L’immenso Pelè ha lasciato questa Terra. Se il calcio è lo sport più popolare del mondo, Pelè, soprannominato O Rei (Il Re) è stato, in assoluto, il protagonista più importante di questo mondo, anche per i record ancora oggi imbattuti. È l’unico calciatore al mondo ad aver vinto tre edizioni del campionato mondiale di calcio nel 1958, nel 1962 e nel1970. Detiene il record di reti realizzate in carriera: 1281 in 1363 partite; nelle gare ufficiali ha segnato 757 reti in 816 incontri con una media di 0,93 gol a partita. Capocannoniere a 16 anni, nella nazionale brasiliana a 17 anni. Un fenomeno. Immancabile il paragone con Maradona. Ma hanno ragione coloro i quali dicono che Maradona è stato il protagonista di un tempo in cui l’informazione per immagini lo ha favorito. Del campionissimo argentino conosciamo tutto, perché la televisione ci ha sempre mostrato tutto. Ma di Pelè, alla fine, quante immagini abbiamo visto? Nel 1958 e nel 1962 – quando il Brasile vinse i mondiali di Calcio – la televisione non era certo quella degli anni ’80 che immortalava le giocate funamboliche di Maradona. Non esageriamo se, alla fine, possiamo affermare che, fino al 1962, le gesta calcistiche di Pelè se le godevano per lo più i brasiliani. In quegli anni, per esempio, in Italia, a parte i mondiali, il calcio era più raccontato dalla radio e dai giornali che dalla televisione, che in Italia era in bianco e nero. Chi è nato alla fine degli anni ’50 Pelè, a parte la fama che lo accompagnava, lo ha conosciuto veramente ai mondiali di calcio del 1970, se è vero che ai mondiali del 1966 il Brasile ‘doveva’ essere eliminato… Nella nazionale di calcio brasiliana che sconfisse l’Italia in finale nel 1970 in Messico Pelè era una stella: e ne abbiamo preso atto quando segnò il gol con un colpo di testa elevandosi per oltre un metro da terra, surclassando Tarcisio Burnich che non era certo un difensore di poco conto e che dirà di Pelè: “Prima della partita mi ripetevo che era di carne ed ossa come chiunque, ma sbagliavo”.
Sì, hanno ragione quelli che dicono che Maradona – che alcuni considerano addirittura come Pelè – ha usufruito di un grande vantaggio: l’informazione televisiva puntuale e completa. Chi è nato alla fine degli anni ’50 cosa ha visto, alla fine, di Pelè? Qualche immagine che, ogni tanto, ci regalava la Rai. Il resto erano racconti di giornali. O la radio. Sicuramente, oggi, con l’ausilio della rete, le immagini di Pelè e delle sue giocate sono molto più disponibili rispetto a quello che si poteva vedere negli anni ’60 e ’70. In quegli anni le notizie su Pelè le immortalavano i giornali. Fece epoca una partita del Campionato Paulista nella quale Pelè aveva segnato otto gol. Alla fine degli anni ’50 Pelè era conteso dalle più importanti squadre di calcio del mondo. Nel 1958 la grande Inter di Angelo Moratti era riuscita ad acquistare Pelè ma scoppiò una sollevazione popolare contro la dirigenza del Santos, la squadra storica di Pelè. Il trasferimento di Pelè in Italia sfumò. Le polemiche, in Brasile, per la possibile vendita del campione non si placarono, tanto che, nel 1961, il Governo brasiliano per chiudere la questione dichiarò Pelè “Tesoro nazionale” per impedirne future vendite. Un’altra notizia che si ricorda è datata 1969, un anno prima dei mondiali messicani, quando Pelè realizzò il suo millesimo gol. Pelè ha lasciato il calcio brasiliano nel 1974, dopo 19 anni nel Santos. In realtà, un anno dopo, nel 1975, si trasferì negli Stati Uniti d’America per giocare nel New York Cosmos, squadra della North American Soccer League. Insieme a lui c’erano altri campioni del calibro di Carlos Alberto, Beckenbauer e Chinaglia. Un modo per promuovere il calcio in America. Lì ha giocato tre anni e poi si è ritirato definitivamente.
C’è chi dice che Maradona, a differenza di Pelè, ha giocato in un mondo del calcio molto ‘atletico’ dove, spesso, bisognava evitare i falli, mentre Pelè sarebbe stato avvantaggiato da un calcio più ‘artistico’ e ‘poetico’. Tutto falso. I difensori, con Pelè, picchiavano duro. Ai Mondiali di Calcio del 1962 Pelè veniva marcato stretto e spesso subiva falli. Proprio durante i mondiali del 1962, durante la seconda partita, subì un infortunio pesante e non riuscì più a giocare. Il Brasile vinse i mondiali lo stesso, ma senza avere in campo Pelè, sostituito da Amarildo. In quei mondiali il Brasile vinse anche grazie a Garrincha. Nel 1966, ai mondiali di Inghilterra – che forse ‘dovevano’ essere vinti dagli inglesi: e così fu – Pelè venne preso di mira da tutti i difensori. Saltò una partita perché il difensore della Bulgaria, nel primo incontro, lo aveva letteralmente massacrato; rientrò alla terza partita contro il Portogallo di Eusébio ma i difensori l’avevano ancora una volta preso di mira: appena toccava il pallone, zact!, scattava il fallo, fino a quando, a metà partita, Pelè giocava zoppicando continuando a subire falli. Insomma, il Brasile non doveva arrivare in finale: e così fu. Pelè e compagni si rifaranno nel 1970, in Messico, con arbitri meno ‘inglesi’ e più attenti. Ne farà le spese l’Italia.
Foto tratta da Il Giornale