrittore catanese e suo rivale in tutto – anche, anzi, soprattutto in amore – Giovanni Verga. “La nostra missione – dice Santo Musumeci – è fare in modo che il suo nome venga finalmente riconosciuto per la grandezza della sua opera poetica a livello internazionale e, soprattutto, conosciuto dai molti catanesi che lo hanno associato solo al famoso ‘viali’. Situazione grottesca per un personaggio che sarebbe dovuto essere il vero e proprio motivo di vanto per la città Catania a livello letterario”. Il presidente del V Municipio di Catania non ha tutti i torti: la Città Etnea – che ha sempre amato questo sui figlio in verità molto particolare – dedica a Mario Rapisardi una via centrale (il ‘viali Rapisardi’ di cui parla Musumeci) ma molti catanesi non conoscono bene, o non conoscono affatto, Mario Rapisardi. “Certo è – dice sempre Santo Musumeci – che l’interesse per Mario Rapisardi cresce ogni anno di più non solo a Catania, ma anche in provincia come è successo quest’anno a Paternò con le ‘Giornate rapisardiane’ organizzate dal liceo Mario Rapisardi, liceo inaugurato nel 1904 quando ancora il poeta era in vita”.
Cosa prevede l’evento
L’evento di domani si articolerà in due parti. Il primo appuntamento è alle ore 10,30 davanti alla sede del V Municipio di Catania, nella piazzetta San Luigi; il secondo appuntamento è alle ore 12 presso il cimitero di Catania nel viale degli uomini illustri. “Saranno presenti – leggiamo in un comunicato – i rappresentanti delle istituzioni locali e una rappresentativa del liceo Mario Rapisardi di Paternò, con la partecipazione della dirigente Scolastica Fiorella Baldo, dei docenti Angela Rita Pistorio, Chiara Romeo, Lorena Grazia Salfi, Luigi Sanfilippo e gli studenti che reciteranno due poesie tratte dal poema Lucifero. Ospite di questo evento sarà la nota rock band Frijda, che eseguirà un brano scritto è dedicato al grande poeta. Il brano, dal titolo ‘Impura Poesia’, è stato considerato un manifesto in musica della poetica rapisardiana. Il brano può essere ascoltato su tutte le piattaforme digitali, su Spotify e su YouTube. Il V municipio, che nel 2023 sarà rinnovato dopo le elezioni, continuerà, comunque, questa operazione di recupero letterario anche con il prossimo consiglio municipale”. “Negli ultimi anni su proposta di Santo Musumeci – prosegue il comunicato – in occasione dell’anniversario della morte del poeta si è svolta una celebrazione molto semplice sotto la sede del V municipio al viale Mario Rapisardi 299 con un omaggio floreale. Quest’anno il Presidente del V municipio avvocato Patanè assieme al Presidente della 1^commissione Santo Musumeci e tutti i consiglieri hanno ritenuto di dover organizzare un grande evento in modo che finalmente il nome di Mario Rapisardi non venga associato solo come al nome dato al ‘viali’ ma venga finalmente conosciuto per la grandezza della sua opera poetica e per l’amore che Catania della fine dell’800 e inizio del 900 aveva nei suoi confronti come testimoniano le 150 mila persone al suo funerale in cui furono deliberati 3 giorni di lutto nazionale”. Non bisogna dimenticare che la Catania di Mario Rapisardi era la terza città culturale in Italia e una città conosciuta in tutta l’Europa. Abbiamo citato Verga, oltre a Rapisardi, ma Catania era in quegli anni anche la città di Federico De Roberto ed era conosciuta e amata da tanti artisti e intellettuali europei.
Un grande poeta siciliano pieno di contraddizioni umane
Non possiamo non dire qualche parola anche noi su Mario Rapisardi, intellettuale e artista legato al suo tempo. Intanto il suo cognome non era Rapisardi ma Rapisarda, piuttosto presente a Catania e dintorni. Il poeta lo cambiò in onore di Giacomo Leopardi, che era il suo autore preferito. Sicuramente grande come poeta e scrittore, Rapisardi è un po’ meno grande – almeno dal nostro punto di vista – come interprete della storia che ha vissuto. Era nato a Catania nel 1844 e, di conseguenza, a 16 anni, senza sapere e capire quello che stava succedendo nell’Isola, rimase folgorato non dalla figura di Garibaldi, ma da tutte le fesserie e le bugie che gli inglesi propalavano a piene mani in Sicilia, in Italia e in Europa. Garibaldi era un grande bandito che in Sudamerica, oltre a rubare cavalli ed altro, era stato anche, come si direbbe oggi, uno “scafista”, se è vero che trattava i cinesi come schiavi e li portava a Cuba o in Perù dove venivano trattati come bestie da soma. Questo era Garibaldi, ribattezzato “L’eroe dei due mondi” grazie agli inglesi che dovevano distruggere il Regno delle Due Sicilie e alla storia italiana scritta dai vincitori. Mario Rapisardi era un intellettuale pieno di contraddizioni: detestava l’università e accettava di insegnare nella stessa università; si proclamava amante della libertà e ammirava Garibaldi che si era venduto ai Savoia regalando ai piemontesi anche la Sicilia; non amava Giosuè Carducci ma negli atteggiamenti gli somigliava un po’ (anche se come poeti i due erano molto diversi). Per non parlare della sua chiusura preconcetta verso il movimento dei Fasci siciliani. Fu coerente solo in un caso: quando rifiutò il seggio nel Parlamento italiano. Sulla sua vita amorosa e sulla rivalità di cuore con Giovanni Verga vanno tante interpretazioni. Ecco cosa scrive Wikipedia: “Nel Febbraio 1872 Rapisardi sposò la giovane istitutrice fiorentina Giselda Fojanesi. Il matrimonio con Giselda fu da subito infelice a causa dei rapporti burrascosi tra la sposa e la suocera. Durante il matrimonio Rapisardi ebbe anche una breve ma appassionata relazione con la contessa Evelina Cattermole Mancini, più nota con lo pseudonimo di Contessa Lara. Infine, cacciò di casa la moglie il 12 Dicembre 1883, avendo scoperto da una lettera anonima che lo tradiva con il suo amico Giovanni Verga (il quale era anche l’autore della lettera)”. La storia, come la conosciamo noi, è un po’ più tormentata. I pessimi rapporti tra la giovane moglie e la suocera sono noti. Un po’ meno lineare è la storia d’amore della moglie di Rapisardi con Giovanni Verga. I rapporti tra il poeta catanese e la moglie erano difficili, certo, ma Rapisardi, a modo suo, l’amava. Quando scoprì la tresca con Giovanni Verga andò su tutte le furie, sia perché era sempre – a modo suo – innamorato della giovane moglie, sia perché l’idea che un suo rivale – anche Verga era già noto come scrittore – si stata prendendo suo moglie non riusciva proprio a digerirla. La storia, per Rapisardi, fu molto più dolorosa di quanto scrive Wikipedia. Non fu così per Verga, che riempiva sì i suoi romanzi e le sue novelle di cataclismi, tragedie e morti, ma la vita reale se la godeva alla grande… Rimane una domanda: i catanesi del suo tempo amavano Mario Rapisardi perché lo conoscevano o, come tanti catanesi di oggi, lo amavano perché, alla fine, di lui, a parte la fama, sapevano poco?
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